Si scava per salvare gli antichi reperti di Baratti

Si scava per salvare gli antichi reperti di Baratti

Ruspe al Fontino di Baratti: è l’avvio dello scavo archeologico “Fossa delle armi”, in un’area preziosa per i reperti ritrovati e che dev’essere difesa dall’erosione. Un’ indagine diretta dalla Soprintendenza in collaborazione con il Trust di scopo Sostratos (organizzazione senza scopo di lucro formata da imprenditori); pubblico e privato di nuovo insieme, la società civile s’incontra «per provvedere economicamente alle necessità della ricerca – si legge nell’opuscolo che riguarda lo scavo – agli studi dei reperti, alla loro valorizzazione..» aprendo le porte alla partecipazione degli studenti. Un po’ come già accade – in formato locale – a Poggio del Molino tra Comune di Piombino e l’associazione culturale Past in progress-“Archeodig”.

«La ricerca – commenta Marta Coccoluto, coordinatrice del parco archeologico di Baratti e Populonia – è sempre un valore aggiunto alla conoscenza e per la fruizione del parco, rende vivo il parco e ci dà informazioni preziose per progettare e pianificare le azioni successive. Al di là dei “confini del parco”, tutta l’area di Baratti – Populonia (zona ANPIL) è di grande valore storico archeologico e paesaggistico. Quando lo scavo raggiungerà livelli importanti – assicura – organizzeremo visite guidate in collaborazione agli scavi per gli stessi visitatori del parco».

Dunque il progetto alla fonte perenne del Fontino: direzione scientifica e dei lavori, Andrea Camilli, Soprintendenza; progetto economico (sponsor) Lorenzo Benini, Trust di Scopo Sostratos; archeologi Gloriana Pace, Barbara Scarso, Caterina Guglielmetti, Claudio Castello. Responsabile sicurezza Gloriana Pace.

sostratos«In questa area della spiaggia – si spiega sempre nell’opuscolo “Io sono etrusco” firmato da ministero e Sostratos (San Cerbone) – si avvia un progetto triennale di indagine archeologica che riguarda la propaggine più bassa della necropoli etrusca di San Cerbone / Casone, in un’area interessata da numerosi rinvenimenti, sia di natura sepolcrale, che di natura sacrale ed industriale. L’area di scavo – si ricorda – collega tracce di strutture probabilmente industriali di età etrusca, rinvenute negli scavi della più tarda villa romana soprastante, con la fonte perenne del Fontino di Baratti.

Proprio in quest’area fu effettuata, nel 1996, la straordinaria scoperta del deposito votivo di armi, parte del quale è esposta al museo archeologico del territorio, a Piombino. L’intervento di scavo – si sottolinea – vuole salvaguardare le presenze archeologiche, in costante rischio di essere distrutte dalle mareggiate, con la speranza di chiarire l’organizzazione di questa area di culto, che a poca distanza ha già restituito materiali di eccezionale rilevanza.

Questo scavo è interamente finanziato dal Trust di Scopo Sostratos». Ammessa, come detto, la partecipazione di studenti universitari e sarà organizzata pure la presenza di turisti appassionati di archeologia, «che così potranno – si conclude – essere parte attiva delle ricerche a fianco di archeologi professionisti per apprendere e capire direttamente sul campo le tecniche di scavo».

Cecilia Cecchi – Il Tirreno 20.7.2014

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