Ztl di Venturina: il Comune “apre” a possibili correzioni

Ztl di Venturina: il Comune “apre” a possibili correzioni

Soffritti: «Terremo in considerazione eventuali suggerimenti». Fontana, piante: l’arredo del centro sarà molto più curato.

C’è chi ritiene che la creazione di una zona totalmente pedonale porterà danni al commercio, chi crede che le opere di riqualificazione previste non saranno funzionali a un riassetto razionale dell’area e chi ritiene, invece, che il piano relativo alla ztl di Venturina Terme, pur non essendo il migliore possibile, si proietti comunque verso il futuro, contribuendo al cambiamento e al potenziamento dell’area.

Il progetto di riqualificazione è esecutivo, si attende solo l’inizio dei lavori, ma le modalità di presentazione e i contenuti del piano, in paese, continuano a essere fonte di dibattito. «Avremmo voluto essere consultati. C’è stata una riunione con l’amministrazione prima di Natale, quando il progetto era già esecutivo, e poi più niente», dice Moreno Burattini, commerciante e membro del Comitato per il centro, che riprende quanto dichiarato la settimana scorsa da Lapo Biagi, farmacista di via Indipendenza, secondo cui «sono state imposte delle scelte, senza nemmeno interpellare tutte le associazioni di categoria».

In molti, insomma, lamentano una mancanza di apertura da parte del Comune. Altri commercianti invece, pur non rifiutando a priori l’idea di una nuova ztl, auspicano che, nell’eventualità in cui il progetto realizzato non si mostrasse all’altezza delle aspettative, sia possibile dialogare con l’amministrazione per poter realizzare, eventualmente, alcuni cambiamenti.

La sindaca di Campiglia Marittima, Rossana Soffritti, da parte sua, afferma che il Comune è aperto al confronto e che terrà in considerazione proposte di eventuali cambiamenti, sempre che questi siano compatibili con le scelte di fondo e non vadano a stravolgere il cuore del progetto. «Stiamo ragionando, ad esempio, sulla possibilità di lasciare aperta la parte finale del corso durante la mattina. La parte centrale, però, rimarrà totalmente pedonale».

Sulla data di inizio dei lavori, invece, la sindaca dice che «ancora non ci sono date stabilite. Non posso dunque nemmeno ipotizzare quando avverrà la chiusura del cantiere. I lavori comunque, soprattutto quelli che interesseranno la via principale, dureranno il meno possibile. Richiederà più tempo, invece, la realizzazione delle opere previste per Largo Sbarretti».

Sì al confronto su eventuali cambiamenti dunque, ma mantenendo intatta l’ossatura del progetto esecutivo, del quale riepiloghiamo brevemente i punti fondamentali, avendo visionato la relazione descrittiva inviata al Comune dagli architetti Antonietta Ottanelli e Leonardo Manetti.

Il primo tratto di via Indipendenza rimarrà aperto, a servizio dei soli abitanti di Via Trieste, mentre nel tratto di via Mazzini potranno transitare solo alcuni mezzi, limitatamente alle ore della mattina.

All’entrata e all’uscita di via Indipendenza, così come nei punti di raccordo con via Mazzini e via Trieste, saranno installati degli “interdittori”. Nelle intersezioni tra via Indipendenza, da una parte, e Largo Sbarretti, via Fratelli Bandiera e via Mazzini, dall’altra, saranno poi situati dei totem provvisti di piante rampicanti. Mentre è limitata al raccordo tra via Indipendenza e Largo Sbarretti la presenza di lampade rosse a forma di pianta.In Largo Sbarretti, inoltre, saranno sistemate quinte verdi, su tre lati, una fontana, sul quarto lato, e una gradinata anfiteatro. E’ prevista poi la rimozione degli arredi mobili esistenti e degli stalli dei parcheggi, nonché la realizzazione di nuove panchine e strutture ombreggianti, con piante situate in grosse fioriere.

«Oggi – si legge nella relazione -grazie a una nuova sensibilità diffusa nell’intera cittadinanza, diviene di primaria importanza attivare azioni al fine di fare recuperare a via Indipendenza il ruolo originario di centro cittadino. Il modello proposto all’inizio degli anni 2000 deve essere ripensato, ridefinendo la sua identità formale e arricchendola di attrezzature e servizi, per contribuire a rigenerare spazi di relazione».

Claudia Guarino – Il Tirreno 17.1.2018

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