San Vincenzo in cerca di un’identità
Si anima il dibattito sullo sviluppo urbanistico e sul futuro del paese lanciato dal vice sindaco Fabio Camerini
L’invito lanciato dal vice sindaco Fabio Camerini alla riflessione su ciò che è stato lo sviluppo urbanistico del paese negli ultimi decenni, col rischio della perdita della prorria identità e memoria storica, pare essere stato accettato di buon grado da alcuni dei personaggi più rappresentativi del tessuto sociale sanvincenzino invitati da Il Tirreno a fornire un loro contributo. Le riflessioni emerse sono per la maggior parte negative circa la San Vincenzo attuale, come dimostrano le parole dell’ex sindaco Lido Giomi, degli artisti Giampaolo Talani e Giorgia Macchi. Meno negativi i punti di vista dell’editore Guido Cionini e dell’albergatore Bruno Paffi. Il sindaco Michele Biagi, dal canto suo, sostiene che la svolta sarebbe già iniziata.
Michele Biagi. «Le parole di Camerini – sostiene il sindaco – rappresentano ciò che stiamo facendo, come dimostrano le svolte del Paradisino, di Rimigliano, del piano strutturale partecipato, della Cittadella delle associazioni e del teatro Verdi. Del passato non rinnego niente: ogni momento ha le proprie esigenze, sensibilità e necessità. Le politiche della svolta sono iniziate con il mio primo mandato. Ogni amministrazione passata, comunque, ha dato il proprio importante e positivo contributo a questo territorio».
Lido Giomi. L’ex sindaco Lido Giomi, in carica a lungo fino al termine degli anni ’70, la pensa diversamente da Biagi. «La situazione – dice Giomi – è degradata e drammatica, e non credo che la maggior parte dei sanvincenzini abbia avuto sentore di ciò che è successo negli ultimi lustri. È quasi impossibile, a questo punto, recuperare l’identità del paese. San Vincenzo non si riconosce più. Pur condividendo le dichiarazioni di Camerini, le trovo tardive».
Giampaolo Talani. Talani, artista di fama internazionale, è molto duro. «San Vincenzo – dice – è allo sbando. Le istituzioni sono slegate tra di loro e nei rapporti con i cittadini. È un periodo di grande regresso. Sembra che si faccia di tutto per penalizzare cittadini, turisti e operatori. Questo è un paese che non rispetta più sé stesso. Amo questo luogo, ed è solo per questo, e perché qui ho la mia famiglia, che ho deciso di restare. La situazione è demoralizzante, con una cultura dell’accoglienza e del turismo sbagliata. Non mi interessano – prosegue l’artista – le bandiere politiche. Per me esistono buoni o cattivi governi. Qui a San Vincenzo c’è un pessimo governo. L’identità del luogo si può recuperare con la cultura, la condivisione e la volontà di tutti. Ora, però, mancano anche la fiducia e la speranza».
Guido Cionini. L’editore e fondatore dell’Osservatorio contro il Comune unico, il 40enne Guido Cionini, crede ancora nel recupero dell’identità e della memoria storica di San VIncenzo. «Non è tardi – dice Cionini – per dichiarare ciò che ha detto Camerini. A San Vincenzo, tuttavia, non mancano gli spazi d’aggregazione, quanto piuttosto le idee per coinvolgere le persone. La gente si riunisce attorno ad un’idea. Credo poi che tutte le amministrazioni siano strutturalmente deboli di fronte al privato. In un posto come questo – prosegue – l’amministratore subisce pressioni da parte dei privati senza avere gli strumenti necessari per bloccarle. Per quanto riguarda l’aspetto urbanistico, diciamo che c’è stata una forte accelerazione, negli ultimi lustri, del fenomeno delle seconde case. Sono d’accordo con Camerini: una società matura deve saper discutere di sé stessa».
Giorgia Macchi. La nota danzatrice e coreografa Giorgia Macchi ritiene che non si debba, adesso, piangere sul latte versato. «È tardi – dice la coreografa – Sono sparite le tracce della storia di questo posto e pezzi di vita dei sanvincenzini. Per far posto ad un miglioramento? No. Trovo che questo paese sia, in piccolo, lo specchio dell’Italia degli ultimi due decenni, un Paese dove prima si fanno le cose e dopo si riflette».
Bruno Paffi. Bruno Paffi, titolare dell’hotel Villa Marcella, è uno dei personaggi più noti del paese. «Condivido ciò che ha detto Camerini – dice Paffi – Ci sono stati errori in questi anni, anche se ai miei clienti il paese piace. Manca una strategia di sviluppo a lungo termine, e si pensa troppo al momento, non al futuro. Credo sia arrivato il tempo di farci aiutare, nei vari settori strategici, da persone che vantano alta professionalità. Sul discorso della nostra identità perduta, credo che i luoghi tipici del paese dovessero essere mantenuti, e che potessero rappresentare, tra l’altro, anche un grande richiamo turistico. La storia è cultura, la cultura è memoria storica, e questa è valore e moralità. La discussione – conclude – sui vari aspetti della nostra comunità va aperta a tutta la cittadinanza».
Paolo Federighi – Il Tirreno 31.7.2011