Il chiosco di Baratti frutto di megalomania e di ignoranza

Il chiosco di Baratti frutto di megalomania e di ignoranza

Bastava una semplice struttura in legno.

Qui si fa di tutto per deturpare il paesaggio e allontanare il turismo, quindi al danno paesaggistico si aggiunge quello economico. Sembra rispondere a questa logica l’incredibile vicenda del chiosco di Baratti, una struttura a metà tra lo stile tirolese e il rococò che niente ha a che vedere con la tradizione del luogo. Ora devono intervenire subito la Soprintendenza e le altre istituzioni deputate alla tutela del paesaggio. Baratti è un patrimonio di tutti, non solo del Comune di Piombino.

Piazzare a Baratti un manufatto del genere è un’offesa al buon senso e alle tradizioni locali. Non sarebbe stato meglio una semplice baracchina, magari spostata verso la pineta, o addirittura un banale carretto o qualcosa in legno senza pedane in cemento? I turisti avrebbero apprezzato sicuramente di più e le istituzioni locali non sarebbero cadute nel ridicolo.

Cosa ci voleva a permettere un semplice chiosco per vendere polpo e frutti di mare bolliti o freschi come in altri paesi e città è uso fare ( fish and chips in Inghilterra, moules et pommes frites in Belgio, frutti di mare e ostriche fresche in sud Italia, ecc.)? No, qui si è voluto fare qualcosa di strano che non c’entra niente col contesto. Il tutto per mangiare polpo, arselle, cozze, tonni, squali e magari balenotteri in una deliziosa torta nuziale in stile rococò viennese alla faccia degli etruschi, del paesaggio della Maremma, delle architetture avveniristiche del Giorgini, e tutto questo per ben dodici anni visto che, in base a conti segreti fatti dal Comune di Piombino, tanto occorrerà al gestore per ammortizzare questa capo di lavoro.

Di fronte a questo ridicolo e inutile scempio che sta già facendo imbestialire tanti turisti italiani e stranieri, e che sta facendo il giro del web con foto e commenti a dir poco sarcastici, è necessario che qualcuno intervenga urgentemente in nome del valore paesaggistico e culturale (quindi anche economico) di Baratti, uno dei golfi più belli d’Italia banalizzato da un capriccio architettonico e istituzionale, frutto al tempo stesso della megolomania e dell’ignoranza.

Comitato per Campiglia

Leggi anche: Baratti: dopo gli Etruschi, il rococò – 18.6.2015

Foto: Stefania Ciampana su FB GIU ‘ LE MANI DA BARATTI!!!

Sulla stampa:

Stile libero 9.8.2015

– La Nazione 10.8.2015:

nazione 10.8

image_pdfSalva Pdfimage_printStampa

Un pensiero su “Il chiosco di Baratti frutto di megalomania e di ignoranza

  1. E’ veramente brutto!
    Deve essere abbattuto, sanzionato il proprietario il tecnico progettista ed il/i responsabili comunali che lo hanno autorizzato.
    Le regole valgono solo per alcuni?
    In un ambiente del genere (anche da tutte le altre parti!) certe cose dovrebbero essere tipiche, caratteristiche del luogo, fatte con materiali che riportano e ricordano la tipicità del posto, siamo in Italia, in Toscana sulla Costa Etrusca mica in Turchia!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *