Giallo Rimigliano sugli edifici censiti
Rimigliano, la proprietà più prudente del Comune
Sembra di assistere ad una telenovela, una soap opera della quale si conosce l’inizio ma non si vede mai la fine. Continui colpi di scena. Così, continua, in attesa del rusch finale, la «scoperta di documenti», e, in relazione a questi, tratte nuove conclusioni in merito alla questione «Rimigliano». Lo ricordiamo, l’approvazione del piano è già stata adottata dal Consiglio Comunale, ma, il Consiglio Regionale ha «stoppato» il provvedimento rimandando il tutto all’esame della commissione paritetica regionale. Insomma, comunque vada, un duro colpo per l’amministrazione «politica» (non solo tecnica) del Comune di San Vincenzo.
Ad esempio chiedersi perché il Comune ha dichiarato, nella relazione esplicativa alla Variante al Regolamento Urbanistico, che non ci sono pratiche agli atti relativi agli immobili della Tenuta di Rimigliano, appare naturale. Poi, in merito a questo quesito, tutto tace. «Noi comprendiamo le ragioni dell’imbarazzato silenzio» dice Nicola Bertini (Forum del Centrosinistra).
Per fare chiarezza, entrando nel merito (La Nazione 20 marzo) «ricordiamo che ci sono edifici, la cui costruzione è precedente al 1939 da ritenersi ormai regolari giacché solo nel 1939 entrò in vigore il regolamento edilizio del Comune di Campiglia (San Vincenzo ne faceva parte). Poi, ci sono gli edifici costruiti dopo il 1939 ritenuti legittimi se hanno una pratica edilizia o se sono stati sanati nei condoni degli anni ’80 e ’90. Infine ci sono gli errori. Infatti le fagianaie che costituirebbero superfici da recuperare per 770 mq circa non sono proprio considerabili edifici ma reti per pennuti.
Di un dato siamo certi: l’ultima cosa di cui deve preoccuparsi l’Amministrazione è la Conferenza paritetica. Per rendersi conto che i profili della vicenda interesseranno molto di più altri Uffici, basta dare un’occhiata al “Pama” presentato dalla proprietà.
La proprietà censisce, nel piano, un numero inferiore di immobili rispetto a quanti ne conti l’Amministrazione. È il primo caso in Italia in cui la proprietà si dimentica di possedere edifici e non li dichiara. Cosa ancor più singolare — continua Bertini — è che, mentre il Comune giura che tutti gli edifici sono lì dal 1967, la proprietà fornisce altre date che sembrano molto più realistiche.
A pagina 36, parlando del podere le Chiusacce, e si dichiara “L’edificio principale allungato e quello più a sud erano già presenti nel 1968 mentre i cinque annessi circostanti sono posteriori”.
Ancora a pagina 44 riferendosi alla Casa delle Guardie, a tre annessi circostanti e alle celeberrime fagianaie, si afferma: “l’edificio principale era già presente al 1939, gli altri al 1968 mentre gli annessi al 1984”. Il Comune di San Vincenzo è abbastanza coraggioso da approvare questo progetto della proprietà in cui si dice chiaro e tondo che molti edifici della Tenuta, nel 1967 non c’erano proprio.
Basta dare uno sguardo alle cartografie presentate dal Comune a corredo del Regolamento Urbanistico di Rimigliano per notare immediatamente che le cosiddette “stalle sparse” ed altri edifici, non compaiono in nessun rilievo aerofotogrammetrico né nelle mappe catastali”. Stando a quanto scritto dall’Amministrazione comunale, una buona parte degli edifici della tenuta non hanno pratica edilizia nonostante siano stati costruiti quando era necessaria, non hanno ricevuto sanatorie, non sono presenti nei rilievi aerofotogrammetrici, non esistono al cata- sto ma sarebbero da considerarsi edifici esistenti e legittimi. Alla fine, la proprietà, non osava sperare tanto».
p.b. -La Nazione 23.03.2012
Bertni (Forum): Tenuta, i dati sugli edifici non tornano
La vicenda della Tenuta di Rimigliano – la cui variante urbanistica, approvata dal consiglio comunale lo scorso 3 ottobre, sarà discussa a partire dal 28 marzo dalla Conferenza paritetica interistituzionale indetta dalla giunta regionale – si arricchisce di un altro caso che potrebbe rimettere ulteriormente in discussione il piano urbanistico, che prevede la costruzione di circa 120 case e un albergo nella Tenuta di 560 ettari lunga la via della Principessa.
Dopo i documenti scoperti giorni fa nell’archivio comunale da Nicola Bertini del Forum, circa pratiche edilizie di manufatti esistenti nella Tenuta risalenti agli anni ’50 e all’inizio dei ’60 – diversamente da quanto avrebbe dichiarato il dirigente comunale nella relazione allegata alle contro-deduzioni alle osservazioni al piano della Regione, in cui si sarebbe negata l’esistenza di tali pratiche – ecco che lo stesso Bertini mostra i documenti che proverebbero che la stessa proprietà (la Rimigliano srl), all’interno del Ppmaa (Piano aziendale di miglioramento agricolo ambientale) avrebbe dichiarato che vari manufatti risalirebbero ad anni anteriori al ’39, altri al ’68 e altri ancora al 1984, smentendo quanto avrebbe affermato il dirigente nella citata relazione, ossia che tutti i manufatti della Tenuta sarebbero anteriori al 1967.
«Ci sono alcuni edifici – sostiene Bertini – costruiti prima del 1939, da ritenersi ormai regolari giacché solo nel ‘39 entrò in vigore il regolamento edilizio del Comune di Campiglia di cui allora San Vincenzo faceva parte. Poi ci sono gli edifici costruiti dopo il ’39, che devono essere ritenuti legittimi se hanno una pratica edilizia o se sono stati sanati nei condoni degli anni ’80 e ’90.
Infine ci sono gli errori. Infatti le fagianaie che costituirebbero per l’amministrazione superfici da recuperare per 770 mq circa, non sono proprio considerabili edifici. Per rendersene conto, basta dare un’occhiata al Ppmaa presentato dalla proprietà. Questa censisce, nel piano – prosegue il capogruppo del Forum – un numero inferiore di immobili rispetto a quanti ne conti l’amministrazione. Mentre il Comune giura che tutti gli edifici sono lì da prima del 1967, la proprietà fornisce altre date che sembrano molto più realistiche».
Paolo Federighi -Il Tirreno 23.03.2012