«Strage di alberi per il parco termale»
Un cittadino protesta per l’intervento in corso: non è vero che tutte le piante tagliate erano secche o cadenti.
«Quanto detto dal sindaco in merito ai lavori in corso sul parco termale non corrisponde alla realtà tecnica dell’intervento. Per quella politica lascio ad altri eventuali risposte». È il giudizio di Matteo Graziano, un cittadino che ci tiene a dire la sua sul progetto con cui l’amministrazione comunale sta portando avanti la riqualificazione dell’area verde, dove sorgerà un percorso fitness e che sarà attrezzata per il tempo libero, con arredi a tema termale.
E si rivolge alla Soffritti per le sue recenti dichiarazioni sulla questione, dibattuta pubblicamente anche dalla lista di minoranza Comune dei Cittadini. «Il sindaco afferma che le piante tagliate erano tutte secche e appoggiate le une alle altre – scrive Graziano -, però questo stato vegetazionale non è stato rilevato dalla relazione tecnica del Comune sui lavori di taglio da effettuare sui pini, i quali dovevano essere “diradati con moderazione, senza aprire vuoti e sradicare le ceppaie ecc.”.
Il perché dell’imprevista necessità di estirpare le ceppaie non viene fornita, forse superficialità, agire in corso d’opera e a cose fatte giustificarle, quando si sa che per effettuare uno scavo o realizzare una platea in cemento le ceppaie diventeranno incompatibili». Il risultato, sottolinea, è sotto gli occhi di tutti: un enorme spiazzo senza alberi sul quale sono state estratte circa 70 ceppaie, e che contrasta con la pineta residua solamente diradata e potata e «con la pinetina adiacente ancora integra rimasta ai privati – sottolinea –.
Lì le piante, che hanno la stessa età delle altre eliminate, sono allo stato originario e di secche e cadenti ce ne sono pochissime». Nell’area verde interessata dall’intervento, come detto in passato dalla Soffritti, dopo una selezione delle piante sane, quelle eliminate sarebbero state sostituite con altre da piantumare. «Ma non dice quante, dove, di quale specie e con quali cure verranno fatte attecchire» aggiunge Graziano.
«Il sindaco non si è accorto che è intervenuto malamente su una superficie già boscata, che con la sola manutenzione e potatura sarebbe già risulta idonea allo scopo ricreativo e fitness – va avanti – e con quanto risparmiato poteva acquistare quella ulteriore area della “pinetina gemella” ancora dei privati?
Non vede e non sente che le critiche sono state sollevate per l’ingente spesa prevista per l’acquisto delle attrezzature e gli arredi, per il taglio e l’estirpazione dei pini, per le recinzioni e altro, in un’area che da decenni è in stato di degrado con le ex cave con i fronti dei gradoni e il bacino di scavo ancora a vista.
Non vede e non sente che le strutture edili della ex cava e della Betonval sono fatiscenti e pericolose per quanti frequentano l’area». E partendo da questo, lancia una proposta, chiedendo all’amministrazione di «dare prova di iniziative coraggiose magari progettando con i privati proprietari della ex cava una nuova riqualificazione con, ad esempio, la realizzazione di un laghetto, piccole arrampicate sulle pareti, un percorso trekking sul monte Pattoni e altre cose che renderebbero l’area più bella, fruibile e sicura».
Annalisa Mastellone – Il Tirreno 6.7.2016