Ecomostro: passiamo ora alla peperonata (Forum San Vincenzo)
Dopo l’antipasto e il primo che metteva in luce come gli unici ampliamenti ai Lecci dovessero essere destinati a strutture ricettive, passiamo alla peperonata. Pagina molto indigesta quella che leggerete ma ci limitiamo a mettere in fila fatti e documenti, se la realtà è spiacevole, non è colpa di chi scrive. Sappiamo che l’ecomostro non poteva essere ampliato perché non è nella 6.5 – la zona in cui è possibile ampliare – e perché non sono volumi turistici ma residenziali.
Il permesso di costruire parla di 106 mq anche se poi la Forestale ne ha trovati una cinquantina in più. Ma da dove vengono questi 106 mq che sono definiti “esistenti”? Scartabellando nella pratica balza agli occhi (persino di un consigliere di minoranza, figurarsi se poteva non accorgersene la Giunta) un estratto catastale che individua l’immobile così come avrebbe dovuto essere ancora nel 2009.
Ebbene non solo le forme sono diverse ma si tratta di un immobile ad un unico piano che non arriva neppure a 50mq. Altro che ristrutturazione a parità di volumetrie. Le superfici sono state più che raddoppiate nonostante il PS e il RU, approvati dal Consiglio Comunale non ammettessero assolutamente una simile possibilità.
L’unica sanatoria dell’immobile in oggetto risale all’86 istanza n° 571 concessa nel 1989 (n°535). Si parla espressamente di “abitazione per gestore piscine” e la superficie è di 46,88 mq. Nel 1995 viene richiesto un ampliamento in sanatoria. La superficie della richiesta – 30,24 mq in più – non sarebbe sufficiente ad arrivare ai famigerati 106 mq concessi nel 2007 dal Comune, ma non occorre neppure fare i conti.
La Commissione Edilizia Integrata con atto 17 del 6/12/1995 esprime parere CONTRARIO alla richiesta e la Soprintendenza di Pisa concorda col parere della Commissione recepito peraltro dall’Amministrazione con atto n 82 del 18/12/1995.
Allora chiariamoci. I metri quadri esistenti sono 46,88. Si era provato a farli aumentare nel 1995 ma la richiesta è stata respinta, pertanto alla data della presentazione del Progetto unitario di intervento del 2007 i metri quadri erano 60 in meno rispetto a quelli concessi dal Comune. Visto che si tratta di una ristrutturazione a parità di volumetrie, l’Amministrazione può solo ingiungere la demolizione COMPLETA della struttura, non solo per quanto riguarda le opere in più rispetto alla concessione del 2007.
Un’ultima riflessione in attesa del dessert, quanto è scaduta la politica se da un parere contrario del 1995 a tutela del paesaggio e della duna, si è passati ad un progetto unitario come quello del 2007? Già perché il gioco delle tre carte sui volumi non riguarda solo la torretta ma molti altri edifici all’interno della scheda del Regolamento Urbanistico relativa ai Lecci. Sarebbe incredibile se, di fronte ad un simile cumulo di omissioni, noncuranze ed errori, nessuno pagasse per l’accaduto, e sarebbe bene non scaricare il fardello sull’ultima ruota del carro come spesso avviene.
Bertini Nicola
Maurizio Viliani