Una cava di marmo tra Castagneto e San Carlo?

Una cava di marmo tra Castagneto e San Carlo?

«Al massimo duecento camion all’anno, per un’attività estrattiva limitata nei quantitativi». A dare le dimensioni è l’amministratore della Marmi di Maremma Srl (Mdm), Riccardo Mariotti. E nella ragione sociale ci sono i termini dell’impresa che ha messo gli occhi sui giacimenti di marmo nello spicchio di colline a due passi da San Carlo.

San Carlo e dintorni

Due i possibili fronti tra il monte Verdello a ovest, il Romitorino a est, a sud dalla Rocchetta e a nord da Ortali. Un fronte di dodici ettari all’interno di una proprietà di 106, dentro i confini amministrativi di Castagneto ma con riflessi su San Vincenzo. I camion, infatti, transiteranno dalla valle che fa da confine tra i due comuni.

L’ultimo ostacolo per dare il via all’estrazione dei blocchi di marmo è il rilascio all’autorizzazione da parte del Comune di Castagneto. La società guidata da Mariotti ha già in tasca la previsione del Piano provinciale delle attività estrattive, rilasciata nei mesi scorsi al termine di una procedura che non ha registrato neppure un’osservazione rispetto alla proposta di riaprire una cava in un sito dismesso da oltre trent’anni. «Ci sono stati dei comprensibili ritardi dovuti all’insediamento della nuova amministrazione comunale – dice Mariotti –. La precedente amministrazione aveva già valutato il piano di coltivazione. Il Comune deve adeguare i propri strumenti tecnici, ma si tratta di una presa d’atto di quanto contenuto nel Piano provinciale delle attività estrattive. Speriamo di poter avviare l’attività prima della fine di quest’anno».

In linea d’aria il giacimento è a circa trecento metri dalla cava di calcare coltivata da Solvay. «Dal mare e dalle strade non si vedrà niente – spiega l’amministratore della Mdm –. Non riscontriamo problemi paesaggistici, ambientali o di natura urbanistica». E la strada alla cava? «Quella in parte c’è già, è una strada vicinale ad uso pubblico per la quale abbiamo già concordato il passaggio con i frontisti e la Forestale. Ci faremo carico di adeguarla e l’operazione si sarebbe resa comunque necessaria perché nella zona ci sono 350 ettari di bosco per i quali è previsto un piano di taglio».

Il piano di coltivazione è un primo step. «Si tratta di marmi pregiati che hanno anche un riscontro storico, sono stati utilizzati in epoca Rinascimentale – spiega –. L’obiettivo è di sondare il mercato per definire le quantità necessarie rispetto alla domanda. E valutare se necessario anche un piano di coltivazione più importante, intervenendo anche sull’altro giacimento». E aggiunge: «In questa prima fase contiamo di occupare tra personale di cava e commerciali circa quindici persone».

Nel capitale della società Marmi di Maremma, creata alla fine di novembre del 2012, partecipano con quote del 50% Riccardo Mariotti e la Demetra Italia Srl, azienda attiva nel settore del commercio all’ingrosso di marmi con sede a Massa Carrara.

Manolo Morandini – Il Tirreno 14.9.2014

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