Attività estrattive e Parco: prove per un futuro diverso
«Nonostante la difficile situazione sanitaria del nostro Paese, i difficili mesi di blocco che abbiamo attraversato, non abbiamo voluto tralasciare uno dei temi più complessi, ma allo stesso tempo più importanti per il nostro territorio».
È quanto premesso dalla sindaca di Campiglia Alberta Ticciati in apertura nella sala Sefi del 1º degli incontri pubblici per fare il punto sul Piano regionale cave, approvato dal consiglio regionale a fine luglio, e per raccontare il lungo e intenso lavoro fatto dall’amministrazione comunale per dare seguito all’indirizzo del programma elettorale poi ribadito dall’ordine del giorno votato all’unanimità, che impegnava a costruire un percorso capace di programmare le prospettive una volta concluse le attività estrattive presenti sul nostro territorio.
È su questa linea che l’amministrazione ha da mesi iniziato un percorso di condivisione con la Regione Toscana, le aziende private, le forze politiche, sindacali, economiche, le associazioni, per raccontare il progetto ambizioso su cui ha deciso di impegnarsi.
Il lavoro sino ad oggi si è concentrato principalmente sul Monte Calvi, dove coesistono il Parco archeominerario e le attività di cava. La proposta che è emersa è rappresentata da un accordo a tre tra Comune, Regione e Cave di Campiglia che stabilisce gli impegni e le azioni reciproche, con un obiettivo: creare un percorso che consenta, all’indomani della chiusura delle cave, di completare il Parco archeominerario di San Silvestro, progettando e programmando una nuova vita economica, sociale, culturale e turistica per quelle aree.
«Un progetto molto ambizioso, complesso che richiederà anni di lavoro, ma che abbiamo l’obiettivo di far partire da subito, convinti che per affrontare temi così articolati non si possa che proporre soluzioni di ampio respiro – afferma Ticciati -. Del resto, possiamo imparare da Francovich, sapendo che se oggi la Rocca di San Silvestro rappresenta la principale attrazione del nostro Comune e non solo, lo dobbiamo a lui che ha intuito in maniera visionaria, partendo da niente, quale era il potenziale da sviluppare».
L’accordo, quello di cui si discute, che prevede l’applicazione del Piano regionale cave, ma allo stesso tempo rinunce e cessioni da parte dell’azienda che si impegna a condividere con Comune e Regione una data definitiva di chiusura dell’attività e programma da oggi un percorso di riconversione economica, occupazionale, culturale e turistica, investendo nel recupero dei beni storico-minerari ancora sconosciuti ai più, ma anche in nuove forme di turismo sportivo.
«Un passaggio storico che segna un punto fermo importante per lo sviluppo di questo territorio – sottolinea la sindaca -. Certamente un punto di partenza, non di arrivo, che interroga seriamente anche sul modello proposto dalla società Parchi e sull’interpretazione dello stesso da parte della nuova amministrazione, quale tassello fondamentale per la messa a sistema e promozione del prezioso e diffuso patrimonio archeologico e culturale della Val di Cornia».
Annalisa Mastellone – Il Tirreno 23.8.2020