Un anno dopo l’inaugurazione, il punto sul nuovo porto di San Vincenzo
I lavori non sono ancora finiti. E i diportisti chiedono più confronto ai gestori
Il materiale non dev’essere dei migliori. E’ ciò che pensi camminando in piazza Unità d’Italia, creata all’interno della struttura portuale dopo la demolizione di parte del lungomare. Le mattonelle in stile marmo sono rotte in molti punti.
E’ difficile credere che abbiano poco più di un anno: la piazza, da alcuni mesi, è dotata di panchine e cestini, ma le palme sono secche da tempo. La costruzione del nuovo porto turistico, gestito dalla Sales, è iniziata nel 2005. L’opera è costata oltre 30 milioni di euro. Adesso, dopo più di 6 anni dall’inizio dei lavori, il porto continua a essere un cantiere aperto. Scendendo dalla scalinata di piazza Unità d’Italia e costeggiando la Torre medievale – in cattivo stato a pochi anni dal restauro – c’è unastruttura in cemento in fase di costruzione, che sarà la sede di un paio di nuovi negozi. Proprio in questo punto c’era, fino al 2005, una spiaggia libera molto frequentata. Ora, sotto e vicino la piazza, c’è il parcheggio, un viale che costeggia la banchina, fiori e piante in aree a verde. Sulla sinistra, le sedi dell’Arci Pesca e del Circolo Nautico e, insieme al “Gambero rosso” orfano di Fulvio Pierangelini, i negozi: la pizzeria, il gelataio, il negozio di nautica e altri, tra cui lo Zanzibar, attrattiva principale del porto da decenni.
Si prosegue su viale Fratelli Federici, con negozi di nautica e abbigliamento, bar e wine-bar. In fondo a piazza Serini, il negozio “InCoop”, con sopra la nuova piazza della Kimera, che si è fatta il lifting proprio in queste settimane con la riqualificazione dell’ex bar e della vecchia caserma dei carabinieri, trasformati in appartamenti e negozi. Sulla torre di controllo a vetri, ad attenderci c’è la responsabile della gestione del porto, Raffaella Panichi.
«Siamo al completo – dice – neanche un posto libero. I posti barca sono 282, di cui una trentina per solo transito. Uno dei pontili è dedicato alla nautica sociale, con 40 barche, soprattutto di sanvincenzini, e 5 pescatori professionisti. Il personale, lì, è quasi tutto composto da sanvincenzini e gestito direttamente dal Comune. Ma i sanvincenzini occupati non mancano in tutta la struttura».
Panichi spiega che i dati della stagione saranno pronti a fine settembre ma che comunque «rispetto al 2010 c’è maggiore occupazione di posti barca e di turisti giornalieri. I servizi sono stati tutti messi in funzione: parcheggi, servizi igienici, videosorveglianza, ecc. La stagione è soddisfacente, contrariamente alle previsioni: sino alla fine di marzo non c’erano molte richieste. Invece ora i 14 posti per barche da 20 a 27 metri di lunghezza sono completi». Secondo Panichi, anche i negozi stanno viaggiando a buon ritmo. «E’ rimasto un fondo non assegnato – dice – ma le trattative sono a buon punto. La sera, il porto e le piazze sono piene di gente. Centro urbano e porto sono integrati. I locali storici, come Zanzibar, continuano ad attrarre molte persone».
Qualche problema, secondo Panichi, c’è stato in luglio, «che per noi – dice – è stato paragonabile all’anno scorso, per le cattive condizioni meteo. Agosto è stato meraviglioso da tutti i punti di vista».
Il cantiere del porto è gestito da Golfo di Mola srl, e secondo Panichi «è attrezzato per qualsiasi tipo di lavoro o riparazione. Inoltre – aggiunge – abbiamo inaugurato il distributore di carburante Agip-Eni, e il traghetto che porta alle isole dell’arcipelago e in Corsica è un servizio che sta ottenendo un ottimo successo. Che dire del Marinaio, il bronzo di Talani? La passeggiata che porta alla scultura, di oltre 700 metri, è sempre piena. Il porto – conclude – è stato un grande investimento per San Vincenzo, e adesso ne vediamo i frutti».
Alla visione di Panichi, fa da contraltare quella di non pochi turisti e sanvincenzini che considerano il porto “eccessivo” o addirittura un “mostro” per la colata di cemento che si è abbattuta sull’area. Il geometra Fabrizio Bonanni, ex presidente e socio del Circolo Nautico, punta a instaurare un confronto costante tra i fruitori abituali del porto, il Comune e la proprietà. «Noi – dice Bonanni – siamo stati e siamo favorevoli al porto. Serve però un maggiore confronto con Comune e proprietà. Il Comune, finora, non ha controllato come doveva, e i lavori continuano a distanza di oltre due anni dalla data di consegna stabilita. Il legame tra centro e porto deve essere migliorato, perché queste non possono essere due realtà separate. Il fatto che in prossimità degli accessi al porto la proprietà abbia messo dei cancelli, non mi pare un invito a frequentarlo. Nonostante tutto, le barche ci sono e la sera c’è molta gente, a dimostrazione che il porto è una scelta azzeccata. Opere del genere – prosegue – hanno bisogno di anni per ingranare, ma possono essere uno straordinario volano di sviluppo per il paese».
PAOLO FEDERIGHI Il Tirreno 31.8.2011
Foto: Comitato per Campiglia