La nuova zona pedonale di Venturina non convince i negozianti

Tante voci critiche sul progetto di chiusura dell’amministrazione che eliminerebbe anche posti auto: «Qua non c’è passeggio come in altri posti»
Nuovo volto nell centro di Venturina Terme, attraverso la creazione di un’isola pedonale all’interno della zona blu che includa l’area di Largo Sbarretti. Ma il piano del Comune, comprendente anche panchine, fioriere e altre strutture, non convince tutti i commercianti venturinesi. Molti di loro, anzi, ritengono che il progetto sia dannoso per l’economia, oltre che inutile a ravvivare la vita sociale del paese.
Già qualche giorno fa Silvano Zanchi, titolare di un negozio di articoli per animali in via Indipendenza, aveva espresso il suo disappunto per il progetto, sostenendo che «noi commercianti non vogliamo la chiusura della ztl». E molte altre sono le voci contrarie alla chiusura, mentre qualcuno si apre alla possibilità di un’azione che possa incentivare un qualche cambiamento.
«Io credo che un progetto del genere danneggerà le vendite – dice Patrizia Pagnini, titolare dell’erboristeria di via Indipendenza -. Venturina, poi, non è un paese dove va di moda passeggiare, non è Follonica o San Vincenzo, è una realtà diversa».
Sulla stessa linea si pone Vania Poli, titolare del negozio di fiori “Il folletto del bosco”, secondo la quale «Venturina è soprattutto un paese agricolo, non una realtà a vocazione turistica. Penso, inoltre, che chiudere la strada in un periodo di crisi sarebbe, a livello economico, un disastro».
No alla riqualificazione del centro così come progettata dunque. No alla realizzazione di un nucleo pedonale centrale e a una nuova strutturazione della viabilità, che comprenda l’eliminazione dei parcheggi e la chiusura al traffico nel pomeriggio per la rimanente parte dell’attuale ztl. Perché tutto ciò causerebbe perdite consistenti ai commercianti e disagi ai residenti.
«Hanno deciso di realizzare qualcosa che per il paese non è urgente – dice Lapo Biagi, titolare dell’omonima farmacia -. L’amministrazione ci ha esposto le sue intenzioni senza un vero confronto, ma imponendo delle scelte. Oltretutto non sono state interpellate tutte le associazioni di categoria e il progetto non è del tutto chiaro».
Biagi, ponendosi poi il problema dell’eliminazione dei posti auto, si è organizzato con la creazione di un parcheggio riservato ai propri clienti, ricavato nel cortile retrostante al palazzo dove sorge la farmacia. «Avevo già preventivato di farlo, perché quando è chiuso il centro di domenica, giorno in cui spesso siamo di turno, molte persone si trovano in difficoltà a raggiungere la farmacia».
Leggermente meno scettica è Irene Orecchioni di Green and Go, attività aperta recentemente in Largo Sbarretti, la quale crede che «chiudere e basta abbia poco senso. Però penso che si debba anche provare a riqualificare la zona, magari facendo una prova dalla quale si possa, eventualmente, tornare indietro».
Anche secondo Laura Bussotti, gioielliera, «una chiusura può anche andar bene, ma va realizzata con criterio. Un tempo si parlava di canali con l’acqua, quella avrebbe potuto essere una bella migliorìa».
Domenico D’Affronto, titolare della Conca d’Oro, da parte sua ritiene che «per migliorare e andare avanti bisogna cambiare. Non tutte le parti del progetto mi convincono, ma credo che non ci si possa chiudere a priori al cambiamento. Questo a patto che ci sia un dialogo con l’amministrazione per poter eventualmente realizzare modifiche».
Claudia Guarino – Il Tirreno 9.1.2018