Rimigliano, San Casciano, Peretola: l’autunno caldo dell’urbanistica toscana
La posta in gioco non è più il nuovo stabilimento della Laika a Ponterotto. Quello che doveva dire, nel senso, le critiche al percorso amministrativo che hanno portato al via libera del Comune di San Casciano al progetto del maxistabilimento, l’ha già detto. Ancora prima di diventare assessore. Oggi, la responsabile toscana dell’urbanistica, Anna Marson, su Laika non ha competenze. Ha ragione la presidente di Confindustria Toscana Antonella Mansi che ha sottolineato, in una intervista a Repubblica, proprio questo punto: «È lecito che esprima le proprie posizioni, ma non mi risulta che il suo assessorato abbia competenze nella vicenda Laika». Verissimo.
Perché l’unico modo per rimettere in discussione il progetto dello stabilimento a Ponterotto erano gli etruschi e i romani. I reperti scoperti durante i lavori. E la scelta — contestata da ambientalisti, comitati, esperti di settore — è stata di traslocare i ritrovamenti con l’ok di Sovrintendenza (che ha interpretato l’articolo 21 del codice dei Beni culturali anche se resta un mistero il fatto che quegli scavi finora siano stati visitati solo dal sindaco di San Casciano e dai rappresentanti di Confindustria), presidente della Regione ed evidentemente dell’assessore alla cultura e competente in materia Cristina Scaletti. Che come Marson (pur senza tessera di partito) è in quota Idv, ma diversamente da Marson e dal suo partito è, fino a prova contraria, favorevole al trasloco.
Strani garbugli della politica. Anche se il punto è un altro.
Il caso Laika, intendiamoci, è chiuso. È una miccia. Marson ne era e ne è consapevole. Non si può più tornare indietro. E allora perché il dispiegamento di forze—l’establishment del Pd, la Cgil, le Rsu, i lavoratori — contro l’assessore chiamato in Regione per dare un segno concreto di discontinuità con il passato?
Ieri Marson, in viaggio per un convegno a Cuneo non ha voluto replicare ad Antonella Mansi. Anche se in testa le frullava una domanda: «Se su Laika non ho competenze che interesse hanno a colpire me? E cosa intendono veramente colpire?». Domanda retorica che apre scenari importanti.
Nei prossimi giorni l’assessore è chiamata a dire pubblicamente il suo parere e quello dei suoi uffici su un altro caso scottante: il progetto che rivoluzionerà Rimigliano a San Vincenzo, che aprirà quella che era una tenuta agricola anche al turismo alberghiero e alle seconde case. Progetto, pure questo, contestato da ambientalisti e liste civiche, ma difeso con forza dal Pd.
Lo farà martedì o mercoledì in consiglio regionale, chiamata a riferire in aula da una interrogazione della Federazione della Sinistra-Verdi. Il fatto è che in Regione non sono ancora arrivati gli atti approvati dal consiglio comunale di San Vincenzo il 3 ottobre: la variante urbanistica e le controdeduzioni del Comune alle osservazioni al progetto presentato dalla Regione. «Stiamo sbobinando gli atti—diceva ieri sera il sindaco di San Vincenzo Michele Biagi — quando saranno ufficiali e pubblicati li spediremo in Regione. Questa è la prassi». Il problema è che Marson deve capire se quanto approvato dal Comune risponde ai rilievi mossi da suoi uffici, perché in caso contrario—dopo un passaggio consultivo in giunta — quegli atti potrebbe impugnarli e bloccare il progetto con l’attivazione della conferenza interistituzionale. Rimigliano però è solo un capitolo di questo autunno caldo dell’urbanistica toscana.
L’altro banco di prova, forse più importante, è la variante al Pit per lo sviluppo dell’aeroporto di Peretola. Su cui presto ci saranno novità. Ma quello che tiene insieme tutto e che forse spaventa qualche costruttore e qualche sindaco è ciò su cui Marson dal primo giorno da assessore ha cominciato a lavorare: la revisione della legge quadro regionale sull’urbanistica che così com’è non riesce a dare sufficenti poteri di intervento alla Regione nei confronti delle decisioni prese dai Comuni. Il primo obiettivo, come ha sempre detto, «per prevenire i casi disastrosi del passato». Il vero banco di prova su cui si gioca tutto: il tentativo di conciliare ambiente e sviluppo. E anche (ma non solo) il futuro della Marson.
Alessio Gaggioli
Corriere Fiorentino 22.10.2011
Lo sapevo… si apre il gioco al massacro. Si deve assolutamente scardinare l’intreccio politica e affari altrimenti il nostro paese è finito. La politica deve tornare a fare la Politica con la P maiuscola e l’economia deve essere piegata a strumento di servizio per i cittadini… altrimenti questi sono i risultati se si lascia che l’economia comandi sulla politica (e pensare che c’è chi vorrebbe Montezemolo o la Marcegaglia come presidenti del consiglio) i risultati saranno nefasti: per l’Ambiente, per le nostre tasche (che saranno svuotate per riempire quelle di pochi egoisti) e per la nostra stessa sopravvivenza futura. Gli attacchi alla Marson me li aspettavo quindi nessuna sorpresa. Proprio ieri dicevo per esempio che se Rossi avesse detto che rinunciava alla nuova pista parallela sarebbe stato massacrato da stampa, associazioni imprenditoriali e vari politici (a cui ovviamente non interessa il bene comune). Certamente un politico che va controcorrente deve essere armato di grande coraggio anche a costo di rimetterci la carriera… ed è li che si vede la differenza tra un Politico e un burattino. Proprio questo coraggio chedo alla Marson che deve condurre la battaglia in cui crede fino in fondo costi quel che costi. Inoltre la signora Scaletti deve ricordare che molti (e mi ci metto anche io) hanno votato Idv proprio per la loro campagna elettorale contro il consumo di suolo e quindi credo che anche lei creda nelle idee del suo movimento: Spostare i reperti archeologici in altro luogo è una soluzione semplicistica che creerebbe pericolosi precedenti per la salvaguardia della nostra storia, del nostro territorio, della nostra dignità.
Guardacaso tutti gli ambienti menzionati (Rimigliano, Ponterotto e Piana) li conosco abbastanza bene per esserci stato più volte a causa della mia passione naturalistica e sarei disposto a dare la mia vita pur di salvarli dalle grinfie di pochi egoisti. Io credo che se si conoscessero (come io in parte conosco) le specie animali e vegetali presenti in queste zone ed il loro grado di minaccia….. si farebbe di tutto per proteggerle e migliorarle piuttosto che cementificarle.
anch’io ho votato IDV cioè Pancho Pardi perché , conoscendolo, mi dava tutte le garanzie per una politica rispettosa del territorio: infatti propose la Marson come assessore all’ urbanistica, una boccata di ossigeno dopo la sciagurata era Conti .Quindi non capisco la presa di posizione della signora Scaletti eletta nello stesso partito !!.
La differenza fondamentale tra un politico onesto e uno disposto a tutto per la poltrona è fra chi ha comunque un lavoro che lo soddisfa e a cui può tornare se viene sopraffatto ( la Marson ) e chi non ce l’ha , come purtroppo la maggioranza dei burattini ignoranti e senza dignità che ci governano .
Questo uno sfogo per quello che si sono permessi di fare a San Casciano, senza nessuna ‘evidente’ necessità data la presenza di capannoni già esistenti, senza un grande miraggio di lavoro per gli operai perché , sempre ammesso che il lavoro rimanga a San Casciano, sappiamo che il settore camper è attualmente fermo.
Uno sfogo per quello che sta succedendo a San Vincenzo per la tenuta di Rimigliano : sempre giochi fatti da un’altra parte ( dove ?), il ricatto occupazionale (per quale lavoro?)l’interesse privato contro l’interesse dei cittadini.
nei rapporti intrecciati tra politica e affari non dimenticate la massoneria