Manifesto per la tutela del Bel Paese
La situazione di caos e di paralisi creata dalla “riforma” Franceschini separando la valorizzazione dalla tutela e privilegiando la prima a discapito della seconda passa praticamente sotto silenzio – con alcune lodevoli eccezioni – nella stampa e nella televisione nazionale.
Ciò è grave in sé. Ma è anche dovuto al fatto che i soprintendenti e gli altri tecnici della tutela non possono assolutamente fare dichiarazioni, denunciare lo stato di confusione e di depotenziamento strutturale in cui versano gli organismi e gli uffici che per oltre un secolo hanno difeso dalle aggressioni speculative, dall’abbandono, dall’incuria il patrimonio storico-artistico-paesaggistico.
Tocca quindi a noi – in luogo dei tecnici imbavagliati – denunciare pubblicamente la gravità di una situazione in cui ministro e Ministero continuano a magnificare conquiste straordinarie, mentre la spesa statale per la cultura rimane una delle più basse d’Europa, un terzo di quella francese, metà di quella spagnola, e i suoi recenti relativi incrementi, beninteso rispetto al minimo dello 0,19 % del bilancio statale toccato nel 2011, vengono indirizzati su obiettivi futili o sbagliati.
Segue su Gruppo d’Intervento Giuridico onlus con l’elenco dei firmatari del manifesto