Caso Paradù, il Comune si prenda la sua parte di responsabilità

Caso Paradù, il Comune si prenda la sua parte di responsabilità

Comunicato:

Il Comitato per Campiglia in merito al caso Paradù, condivide l’appello di darsi da fare per impedire che a fare le spese di una urbanistica condotta in maniera improvvisata e superficiale siano i lavoratori.

Però di fronte a casi così gravi, l’attuale Sindaco del Comune di Castagneto non può parlare di strumentalizzazioni politiche cercando di chiamarsi fuori da una vicenda che il suo predecessore e il Comune hanno contribuito a determinare, accettando interpretazioni estremamente discutibili delle norme vigenti e non approfondendo sufficientemente la legittimità delle opere dichiarate come tali dalla proprietà.

In particolare ci si riferisce alla presenza delle reti di luce, d’acqua e fognature che sono state dichiarate come sempre presenti a servizio di tutte le capanne polinesiane, una per una, ammesse dalla Soprintendenza e di tutte le piazzole del Club Mediterranée, e che hanno permesso l’installazione delle attuali 193 casette che, nei programmi dovrebbero diventare 654 con 850 appartamenti, come risulta garantito in un sito inglese che reclamizza l’intervento.

Se oggi il Comune vuole farsi carico in prima persona di aiutare i lavoratori, dovrebbe rivedere i suoi comportamenti e fare quanto già suggerito anche dal Comitato per Campiglia in un incontro pubblico del Giugno 2013, dove il Sindaco garantì, con molta arroganza, la perfetta correttezza di tutta l’operazione.

Oggi il Comitato per Campiglia chiede che il Comune si prenda la sua parte di responsabilità della attuale crisi occupazionale e si prenda l’autorità di fare presentare immediatamente un Piano Attuativo che, anche se diverso dalle previsioni del vigente Regolamento Urbanistico, garantisca almeno che la presenza di turisti non superi le 750 unità ammesse dal Regolamento vigente, che le caratteristiche delle unità di accoglienza siano riviste perché siano effettivamente mobili e rimovibili in modo da evitare di realizzare “costruzioni che producono autonomamente reddito” dal punto di vista anche solo catastale, che siano rimosse tutte le reti eventualmente realizzate senza nulla osta dal punto di vista del vincolo paesaggistico e del vincolo idrogeologico e non necessarie alla unità ricettive ammissibili, e infine che parte della pineta e del litorale venga destinata ad uso pubblico attraverso la cessione al Comune.

Campiglia Marittima 11-12-2014

Comitato per Campiglia
Arch. Alberto Primi

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