“Venturina Terme: il nome è già un buon risultato”

L’assessore Benedettini interviene sulla nuova denominazione della frazione:
Mentre ammiravo i fuochi d’artificio che inneggiavano a Venturina Terme, pensavo a cosa avrebbe detto Giorgio Calandra, colui che per primo propose tale denominazione. Cadde nel vuoto perché proveniva da un democristiano, cioè uno che faceva opposizione alla maggioranza social comunista del Comune di Campiglia.
I Burci, gran signori della Pulledraia, avevano inaugurato un moderno stabilimento termale sui resti di uno precedente, a sua volta realizzato sui resti di quello costruito nei primi decenni dell’Ottocento. Già, la successione temporale ci fa capire quanta storia stia dietro le attività termali di Venturina o, se volete, di Caldana. Acqua calda che sgorga in modo naturale dalle visceri della Terra. Naturale, capite l’importanza? Insomma, non c’è bisogno di tirarla su artificialmente ed è un valore enorme. D’altra parte, le acque della Fossa Calda corrono quiete da millenni ed è un peccato che se ne vadano al mare di Torre Nuova, pur raccolte nei due laghetti che hanno fatto da fondale ai fuochi dell’altra sera. Giorgio Calandra aveva visto giusto ma lo aveva detto in un contesto che non era in grado di recepire la portata della proposta. No, non avrebbe gioito, Calandra. Troppo tempo è trascorso. Il fatto, però, è che finalmente ci siamo giunti. Vedo che si è aperta la polemica, a volte bizzarra, a volte costruttiva, a volte scioccherella. A qualcuno rode, è evidente. Venturina Terme è un passo importante per rilanciare le attività termali già esistenti e quelle che vi ruotano intorno. Una vasta area da sistemare ma, in gran parte, acquisita al patrimonio pubblico, pronta al decollo. L’amministrazione comunale ha già investito somme notevoli per questa zona. Sta predisponendo un progetto di sistemazione della “pinetina”, l’ultima arrivata al patrimonio pubblico. E’ la zona rimboschita dove diverse decine di anni fa esisteva Poggio alla Luna, l’unica dove sono state piantumate migliaia di piante.
Il viale delle Terme, in breve, è diventato la passeggiata di centinaia di persone, che guardano con speranza a quanto avverrà nel prossimo futuro. Capisco che sarebbe bello vedere realizzarsi ciò che sta scritto nei programmi e negli strumenti urbanistici ma è difficile, specialmente oggi. Vale la pena ripeterlo: il patto di stabilità è un cappio al quale non si sfugge. Prima si allenta, meglio è per tutti. Alcuni criticano, voglio credere in buona fede, l’amministrazione comunale di cui faccio parte, per una sorta di inerzia o perché non ha un progetto da perseguire. Sappiano che esiste un Piano termale, che diversi milioni sono stati già spesi e che sono rimasti altri fondi da impegnare per realizzare quanto previsto da quel Piano. Per farlo occorre tempo, occorre perseveranza e tanto, tanto denaro che, oggi, manca. La struttura della ex Cave e Fornaci è proprietà privata. Ciò che rimane della Betonval è ancora proprietà privata. Ovunque ti giri c’è tanta proprietà privata e, con essa, deve fare i conti il Comune. Non c’è altra via.
I critici si soffermano su quella che il Piano definisce «Porta a Nord», non gradiscono quanto previsto in abitazioni. Uguale è per la zona dei due laghetti sulla cui condizione si infittiscono i commenti. Essi sono stati acquisiti alla proprietà comunale solo da un anno, prima erano di Cigri ed Asa. A fianco, c’è il giardino di Tufaia sul quale si può intervenire insieme allo spazio dei laghetti. Il fatto è che ogni intervento su questa parte di Venturina Terme e, più in generale, su ogni luogo della cittadina, deve fare i conti con l’esistente. Però, i progetti ci sono e pure la volontà di realizzarli. Ora, poi, lo pretende la nuova denominazione anche se non può essere solo il Comune a impegnarsi in questa opera. Vorrei che i programmi futuri camminassero su gambe realistiche: un progetto e accanto i mezzi per realizzarlo. Il difficile è sempre stato questo.
Gianfranco Benedettini
La Nazione 5.1.2014