Baratti, il comitato non molla sulla presa del piano

Affollata assemblea costitutiva al ristorante Demos: «Vogliamo un confronto vero e senza paletti»

«Baratti non può diventare San Vincenzo. Baratti ha delle caratteristiche proprie che la rendono unica: non ha bisogno delle cose che sono scritte nel piano particolareggiato». La sala del ristorante Demos, gremita di gente, si riempie di applausi.

I primi dei molti che scandiranno la prima assemblea effettiva del gruppo “Giù le mani da Baratti”, nato su Facebook alla fine di agosto e da ieri ufficialmente comitato. L’architetto Alberto Primi (nonché presidente del Comitato per Campiglia), prosegue: «Il problema non è quello di creare nuove strutture, quanto piuttosto di garantire tempi più lunghi di frequenza sul territorio. Il Comune ci deve molte spiegazioni sulla legittimità di molti dei punti del piano».

«A cosa giova questa operazione? – si chiede il professor Leonardo Rombai, presidente di Italia Nostra Firenze e docente all’ateneo fiorentino – Al business e a pochi privilegiati, mentre va a danno della collettività. Leggendo il piano di indirizzo territoriale della Toscana scopriremmo vincoli che ci permetterebbero di dormire tra due guanciali. A Baratti non sono consentite speculazioni, ma solamente recuperi, che debbono effettuarsi nel rispetto del paesaggio».

Di equilibri ambientali ha parlato Adriano Bruschi, presidente di Legambiente: «Soprattutto per quel che concerne la spiaggia, dove gli interventi previsti, ad esempio al Centro velico, sembrano andare in una direzione opposta».

Moltissimi, poi, i contributi da parte del pubblico, composto in parte da diretti interessati (operatori, commercianti), ma anche da semplici cittadini. Non a caso il gruppo “Giù le mani da Baratti” su Facebook oggi conta 2707 iscritti: «Chiaramente aperti al dialogo» come Daniele Quinti, tra i fondatori, ha specificato in apertura dell’assemblea. «Quello che vorremmo – ha proseguito – è un confronto vero e privo di paletti, pronto a ridiscutere tutto». Il comitato rifiuta le decisioni già prese: «Baratti ha bisogno di interventi di manutenzione. Di consolidare, ad esempio, spiaggia e pineta, e non di assalti al suo cuore. Per questo non abbiamo nessuna intenzione di fermarci e daremo vita ad altre iniziative e assemblee».

M. MASSEI AUTUNNALI

Il Tirreno 30.10.2010

«Siamo pronti a dare battaglia contro il piano di Baratti»

«I PALETTI non ci piacciono». Daniele Quinti, portavoce del Comitato Giù le mani da Baratti, soddisfatto ed emozionato per la tanta gente che ha preso parte ieri al primo incontro pubblico, ha sintetizzato così il suo intervento. Il ristorante Demos a Baratti era stracolmo di gente, quella che prima “si è trovata sulla spiaggia” come ha ricordato Quinti, poi in rete ed ora fa parte di un Comitato, fatto di tante persone, da tutta Italia, pronti a dar battaglia contro il piano di Baratti.

«Ci saremo anche noi al percorso partecipativo che sta organizzando il Comune – continua Quinti – non siamo un comitato del no, siamo pronti al dialogo, ma i paletti non ci piacciono (si riferisce al Casone e alla spiaggia per Poggio all’Agnello che non rientra nella discussione del percorso partecipativo, ndr). Vogliamo invece ripartire da zero. Vogliamo tutelare l’identità del luogo, sviluppare i 37 esercizi che già ci sono a Baratti. Vogliamo anche che il percorso venga allargato alle associazioni culturali, alle università, alle associazioni sportive. È vero Baratti ha bisogno di interventi di manutenzione ma non ha invece bisogno di interventi che mettano a rischio l’identità del luogo».

E SUL FATTO che il Casone è una struttura privata, Quinti controbatte che «è però un bene di interesse pubblico. E quindi il comune può decidere la destinazione d’uso». Alberto Primi, presidente del Comitato per Campiglia ha preso la parola riassumendo il piano particolareggiato di Baratti e ponendo quattro domande all’amministrazione comunale: «Perché è stato promesso al proprietario del Casone un cambio d’uso; se è stata verificata la legittimità dei riempimenti della zona “parcheggio di Canessa”; perché si pensa di stravolgere il “Belvedere” di Populonia con nuove pavimentazioni…e infine che vantaggio ne trae la collettività dalla realizzazione dell’albergo a Populonia”. “Sarebbe meglio – conclude Primi – tentare di allungare la stagione turistica ai 37 esercizi già esistenti puntando magari sull’archeologia».

DALLA RETE anonima e asettica, questo gruppo facebook è riuscito a mobilitare tanta gente, a metter su riunioni ed incontri, a diventare un soggetto reale, un interlocutore, a rappresentare non più a suon di clic su una tastiera gente virtuale, ma adesso tanta gente “vera”.

Maila Papi
La Nazione 30.10.2010

«Un’operazione scandalosa»

«SONO scandalizzato. Questo piano ha un posto d’onore fra le cattive scelte urbanistiche. È un’operazione scandalosa nel metodo. Baratti è patrimonio dell’umanità e va preservato». Lo ha dichiarato all’assemblea del Comitato Leonardo Rombai, docente di geografia storica all’Università di Firenze, presidente di Italia Nostra-Firenze, l’Associazione che si occupa di salvaguardia del patrimonio artistico, culturale e ambientale.

 

 

 

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