Tenuta di Rimigliano, il giorno della visita della Commissione Paritetica . . .

Tenuta di Rimigliano, il giorno della visita della Commissione Paritetica . . .

Ancora non è ufficiale, ma ci si sta orientando verso la richiesta di un ridimensionamento della variante. Rimigliano, “limatura” ai volumi è l´ultima idea della commissione.
Non c´è ancora il sigillo definitivo, ma è probabile che il Comune di San Vincenzo debba rivedere al ribasso le previsioni sulla tenuta di Rimigliano. La variante al regolamento urbanistico approvata ad ottobre andrà modificata, altrimenti andrà incontro a un ricorso al Tar. I progetti dei privati dovranno sgonfiarsi di almeno 3.000-3.400 metri quadrati.

E´ la linea scelta dai commissari della conferenza paritetica interistituzionale presieduta dall´assessore regionale al territorio Anna Marson. Una decisione che andrà ufficializzata il 26 aprile, ma che ieri ha convinto la maggior parte dei commissari durante il sopralluogo sui 560 ettari a monte della Principessa. «In questa vicenda si sono alimentate troppe tensioni, a partire dalla memoria che i proprietari ci hanno inviato minacciando possibili richieste danni in caso di ritardi e ulteriori cambiamenti. Adesso dobbiamo cercare un punto di equilibrio, e le ambizioni dei costruttori devono subire un piccolo ridimensionamento. Il progetto è bello ma serve ancora una limata ai volumi», confessa uno dei membri della commissione.

La visita ieri è stata accompagnata dalla protesta dei lavoratori delle ditte impegnate nel settore edile della zona. Striscioni e slogan contro la Regione sono comparsi insieme a 100 operai di fronte all´ingresso della tenuta. Con loro, anche Matteo Tortolini, responsabile regionale dell´urbanistica per il Pd: «Massimo rispetto per l´autonomia dei commissari – dice – ma in questi mesi la vicenda è stata tutta centrata sulla deruralizzazione di un pollaio, la conferenza è stata un scelta sproporzionata. I ritardi mettono a rischio i posti di lavoro». Segno che forse, a San Vincenzo ci si aspetta la stoccata al piano. La cordata formata da Maurizio Berrighi, imprenditore locale, i Pecci, gli Antinori e i Marchi-Falk – che nel 2004 ha acquistato la tenuta ai Tanzi per 30,5 milioni di euro – dovrà rifare i conti. Perché gli 8 nuclei poderali da risanare e trasformare in 120 appartamenti non ammontano a 13mila metri quadrati.

«Nel calcolo – dice un commissario – ci sono finite anche tettoie, voliere e capanne, strutture non in muratura, e quelle non possono diventare residenze, né altre possono decollare e atterrare in luoghi diversi».
Mario Neri -La Repubblica 17.04.2012

Rimigliano, sopralluogo e protesta. Ma il piano sarà ridotto
Se non fosse per il mare sembrava di essere a San Casciano ieri mattina, nel mezzo del remake del caso Laika, dello stabilimento a Ponterotto cui i reperti etruschi e romani hanno ceduto il posto pressati anche delle richieste — con manifestazioni e volantinaggi anti ambientalisti in cachemire — di Pd e Cgil che lanciavano l’allarme: «Senza nuovo stabilimento niente lavoro».

Ecco, più o meno il giorno del sopralluogo della conferenza paritetica interistituzionale (l’organo incaricato dalla Regione ad esprimersi sulla congruità della variante urbanistica approvata dal Comune di San Vincenzo) nella tenuta di Rimigliano si è svolto così. Presidio non casuale (anche se c’è chi sostiene il contrario) di quasi un centinaio tra lavoratori, sindacalisti ed esponenti Pd — su tutti il consigliere regionale Matteo Tortolini, responsabile dell’urbanistica per il partito — prima sotto il Comune, con tanto di striscioni e slogan già visti o sentiti a San Casciano (come ad esempio il «Toscana indietro tutta») e poi fuori dal cancello della tenuta mentre al suo interno era in corso il tour conoscitivo dei commissari della conferenza, presieduta dall’assessore regionale Anna Marson.

Sindacati, sindaco, costruttori e Tortolini hanno lanciato l’allarme della crisi che ha colpito l’edilizia soprattutto nella provincia di Livorno. E hanno chiesto ancora una volta alla conferenza di fare in fretta. Il congelamento del piano, hanno detto i sindacalisti, ha già comportato la messa in liquidazione di due aziende, la messa in mobilità di diversi lavoratori su un totale di circa 250 interessati alla trasformazione della tenuta. Il presidio si è sciolto nel primo pomeriggio. Probabilmente, in un clima più sereno i lavori della conferenza si sarebbero conclusi ieri. E invece bisognerà aspettare fino al 26 aprile.

C’è già però un orientamento. Sembra che del progetto originario (120 appartementi, un albergo da 75 camere per una superficie di 16.600 mq tra recuperi e demolizioni) verrà ridimensionato tutto ciò che non è in muratura. Vale a dire quei circa 3.500 mq di stalle, pollai e quant’altro che venivano calcolati come facenti volume per i nuovi appartamenti. Quelli, se verrà confermato l’orientamento dei commissari, dovranno restare annessi agricoli. Traduzione: circa 40-45 appartamenti in meno.

«Speriamo di trovare un punto di incontro — ha detto il sindaco Michele Biagi — ricordando a tutti che si discuterà solo di un punto: le eventuali incoerenze tra strumenti urbanistici regionali e comunali. Finora, di sbagliato, non è stato trovato niente». «Ci sono i margini per arrivare a una soluzione condivisa ed equilibrata — spiega uno dei commissari, Simone Gheri — che faccia chiarezza tra i volumi destinati al residenziale e quelli che dovranno rimanere agricoli».
Alessio Gaggioli -Corriere Fiorentino 17.04.2012

Fotografia: Corriere Fiorentino

Lavoratori della Berrighi in corteo. Clamorosa protesta, con cori ingiuriosi, durante la visita della commissione paritetica alla Tenuta di Rimigliano.
“Toscana: indietro tutta”, “Il nostro futuro dipende dalle vostre scelte! Pensateci!”. Questo ed altri striscioni tappezzavano, ieri mattina, la facciata del palazzo comunale. Accanto, le bandiere dei sindacati e le forze dell’ordine. Davanti, seduti sul muretto, un centinaio di lavoratori della Berrighi costruzioni interessati dal piano urbanistico della Tenuta di Rimigliano, proprio nel giorno del sopralluogo dei componenti la commissione paritetica che deciderà del futuro dell’area di 560 ettari ex della Gherardesca ed ex Parmalat.

I lavoratori hanno protestato contro i ritardi sul piano che, nonostante le dichiarazioni ufficiali di politici e sindacalisti presenti, molti nel corteo attribuiscono alla Regione e più specificamente all’assessore all’urbanistica Anna Marson. Ma nonostante le proteste dei comitati – che considerano il piano negativo per il territorio – sindacati, politici locali di maggioranza e lavoratori sostengono che l’ambiente sarà rispettato e che al contempo si darà sviluppo al territorio e lavoro nel settore dell’edilizia, ora in grave crisi.

Mezz’ora dop l’inizio del corteo – è arrivato Matteo Tortolini, consigliere regionale Pd, e lavoratori e sindacalisti si sono recati, tutti in fila dietro di lui, negli uffici comunali. Lì, seduti ad un tavolo, lo stesso consigliere regionale, il sindaco Michele Biagi e l’assessore comunale all’urbanistica Alessandro Bandini. I politici hanno parlato del presente e del possibile futuro della Tenuta, con interventi dei sindacalisti.

Secondo i dati riportati dai sindacati, nel piano della Tenuta sono coinvolti circa 250 lavoratori, sia direttamente che indirettamente. «Speriamo che la conferenza paritetica faccia presto – dichiara Giorgia Beltramme, della segreteria Fillea Cgil – Sono passati otto anni. Spero che, con la scrupolosità dovuta, possa dare concrete e rapide risposte ai lavoratori. In Val di Cornia, poi, il momento è terribile. Per questo progetto della Tenuta, due ditte sono state messe in liquidazione, altri lavoratori sono in cassa integrazione, e la Berrighi costruzioni aprirà a breve la procedura di mobilità per 14 lavoratori» . «Noi – prosegue Beltramme – non scioperiamo contro la Regione né contro alcun ente pubblico. Vogliamo semplicemente mettere in luce l’aspetto occupazionale del progetto. Si è parlato di molte cose, ma poco dei lavoratori».

A Beltramme hanno fatto eco Fabio Verdiani ed Emilio Soldatini, delle segreterie Fenea Uil e Filca Cisl. «In modo strumentale, in questi anni – ha ha poi detto il sindaco Biagi – si è parlato più di parco che di Tenuta, tanto che alcuni della commissione hanno pensato che volessimo costruire dentro il parco. Ecco perché abbiamo accettato questo sopralluogo. Speriamo di trovare un punto d’incontro, ricordando a tutti che nella commissione si discuterà solo di un punto: le eventuali incoerenze tra strumenti urbanistici regionali e comunali. Non alimenteremo lo scontro istituzionale, e spero che la commissione possa servire a migliorare il progetto. Su questo – ha proseguito – siamo disponibili, a patto che il piano si sblocchi. Finora, di sbagliato, non è stato trovato niente. Possiamo accettare che si controllino gli interventi sui singoli poderi, ma di più non siamo disposti a fare».

Matteo Tortolini, che pur precisando di non voler fare pressione sulla conferenza paritetica, ha considerato sproporzionata la sua convocazione. «Massimo rispetto – ha detto Tortolini – per la sua autonomia. Ma in questi mesi la vicenda Rimigliano è stata centrata sulla deruralizzazione o meno di un pollaio, senza che i lavoratori siano stati coinvolti. Non è detto che l’edilizia sia sinonimo di speculazione. Occorre occuparsi di questo settore, colpito gravemente dalla crisi. Io credo – ha proseguito Tortolini – che il Comune abbia agito con criterio, e non c’è antitesi tra sviluppo e tutela dell’ambiente».

Alle 11,10 circa sono entrati nella Tenuta i componenti la commissione. I lavoratori hanno atteso fuori fino al pomeriggio. All’uscita i manifestanti hanno indirizzato cori offensivi nei confronti della commissione e sembra che non volessero far uscire dalla Tenuta Anna Marson e colleghi. Tutto sarebbe stato sedato dalle forze dell’ordine. Da parte sua, l’assessore Marson si limita a dire: «Adesso abbiamo maggior consapevolezza di ciò di cui stiamo parlando. Pare esserci volontà di collaborazione. L’obiettivo è chiudere i lavori entro a fine di aprile. Convocheremo l’ultima riunione il 26 aprile».
Paolo Federighi -Il Tirreno 17.04.2012

Ieri i compententi della conferenza paritetica interistituzionale hanno effettuato un sopralluogo nella Tenuta di Rimigliano. Un sopralluogo meramente conoscitivo, visto che vari componenti la commissione non avevano mai visitato il luogo e volevano capire di che cosa si stesse parlando. La conferenza paritetica interistituzionale, formata da nove componenti scelti due anni fa e facenti parte di gruppi politici diversi, è stata indetta lo scorso 9 marzo, e si è riunita per la prima volta a Firenze il 28 marzo scorso.

La conferenza valuterà se il piano urbanistico della Tenuta presenta eventuali contrasti con il Pit (piano d’indirizzo territoriale) della Regione, ed è presieduta dall’assessore regionale all’urbanistica Anna Marson. La variante al regolamento urbanistico per la Tenuta di Rimigliano, la cui redazione è iniziata nel 2004, è stata adottata dal consiglio comunale sanvincenzino nell’ottobre 2010, ed approvata dal consiglio stesso il 3 ottobre 2011.

Il 25 gennaio scorso la proprietà – la Rimigliano srl degli imprenditori Berrighi, Marchi-Falck, Antinori e Pecci, che ha acquistato l’area di 560 ettari all’asta fallimentare del 2003, dopo il fallimento della Parmalat, per 30,5 milioni – e l’amministrazione comunale hanno stipulato la convenzione che sottintende il rispetto del piano vigente. All’interno della Tenuta, si prevedono circa 120 case e un albergo di 6mila metri quadrati. I comitati, tuttavia, sostengono che ciò che gli edifici esistenti che si possono recuperare all’interno dell’area sono molti meno di quanti ne dichiara il piano. Nei giorni scorsi, Forum del centrosinistra per San Vincenzo e Comitato per Campiglia hanno presentato un esposto-denuncia alla Procura sulle presunte irregolarità del piano.
Paolo Federighi -Il Tirreno 17.04.2012

«Tanti discorsi e noi perdiamo il lavoro». Rimigliano, manifestazione in Municipio
Ieri mattina, davanti al Comune ad attendere i componenti la Commissione Paritetica Interistituzionale della Regione c’era un gruppo di dipendenti di un pool di aziende che avrebbero potuto lavorare nel progetto Rimigliano. Dipendenti in sciopero per manifestare i timori per il loro posto di lavoro. Per 14 operai c’è anche la richiesta di mobilità, per altri la cassa integrazione.

Ma la commissione, che aveva in programma un sopralluogo all’interno della Tenuta di Rimigliano (ex Parmalat) per verificare sul campo la congruità del progetto, non può certo decidere il via libera all’opera sulla base delle legittime rivendicazioni dei lavoratori, il punto è verificare se il percorso urbanistico è regolare. Come è noto l’imprenditore Maurizio Berrighi, amministratore della «Poggettino Srl» proprietaria della Tenuta di Rimigliano sta attendendo da anni una risposta al progetto di recupero a fini turistici degli ex poderi.

I ritardi, e la crisi economica attuale, mettono i n seria difficoltà molte aziende collegate al progetto. Si stima che siano coinvolti circa 250 posti di lavoro. Così, alla fine, in questa contesa, a rimetterci sono le aziende e, con loro, i lavoratori con richiesta di messa in cassa integrazione e, la Ditta Berrighi, per 14 operai la richiesta di messa in mobilità. Comunque, il comparto Rimigliano vede interessare inoltre la Ital Fluid, Pluri Energy, Global Renergy, Idraulica Ambrosini, Elettro 2000, Edil 2000; P.M. Scavi, Edil D.N., Marosi e Zucconi Imbiancature, Edil Intonaci. Così ecco i sindacati del settore intervenire: per la Fillea-Cgil Giorgia Beltramme, per la Filca Cisl Emilio Soldatini, Uil Feneal Fabio Verdiani.

«Non è questo uno sciopero contro la Regione o gli enti locali, ma il nostro obbiettivo — hanno spiegato — è soprattutto la volontà di aprire una riflessione sulla questione occupazionale del comparto Rimigliano. La Commissione Paritetica svolga il proprio lavoro senza condizionamenti, ma in maniera veloce; sono già trascorsi otto anni e le aziende con i loro dipendenti vogliono avere risposte certe in modo da poter operare e, per questo, le stesse si vedono costrette (due hanno chiuso l’attività), a richiedere la Cig e la mobilità». Il sindaco Michele Biagi, insieme all’assessore Bandini coadiuvati per l’occasione dal consigliere regionale Matteo Tortolini, hanno ricevuto la folta delegazione con i sindacati, i rappresentanti aziendali e gli operai.

Dopo il sopralluogo della commissione, ha spiegato Biagi «faremo un incontro all’interno della Comissione e verificheremo se esistono incongruenze fra gli strumenti urbanistici comunali e quelli della Regione. Noi, non vogliamo scontrarci con la Regione in quanto siamo convinti della regolarità degli atti prodotti e, per questo, ci muoviamo con i nostri legali. Nutriamo il massimo rispetto dell’autonomia della commissione così come previsto dalle norme legislative in materia».

Così anche Matteo Tortolini: «Massimo rispetto all’autonomia della commissione regionale e, nello stesso tempo occorre dare anche risalto alla componente lavorativa con decine di famiglie coinvolte in questa realtà in momenti difficili come l’attuale; Siamo con i lavoratori e per questo nel comprendere le motivate ragioni delle aziende, riteniamo comunque sproporzionata la scelta della richiesta di messa in mobilità». La manifestazione, senza incidenti, si è poi trasferita all’ingresso della tenuta di Rimigliano.
Piero Bientinesi -La Nazione 17.04.2012
Fotografia: la Nazione

image_pdfSalva Pdfimage_printStampa

Un pensiero su “Tenuta di Rimigliano, il giorno della visita della Commissione Paritetica . . .

  1. Signori carissimi, ormai la frittata è fatta, ma la prossima volta pensate bene a chi date il voto, perché queste sono le conseguenze. Praticamente assistiamo al più miserevole spettacolo della pesante commistione tra politica ed affari che si sia mai verificato dalle nostre parti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *