Scavi alla Pulledraia: sta venendo alla luce una necropoli romana
I resti umani venuti alla luce durante gli scavi alla Pulledraia saranno studiati dall’università di Pisa. «Un altro importante tassello nel percorso di indagine archeologica e storica in corso nel parco termale di Venturina Terme» sottolinea l’assessore Gianluca Camerini nella pagina Facebook dell’assessorato alla Cultura.
A due mesi dall’inizio della campagna di scavo voluta dall’amministrazione comunale e promossa insieme alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno, il trust di scopo Sostratos ha scoperto altri resti che potrebbero essere testimonianza di una necropoli romana.
«Nelle ultime settimane le ricerche si sono concentrate nell’area della Pulledraia – si legge nell’aggiornamento Facebook dell’equipe guidata dall’archeologo Alessandro Viesti – dove abbiamo identificato una struttura ampia 9 metri per 6 con mura di ben 90 cm di larghezza, una sorta di recinto funerario dentro e nei pressi del quale, nei primi secoli della nostra era, venivano cremati i defunti degli abitati circostanti.
L’area è stata successivamente occupata da sepolture ad inumazione: abbiamo scoperto alcune tombe a bauletto, cappuccina e fosse terragne: una piccola necropoli frequentata fino all’età tardo antica. L’assenza di corredi significativi – prosegue – all’interno delle sepolture rende difficile non soltanto la datazione ma anche l’identificazione della cultura di appartenenza: ogni ipotesi è dunque possibile. Con l’obiettivo di approfondire le indagini abbiamo concluso un accordo con l’Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia del Dipartimento di Ricerca Traslazionale, che ci fornirà assistenza antropologica sul campo e che condurrà le ricerche sui resti umani».
«Questa collaborazione rappresenta un importante passo avanti per le nostre indagini sulle radici storiche di Venturina Terme». Si tratta di un’altra importante evidenza riemersa in uno dei seggi dello scavo, seguita a quella di una tomba dell’epoca romana, con resti e corredo funebre, ai piedi del mausoleo di Caldana.
L’area archeologica di Venturina insomma sta rivelandosi un vero tesoro che potrà essere sfruttata anche per il turismo.
A.M. Il Tirreno 20.8.2020