Una vera partecipazione e non solo “vernissage” per i nuovi progetti

Risposta del Comitato all’assessore all’Urbanistica di Campiglia, Gianfranco Benedettini:

Al di là di inutili polemiche e contrapposizioni, è necessario precisare che il Comitato per Campiglia non opera “per accanimento terapeutico”, ma in relazione ad interventi dell’amministrazione comunale che sembrano mettere a rischio, o non tutelare sufficientemente, il  patrimonio culturale e paesaggistico del paese. Uno di questi è la scarsa qualità dell’esecuzione delle opere pubbliche, come recentemente denunciato: il coronamento del muro del “piazzone” posto in opera tutto storto, il restauro della Pieve lasciato a metà, l’incompleta valorizzazione del mausoleo di Venturina. Esempi tutti che dimostrano responsabilità non dei soli amministratori, ma anche dei tecnici: di chi progetta, di chi dirige e di chi controlla.

Riguardo poi a nuovi progetti, sarebbe bene che si promuovessero dei momenti di vera partecipazione , e non solo “vernissage”, per capire cosa i cittadini considerano necessario e prioritario per il loro territorio quando siano informati correttamente e forniti di documentazioni complete ed esaurienti. In un secondo tempo, cioè al momento della progettazione, sarebbero inoltre auspicabili dei concorsi che, pur comportando tempi più lunghi e qualche costo in più, costituirebbero uno strumento indispensabile per stimolare il confronto tra idee e per alzare il livello qualitativo dei progetti.

Distinti saluti
Comitato per Campiglia
Alberto Primi

Campiglia Marittima 6 febbraio 2012

Sulla stampa:

Parchi pubblici, il Comitato chiede più partecipazione
«Il Comitato per Campiglia non opera per accanimento terapeutico». È la secca replica del presidente Alberto Primi all’assessore all’urbanistica Gianfranco Benedettini, in merito alla questione dei progetti di riqualificazione dei parchi pubblici. «Al di là di inutili polemiche e contrapposizioni, è necessario precisare che il Comitato opera in relazione ad interventi dell’amministrazione comunale che sembrano mettere a rischio, o non tutelare sufficientemente, il patrimonio culturale e paesaggistico del paese.

Uno di questi è la scarsa qualità dell’esecuzione delle opere pubbliche, come recentemente denunciato: il coronamento del muro del “piazzone” posto in opera tutto storto, il restauro della Pieve lasciato a metà, l’incompleta valorizzazione del mausoleo di Venturina. Esempi tutti che dimostrano responsabilità non dei soli amministratori, ma anche dei tecnici: di chi progetta, di chi dirige e di chi controlla – incalza Primi – riguardo poi a nuovi progetti, sarebbe bene che si promuovessero dei momenti di vera partecipazione, e non solo “vernissage”, per capire cosa i cittadini considerano necessario e prioritario per il loro territorio quanto siano informati correttamente e forniti di documentazioni complete ed esaurienti. In un secondo tempo, cioè al momento della progettazione, sarebbero inoltre auspicabili dei concorsi che costituirebbero uno strumento indispensabile per stimolare il confronto tra idee e per alzare il livello qualitativo dei progetti».
La Nazione 7.2.2012

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