“Serve rimettere al centro la moralità” Nicola Bertini sul futuro di San Vincenzo

“Serve rimettere al centro la moralità” Nicola Bertini sul futuro di San Vincenzo

L’identità è costruzione complessa e stratificata. Ha ragione Lido Giomi nel definire giuste, ma tardive, le considerazioni del vice sindaco Camerini. Proprio Lido Giomi, da sindaco, ha dimostrato come possa essere mantenuto sempre saldo il principio di un interesse pubblico sovraordinato a quello privato. Detto questo, se Camerini è politicamente fuori tempo, è tuttavia doveroso non farsi prendere dallo sconforto. In questo territorio l’assenza della pianificazione urbanistica e i cedimenti nei confronti degli interessi speculativi hanno avuto gli effetti di una guerra. Gli elementi su cui si può corroborare l’identità di una comunità, e su cui si può puntare anche in chiave economica, sono in gran parte distrutti. Occorre prenderne atto e ripartire, ponendo al centro due elementi fondamentali: l’etica nella condotta amministrativa e la rigorosa tutela dei beni collettivi.

La questione etica è quella principale da cui derivano tutti gli altri problemi. Non si può pensare che il disastro di cemento perpetrato a San Vincenzo sia prodotto dell’ignoranza o della scarsa sensibilità. Se San Vincenzo ha stravolto sé stesso e marginalizzato i propri cittadini, si deve ad una grave questione morale su cui la magistratura ha posto l’attenzione, ma che, a prescindere da questo, dev’essere estirpata da nuovi amministratori.

Oggi, con il mercato immobiliare a terra, il piano strutturale, che avrebbe dovuto essere approvato all’inizio del 2010, è ancora in alto mare. Siamo al paradosso di un’amministrazione che non sa pianificare il territorio senza che vi siano spinte speculative a dettare esigenze, tempi e modalità d’intervento. A pianificare nell’interesse pubblico, questi politici non ci sono più abituati.

L’urbanistica deve creare le condizioni perché da questo scenario desolante si possa ricostruire una comunità. Riconvertendo l’edilizia dalla nuova edificazione alla ristrutturazione, perché una comunità ha bisogno di lavoro. Tutelando i residui ritagli di luoghi identitari, impedendo a chi ha interessi particolari di dettare l’agenda e a chiunque di compromettere i beni collettivi, fondamentali per riunirsi attorno ad un’idea di comunità.

I beni collettivi rendono ricca una comunità, ne alimentano i fermenti culturali, la mantengono viva in momenti difficili.Attorno alla loro difesa si può recuperare un senso civico dimenticato. Sarebbe una rivoluzione eclatante, perché sino ad oggi abbiamo assistito a politici che insegnavano ai cittadini come mercificarli e svenderli.

Nicola Bertini, capogruppo Forum del centrosinistra per San Vincenzo

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