Un qualificato giudizio sulla stazione di Campiglia
Roberto Mancini, docente di storia moderna all’Università IUAV di Venezia ci scrive:
L’operato politico di un sindaco si misura non sulle retoriche dei suoi discorsi, ma sulla qualità dei provvediamenti attuati dalla sua compagine amministrativa. Specialmente in un piccolo comune le azioni si giudicano dalle piccole cose, dai provvedimenti minimi, finanche dalle decisioni interstiziali. Mi è già capitato in passato di avanzare dubbi sulle scelte ‘strutturali’ degli amministratori. Questa volta ritengo di dover intervenire per richiamare l’attenzione su una questione apparentemente del tutto marginale. Il sindaco è forse frequentatrice sbadata dei luoghi che amministra, e non so se ha mai avuto occasione di passare ultimamente nei pressi della stazione ferroviaria e nel piazzale ad essa antistante.
Peccato, perché se lo avesse fatto, sarebbe rimasta di certo stupefatta. Un anonimo, ma in fin dei conti del tutto funzionale spazio libero con il suo alto e secolare cipresso di vedetta e stato trasformato in una – come potremmo definirla? – una piazza barocca con quelle sue linee curve? In un sistema di atolli? In un marchingegno per lo sterminio della socializzazione? In un sistema per la precarizzazione del passante?
Ecco, questo spazio astratto in un mare di nulla forse il sindaco lo troverebbe attraente, e perfino ben congegnato. Ma io credo di sapere perché, perché esso è davvero metafora della sua politica, basata sulla insussistenza delle idee e sulla demagogia. Metafora dei vuoti che percorrono l’amministrazione comunale del tutto confusa, banale, talvolta retorica. Ma attenta a come carpire denaro dai cittadini, in quel caso molto attenta, direi perfino scaltra.
Ecco infatti che laggiù, in the middle of nowhere, sono stati alzati i cartelli per le soste orarie: ‘parcheggio ore una consentito negli spazi’, recitano. Sessanta minuti per andare dove? C’è forse una farmacia nei pressi? Un mall? Una sala giochi, una morgue? Qualcosa che giustifichi il turn over? No, non c’è niente di tutto questo, c’è solo qualche vigile urbano che fa il giro di ronda e multa gli sbadati del parcheggio per racimolare qualche spicciolo per conto dell’amministrazione. Ecco non i cittadini degni di considerazione e rispetto, non i pendolari, non i lavoranti a turno: quelli che usano i mezzi pubblici per risparmiare, non loro, ma l’ente amministrativo che sfama se stesso è al centro della scena, lui e il suo marchingegno che lucra sull’onesto lavoro degli altri.
Questo Comune che si appresta a diventare ‘terma’ e poi ancora, forse, a raddoppiarsi fintamente con Suvereto, è in realtà un luogo semplicemente senza più né capo né coda. Stretto tra la crisi della grande madre siderurgica e il randagismo dell’attrezzeria turistica. Un paese senza né capo né coda, persino senza una idea di sé, cioè senza una identità.
Ebbi modo di scrivere, or sono già molti anni, che occorreva cautela nell’autodefinirsi con categorie storiche: allora andava di moda il ‘paese medievale’, o il ‘paese etrusco’, invitavo alla cautela, pure con qualche argomentazione ‘tecnica’, dicevo così per rispetto di filologie e per cercare di evitare il ridicolo. Devo richiamare oggi le stesse ragioni: due piscinette di acque calde possono bastare per inventarsi una nuova identità? Certo in questo nulla almeno risuona un nome, un nome purchessia.
C’è qualcosa che non mi piace nel toni di Mancini, soprattutto nelle ultime righe.
Credo di potermi ritenere un critico della politica locale e sono d’accordo sul fatto che la zona della stazione sia degradata nonostante i lavori che l’hanno interessata negli ultimi anni. Credo però che non si debba cercare di sminuire gratuitamente le ricchezze del territorio.
Non ho proprio capito: Mancini nega che il paese di Campiglia Marittima sia di origine medievale? Che sulle colline retrostanti il paese ci siano tracce della civiltà etrusca? E’ mai stato al Calidario(ok, non è certo grande, ma definirlo una piscinetta….)?
Criticare l’operato di una giunta comunale, soprattutto in questo periodo, è “come sparare sulla Croce Rossa”. Quando ci sarà data la possibilità di leggere anche delle Proposte, oltre che alle critiche, su questo sito?
Saluti. Alessandro Nencini
buongiorno,
condivido le parole di Mancini e faccio i complimenti al Professore per l’inglese… il resto dello scritto si commenta da sè…
Jacopo Bertocchi
mi scuso… condivido le parole di Nencini!!!!
certo il tono delle parole di MANCINI è duro, ma molto peggio è quello che esce dalle labbra dei pendolari costretti a parcheggiare in luoghi improbabili e spesso negli ultimi tempi AL BUIO se è mattina presto per esempio….
Il nuovo parcheggio lato treno è scomodissimo, quello sopra le oche diminuito dopo la creazione dei marciapiedi che impediscono la sosta a pettine, quello sterrato, dove la strada finisce in un cordolo, incredibile, geniale, per non parlare della difficolta delle soste brevi! A proposito di soste brevi chi viene da nord , sempre con riferimento alle oche, se vede un posto a sinistra prima della rotonda in teoria può parcheggiare, dato che non c’è riga continua, invece no, e siccome non vede il cartello visibile solo da chi ha fatto la rotonda, si piglia una bella multa !!! un bell’incasso per il comune a detta di testimoni che lavorano in stazione…
Io uso spesso il treno e mi chiedo anche se i grandi marciapiedi, credo previsti come aiuole, dovranno servire a qualcosa , tipo concerti o altro perché inutilizzabili per la sosta umana ( d’estate erano un inferno ) o delle macchine . Mah evidentemente chi ha progettato tutto ciò non usa il treno ! Su tutto fa la guardia il misero resto del cipresso.
Vorrei poi dire che nelle ultime parole di Mancini non leggo disprezzo , ma, caso mai, amore tradito e che con le due piscinette forse intende che amministrazioni che hanno chiuso il Calidario nella speculazione edilizia ( senza neanche la piazza prevista )e che vorrebbero costruire ai laghetti di Tufaia, luogo di grande poesia, non possono in buona fede credere a dare il nome Terme a Venturina.
E’ una sfogo, ma sono veramente arrabbiata (!?), per me la Stazione di Campiglia è ed è stata importante.
PS.Il riferimento al laghetto delle oche è per dare il la alla risposta di Jacopo B.
Ripeto che sul degrado della stazione sono pienamente d’accordo.
Basta con questa storia sui laghetti di Tufaia, sono anni che viene paventata dalle varie opposizioni di questa giunta comunale e non mi sembra che certe affermazioni trovino corrispondenza nella realtà.
l’edificazione lungo lato Puledraia ai laghetti è prevista nel Regolamento Urbanistico. Poi che si faccia o no è un altro paio di maniche, e io spero di no
Leggo Roberto Mancini e gli rispondo solo perché con lui ho una amicizia di lunghissima data. Stento a riconoscerlo in questo scritto. Critica, certo e fa bene. So che è critico ma stento a ricoscerlo in questo scritto. La stazione, al suo interno non è di competenza comunale. All’esterno lo è. A me pare molto meglio di come era prima. Deve ancora completarsi. L’altra sera sono passato di lì, arrivava il treno delle 19 o giù di lì. Sono scesi un centinaio di persone che hanno affollato i piazzali. Dopo tre minuti tre, il piazzale era di nuovo deserto. Che cosa è una stazione? Luogo di transito, di andirivieni o luogo di passeggiate, di letture o di che cosa altro? Quanto sosta una persona all’esterno di una stazione? L’esterno delle stazioni di San Vincenzo, di Follonica, di Pisa e, mi voglio rovinare, di Firenze, sono migliori di quella di Campiglia? A me, con tutta franchezza, modestia ed onestà, sembra proprio di no. A Mancini chiedo: dici che Venturina non ha più capo e coda. Quando l’ha avuto? Quando vi abitavi tu e solo perché ci abitavi tu? Questa sparata te la potevi risparmiare, caro Roberto Mancini e sai perché? Perché tu sei un docente, un educatore, uno che non deve imbrogliare e tu hai imbrogliato con la tua lettera che, ora, viene usata per scopi che non sono i tuoi. Quanto all’identità ti chiedo: ma cosa hai letto in questi anni? Hai dimenticato il libro che tu stesso hai curato? Ma hai proprio perduto la memoria e la testa se dici quelle cose. Il tuo libro l’ho sempre sul mio tavolo di lavoro; se vuoi te ne mando una copia e vi troverai l’identità di un paese giovane che è attraversato da una strada romana e che conserva un Mausoleo del I secolo d.C. cioè, un paese più antico dei centri antichi che gli sono vicini. Roberto Mancini, mi hai deluso.
come sempre chi governa ( ?) non risponde alle domande, ma pontifica e attacca. Una cosa però c’è da dire a Benedettini sulla sua unica osservazione di merito : se la gente transita e non si ferma perché le rotonde sono così inutilmente grandi e invasive ?
Gianfranco sono contenta di leggerti ancora .. cominciavo a preoccuparmi
Caro Gianfranco, sono d’accordo con te, Jacopo e Nencini riguardo alla critica sui toni del prof. Mancini. Riterrei secondo me importante invece non perdere il filo delle osservazioni poste, perchè ormai da quasi quarant’anni in Europa (accadeva anche più di 2000 anni fa con Vitruvio ed ancor prima con Platone vedi “la Repubblica”) si ritiene il paesaggio urbano un dispositivo sociale in grado di condizionare ed alimentare la crescita e lo sviluppo di chi lo abita. Non cestinare le parole di Mancini Gianfranco con la delusione, falle tue, approfondisci l’argomento, invitalo. Inoltre citavi tu il Mausoleo, non hai visto che intorno hanno posto due panchine ed e
entrambe sono state rivolte verso la strada preferendola come vista al monumento stesso? Pensi siano solo piccoli dettagli?
Un caro saluto a tutti, buon Lavoro
Grazie all’amico e collega Mirko vengo a conoscenza di questa discussione. Intanto mi piace che ci sia una discussione e, purché non si offendano le persone, mi piacciono anche toni duri ed espressioni colorite (ovvero l’uso reale della lingua italiana senza buonismi). Criticare i politici nostrani è come sparare sulla Croce Rossa tale e tanta è l’incapacità di questi nell’ordinaria amministrazione e, soprattutto, nella visione di respiro… Piombino, dopo anni e anni, ad esempio, NON ha ancora un Regolamento Urbanistico! Per quanto riguarda la Stazione. Dal punto di vista architettonico-urbanistico è una vergogna, così come sono vergognosi i luoghi limitrofi nati negli ultimi anni intorno al distributore di benzina. Speculazione, mancanza di visione politica e progettazioni indecorose sono i mali peggiori: ma non solo. Si è persa una grande occasione urbanistica per riconnettere la stazione alla città a mezzo di un corridoio urbano che, dalle strutture limitrofe alla Coop (inguardabili), passando per il Piano della zona dell’ex campo da volo (qualità del costruito imbarazzante), fino alle nuove costruzioni limitrofe alla stazione (vergogna) e, oltre, fino a Campo alla Croce (disorganico),ricostruissero SENSO e CITTA’ gestendo creativamente gli attraversamenti delle arterie infrastrutturali. Insomma: si è utilizzata la regola del “pomodoro” progettando (male) a “pezzettoni”… il risultato è un ragù immangiabile che ci sta anche sullo stomaco…