«Una piazza in zona blu? Così il commercio muore»

«Una piazza in zona blu? Così il commercio muore»
Silvano Zanchi contesta il progetto dell’Amministrazione per Venturina: «Questo paese è nato e ha sempre vissuto grazie all’Aurelia»
«Che senso ha fare una piazza nella zona blu? Sarebbe il colpo di grazia per far morire il centro». Silvano Zanchi, commerciante di Venturina, non ha sono dubbi: chiudere la ztl per creare una piazza pedonale porterebbe al collasso le attività commerciali.

Negli ultimi mesi si è riacceso il dibattito sul futuro della zona blu, che sarebbe interessata da un progetto di riqualificazione che prevede appunto la creazione di una piazza, come punto di aggregazione e cornice a eventi e iniziative culturali. «Venturina è nata sull’Aurelia e vive grazie all’Aurelia – spiega Zanchi -. Per cui chiuderla per farci una piazza di 100 metri quadri, da via Mazzini fino all’angolo di via fratelli Cervi, entrambe percorribili, a cosa serve? A parer mio, una piazza nasce dove ci sono palazzi di governo, chiese, monumenti, o per rappresentare qualcosa o qualcuno, ma qui non serve a niente. Se proprio vogliono crearne una, e questa è una proposta che voglio fare all’amministrazione, la zona più idonea sarebbe nell’ultimo tratto di via Alighieri, tra la chiesa e piazza del Popolo, lì verrebbe una piazza naturale».
L’idea della piazza è stata pensata anni fa dall’amministrazione, e il sindaco Soffritti ha da tempo annunciato un restyling del cuore della frazione, che avrebbe avuto la collaborazione degli esercenti. «Bisognerebbe però fare un referendum tra i commercianti per capire cosa ne pensano tutti – sottolinea -. Nel 2003 feci un calcolo approssimativo: nella zona blu, lunga circa 250 metri, all’epoca c’erano 200 addetti al commercio, tra titolari e commessi. Ora siamo neanche 65, vuol dire che un terzo delle attività è scomparso, hanno chiuso o cambiato destinazione». Colpa, secondo Zanchi, “oltre che della diffusione di centri commerciali” anche della nascita della ztl, che andrebbe riaperta per rendere il centro più attrattivo e frequentato.
«È partita nel 1997 in maniera sperimentale, doveva durare 6 mesi e se non andava si levava – spiega -. Sono stati spesi 2 miliardi delle vecchie lire, ma non ha funzionato, e l’amministrazione non vuole ammetterlo». Venturina non è un borgo storico, «ma vive di un turismo di riflesso e non ha strutture ricettive qui in paese – sostiene -, e l’aver tappato con la ztl la vecchia Aurelia, vita e benessere del paese, è stato controproducente.
Ora vogliono farci una piazza come punto di aggregazione con eventi e iniziative? Ma perché non sfruttare il polo fieristico per queste cose?». Poi fa un’altra proposta all’amministrazione, facendo riferimento al vecchio programma di riqualificazione di via Cerrini, che sui resti della vecchia fabbrica Incerti e nell’area degli ex magazzini comunali prevedeva un edificio a corte, con al centro una piazza di 5mila metri quadrati, con fondi commerciali e appartamenti. «Vogliono fare questo progetto? Allora se il Comune vuole chiudere il centro di Venturina dia a noi commercianti della zona blu 20mila euro a testa per trasferirci nella piazza di via Cerrini. Almeno sopravviveremo».
Con la crisi che ha mandato al collasso il piccolo commercio, «un’amministrazione dovrebbe spendere soldi pubblici in cose urgenti e più importanti, invece di rovinare una via che ha fatto nascere Venturina Terme. Il disegno urbanistico dell’Aurelia dovrebbe servire all’accesso e al transito in paese, e per farlo conoscere nella sua totalità. Il Comune potrebbe metterne in risalto piccolo commercio e artigianato locale, anche organizzando corsi o attività. Insomma, se vogliamo dare ossigeno al paese, dobbiamo aprire gli accessi di entrata e uscita».
Annalisa Mastello – Il Tirreno 7.4.2016
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