Il Convegno su Baratti sulla stampa
SCONCERTO DEL COMITATO: «PARLANO DI PARTECIPAZIONE MA POI…»
Amministratori disertano il convegno su Baratti
OLTRE DUECENTO persone hanno partecipato al convegno «Il Valore di Baratti», incontro organizzato dal Comitato «Giù le mani da Baratti». Assenti gli amministratori. Il portavoce del Comitato Daniele Quinti ha ribadito l’importanza di difendere l’identità di Baratti, e l’urgenza di salvaguardarne le peculiarità in quanto vero motore di sviluppo economico; ha rammentato la necessità di apertura da parte delle istituzioni di fronte alle istanze dei cittadini, respingendo ai mittenti l’etichetta di antipolitica che «è stata affibbiata ai comitati da vari esponenti di partiti politici ed amministratori che, peraltro, erano i grandi assenti al convegno». Solo qualche consigliere delle minoranze e un’e-mail ‘non potrò essere presente’ dell’Assessore all’ambiente piombinese.
«PER IL RESTO silenzio assoluto. Messaggi di ringraziamento sono giunti invece dagli assessori regionali Cristina Scaletti e Anna Marson. E’ sconcertante — è stato detto — che gli amministratori si riempiano la bocca col tema della partecipazione e poi siano i primi a disertare, mentre gli aderenti del comitato non si sono tirati indietro rispetto ai ‘tavoli partecipativi’. Anche il Garante Massimo Morisi, ha richiamato la necessità che la partecipazione diventi una forma ordinaria di governo»
La Nazione 16.1.2011
LA GIUNTA PIOMBINESE DISERTA IL CONVEGNO SU BARATTI
Oltre duecento persone presenti al convegno “Il Valore di Baratti”. L’incontro, organizzato a Piombino dal Comitato Giù le mani da Baratti, è stata un’opportunità di approfondimento degli aspetti archeologici, geologici, ambientali, storici ed economici peculiari del golfo. Importanti esperti e ricercatori hanno illustrato ad un pubblico attento le problematiche del golfo. Solita nota stonata l’assenza degli amministratori locali, sindaco in testa, sempre impegnati a parlare di partecipazione, “purchè sia muta”, come diceva qualche cittadino presente al convegno. Riportiamo integralmente la nota inviata dagli organizzatori.
«Cittadini attenti e interessati agli importanti contributi dei docenti che hanno qualificato l’incontro esponendo in modo esauriente le
loro conoscenze su Baratti, rendendo intelligibili anche ai non esperti gli argomenti trattati. Il portavoce Daniele Quinti, presentando il Comitato, ha ribadito l’importanza di difendere l’identità di Baratti, e l’urgenza di salvaguardarne le peculiarità in quanto vero motore di sviluppo economico per Piombino e per tutta la Val di Cornia; ha rammentato la necessità di apertura da parte delle istituzioni di fronte alle istanze dei cittadini, respingendo ai mittenti l’etichetta di antipolitica che è stata recentemente affibbiata ai comitati da vari esponenti di partiti politici ed amministratori che, peraltro, erano i grandi assenti al convegno. Sebbene fossero stati invitati singolarmente, non se n’è visto uno, né da Piombino, né dal resto della Val di Cornia.
Solo qualche consigliere delle minoranze e un “grazie ma non potrò essere presente” pervenuto per e-mail dall’Assessore all’ambiente piombinese Marco Chiarei. Per il resto silenzio assoluto. Messaggi di ringraziamento e di buon lavoro sono giunti invece dall’assessore regionale alla Cultura Cristina Scaletti e all’Urbanistica Anna Marson.
E’ sconcertante – è stato detto a più riprese – che gli amministratori piombinesi si riempiano la bocca col tema della partecipazione e poi siano i primi a disertare queste occasioni, mentre gli aderenti del comitato non si sono tirati indietro rispetto ai cosiddetti ‘tavoli partecipativi’ organizzati dal Comune. Anche il Garante regionale per la Comunicazione, Massimo Morisi, sottolineando la grande presenza al convegno, ha richiamato la necessità che la partecipazione alle scelte diventi una forma ordinaria di governo e che gli amministratori ne tengano conto.
C’è da dire che i due incontri organizzati con poche decine di euro dal comitato Giù le mani da Baratti sono stati partecipatissimi. Il presidente dei Parchi Luca Sbrilli ha lasciato intendere di condividere il piano proposto dal Comune. Di particolare rilievo gli interventi dei professori Franco Cambi (archeologo), Patrizia Zagnoli (economista), Enzo Pranzini (geologo) e Rossano Pazzagli (storico), che ha concluso ricordando i passaggi storici fino ai tentativi speculativi degli anni ’60 e indicando una via da percorrere: approvare il regolamento urbanistico prima di rimettersi a lavorare sul piano di Baratti, ripristinando così una pianificazione normale, dagli strumenti generali a quelli particolareggiati. Esiste una registrazione integrale del convegno che il comitato metterà presto a disposizione di tutti».
Giù le mani da Baratti
1 Commento:
Graziella Guglielmi
15 gennaio 2011 – 22:10
La dottoressa Zagnoli ha dato voce a quello che era il pensiero di molti: ma dove sono gli Amministratori? Anzi, si è anche chiesta: ma chi li ha votati?! Posso dire VOI, perchè al di là della solidarietà sul problema Baratti e della voglia di lavorare perchè l’assurdo progetto non vada in porto, vi posso dire che ora raccogliete quello che avete seminato. Già in campagna elettorale il nostro Sindaco più volte si è assentato prima di essere chiamato in causa prendendo a giustificativo gli impegni istituzionali. Bene, signori, soltanto io l’ho richiamato a quella che doveva essere una forma di rispetto nei confronti degli altri oratori e del pubblico. Se ne è andato comunque, ma almeno io la parte della stupida non ce l’ho voluta fare.Comunque il problema è Baratti e quello che insistono a volerci fare. Ma non avranno per caso ragione loro e i ciechi siamo noi? Non sarà che con questa manovra il Sindaco si è tolto di mezzo un immobile semidiroccato come il Casone, che poteva costituire un grosso impegno economico per le opere di stabilità e sicurezza? Pensiamo a quanti soldi potranno entrare nelle casse del comune, tanti soldi che faranno comodo alla Patrimoniale, all’Asiu ed anche a noi miseri cittadini. Sono sicura che qualche marciapiede nuovo ce lo rimediamo!.Saluti. Graziella Guglielmi
«Baratti è un posto inclusivo e come tale appartiene a tutti. Non si può pensare di farne un luogo accessibile solo a pochi. Di fronte a questa alternativa la risposta della cittadinanza è inequivocabile». Ha inizio quasi con una sorta di slogan il convegno, organizzato dal comitato “Giù le mani da Baratti”, ieri pomeriggio nei locali del Quartiere Città nuova al Perticale. Oltre duecento persone hanno dunque assistito alla lunga serie di interventi di specialisti ed esperti.
Interventi che si sono susseguiti nell’arco delle oltre tre ore dell’incontro, finalizzato a fare il punto sulle caratteristiche del territorio e il suo confronto col Piano particolareggiato presentato dal comune di Piombino lo scorso agosto. Ad aprire i lavori la coordinatrice Marina Riccucci, (Università di Pisa, ma anche membro del comitato): «Questo convegno – ha esordito – coniuga l’amore per Baratti con la conoscenza del suo valore. In ogni suo aspetto: i boschi, la spiaggia, gli etruschi. Ma mentre il litorale è un litorale ferito dall’erosione, l’area archeologica è invece tutta ancora da capire. Lo scopo del comitato è di tutelare e difendere Baratti: per questo il Piano particolareggiato necessita di alternative».
Proprio il fenomeno dell’erosione è stato uno dei punti sul quale si sono snodati alcuni dei successivi interventi, tra cui innanzitutto quello del portavoce di “Giù le mani da Baratti”, Daniele Quinti, che ne ha rivendicato la notevole importanza: «Il vero problema di Baratti è proprio quello e su di esso si dovrebbero compiere delle riflessioni. Noi non vogliamo disconoscere il Piano, ma riteniamo che non affronti le questioni più stringenti del territorio, e, oltretutto, sradica Baratti dalla sua storia».
«Erosione, archeologia e flussi sono problemi che dovrebbero essere affrontati in maniera unitaria – ha proseguito Franco Cambi, che è il responsabile dello scavo che si svolge sulla spiaggia di San Cerbone – Qualsiasi cosa venga progettata a Baratti deve tener conto dell’aspetto archeologico e ambientale, che vanno di pari passo. Un altro esempio può essere il prato tra il Casone e San Cerbone: sotto quel terreno ci sono dei reperti archeologici e dunque non può essere toccato. Il rischio di ogni intervento non “ordinato” è quello di non riuscire più a trovare la Cattedrale di San Cerbone, che sappiamo essere in quell’area».
«Combattere l’erosione è possibile – ha aggiunto Enzo Pranzini, dell’università di Firenze – Una soluzione potrebbe essere quella di chiudere i solchi sottomarini intorno alla costa, modificando così i flussi delle correnti. Questo territorio subisce da 70/80 anni l’erosione: ora la spiaggia è completamente ciottolosa».
Altri interventi sono venuti da Luca Sbrilli, il presidente della Parchi Val di Cornia, che ha illustrato la storia e il bilancio della società, concludendo con una riflessione sul problema costiero («l’intervento della Provincia è quantomai auspicabile») e sul Casone (per il quale «più attinente una finalità turistico-ricettiva piuttosto che l’utilizzo per appartamenti privati»), Patrizia Zagnoli (università di Firenze, su eco-marketing fra rispetto e valorizzazione del golfo), Massimo Morisi (università di Firenze), Andrea Camilli (sovrintendenza archeologica) e Rossano Pazzagli (Università del Molise), intervenuto su storia, economia e governo del territorio.
Il Comitato “Giù le mani da Baratti”, ha chiosato Quinti, ha raggiunto in pochi mesi (e in maniera assolutamente spontanea) tremila adesioni: «Non siamo l’antipolitica, come qualcuno ci ha definiti, ma dei cittadini che si pongono delle domande».
MELISANDA MASSEI AUTUNNALI
Il Tirreno 15.1.2011