«Se la giunta comunale vuole fare un buon lavoro, è necessario che ascolti tutti e di tutto ne faccia un tesoro»
(messaggio firmato Massimo, tratto dal Forum del Comitato per Campiglia)
Baratti, per i piombinesi, è come la nazionale di calcio, sono tutti dei C.T. , perciò anch’io mi accodo al coro provando ad esprimere delle opinioni.
Non è facile se non impossibile coniugare le varie istanze che orbitano nel golfo di Baratti, però , se la giunta comunale piombinese vuole fare un buon lavoro, non può esimersi da questo, perciò è necessario che ascolti tutti e di tutto ne faccia tesoro.
Il mio personale dubbio è che succeda come per il porto di Salivoli, la cittadinanza non fu chiamata, volutamente, ad esprimersi con un referendum (pur previsto dalla legge), e il comitato costituito contro il porto non fu preso in considerazione pur avendo raccolto le firme necessarie. La allora giunta Guerrieri tirò diritto e il Guerrieri stesso espresse, sulla stampa, una oscenità politica di berlusconiana memoria : “Io sono stato eletto dalla maggioranza dei piombinesi, perciò rappresento il pensiero della maggioranza dei miei concittadini che, come me, sono a favore del porto, perciò, come giunta, non riteniamo necessario il referendum sollecitato dai soliti “contro“ che sono una netta e sparuta minoranza“.
Ma ora veniamo a Baratti. Gli interessi economici sul golfo ci sono sempre stati, pensate quale scempio dovevano essere all’inizio del secolo scorso le escavazioni per recuperare il minerale di ferro lasciato dagli etruschi, la collina dietro Canessa è artificiale e le “Buche di Baratti“ sono delle vere e proprie fosse oggi coperte dalla vegetazione.
Negli anni ’60 nella pineta c’era un campeggio del Club Mediteranée e i piombinesi, negli anni seguenti, riempivano lo spazio dalla Perla del Golfo alla pineta con le tende che ci stavano per tutto il periodo estivo.
Fu tentata anche la lottizzazione di “Poggio alle granate” dietro Demos, in piena area archeologica, in parte riuscita, dall’allora dott. Allesina, piombinese, proprietario della pineta e del suddetto poggio.
E che dire della ”Populonia Italica“, società da far risalire a Pesenti padrone della Italcementi , società di costruzioni di valenza nazionale, proprietario fino ad “ieri“ del “Casone“ e dei 60 Ha di terreno che vanno dal mare fino alla “villa dell’inglese“.
Una giunta comunale ventilò la possibilità di realizzare un campeggio a Poggio Malassarto, ma non se ne fece di nulla.
Poi c’è stata la guerra, a suon di carte bollate, dei posti barca tra “Giancarlone“ e Della Nave che voleva insidiare il “dominio” che Giancarlone aveva sul porto. Di questa storia non può non farne parte “Canessa“ che costruì quella che oggi è la sua terrazza sul mare completamente abusiva.
Come vedete gli interessi economici e/o prettamente personali c’erano prima come ci sono oggi, sono cambiati gli attori ma la musica no. Solo che prima Piombino era votata all’industria e non era interessata a ciò che succedeva altrove specialmente sotto l’aspetto turistico. Forse qualcuno è tentato, vista la crisi, forse irreversibile, della grande industria , di perseguire la strada dello sviluppo turistico tout court, mandando a farsi benedire la tanto sbandierata sostenibilità. Però oggi, meno male, è cresciuta la coscienza ambientale e di pari passo la contestazione ad eventuali
”Passi falsi“ dell’amministrazione comunale dettati, forse, dall’ingordigia, di qualche palazzinaro locale e non solo, di mettere le mani sulla nostra “perla“ che, come è già stato detto, piace proprio perché è così, e così per me deve rimanere. Gli etruschi ce l’hanno consegnata, gli etruschi ce l’hanno conservata, ora sta a noi a farla rimanere tale. Ci sono posti dove si può sviluppare turismo e strutture per il turista, ci sono posti dove invece non si può e tutto deve essere speso per la conservazione del sito.
L’accesso a Baratti:
Guardate che è da prima degli anni 90 che le giunte discutono su come gestire le “truppe cammellate“ estive, l’assessore Carlo Olmo fu il primo a proporre la chiusura di Baratti e l’uso della navetta con partenza proprio dalle Caldanelle (ancora non c’era il parcheggio) per il periodo estivo, rimase lettera morta, cambiarono giunte e non se ne fece più nulla fino a che il problema si è riproposto e si ripropone in ogni estate. Io sono favorevole alla chiusura estiva dell’accesso a Baratti, indistintamente. Cioè, i residenti manterranno il diritto di accesso, gli altri, tutti al parcheggio delle Caldanelle e Baratti lo si raggiunge con la navetta o con la bicicletta, la pista ciclabile la ritengo una necessità. Chiuderei anche gli attuali parcheggi, che oggettivamente, nel contesto paesaggistico sono un pugno nell’occhio. Perciò, nel periodo estivo, divieto di accesso a Baratti e per le attuali e future attività alberghiere dovranno munirsi di propri mezzi per andare alle Caldanelle a prendere i clienti (le golf car fanno tanto chic). Lo stesso dicasi per Populonia alta, accesso esclusivo ai residenti.
Lo so che non piace quest’idea, come tutte le volte che si impongono dei divieti in Italia, ma in molte parti è stata fatta questa scelta, anzi da qualche parte il divieto è più ferreo e dura tutto l’anno. Ma ve lo ricordate quando fu chiusa al traffico Corso Italia, la rivolta dei negozianti e degli abitanti del centro? Oggi è una situazione consolidata e accettata da tutti.
Casone.
La proprietà chiede la trasformazione in albergo. Può essere una scelta vincente sotto l’aspetto economico, a patto che la struttura abbia solo una ristrutturazione conservativa, niente accorpamenti, niente strutture sulla spiaggia, e per le altre sue proprietà immobiliari presenti nel golfo (sono più di quel che si pensa) anche lì ristrutturazione conservativa e basta.
Li chiamano “alberghi diffusi“, sono quelle strutture che non hanno un corpo unico ma sono sparse all’interno di una città, normalmente centri storici, ne ho visti a Matera nei Sassi e nei trulli ad Alberobello. Questa è, per me, la soluzione per non permettere lo stravolgimento dell’immobile.
Discorso diverso è per l’asilo di Populonia, attualmente della CRI, ma potrebbe rientrare nella proprietà di Gasparri, il quale non è altro che il padrone di Populonia e di parte (buona parte) degli immobili del porto di Baratti. Ha vari progetti, Gasparri, tra cui l’abbattimento degli immobili sul porto, dove stava Giancarlone fino alla Pergolina, più vari annessi limitrofi “vedi Vinicio“ per costruire ex novo una struttura che rispettasse solo le volumetrie precedenti, più c’è qualche poderetto, come la “casaccia“, da ristrutturare in termini turistici . Ora che Gasparri dietro a questo tipo di operazione sia solo non ci credo, troppa esposizione economica, e poi perché non averci provato prima? Ammesso che gli sia consentito da questo piano «per Baratti»,chi può fornirgli gli aiuti che necessita? Berrighi ! ancora ? può essere ! Berrighi che costruisce l’hotel nel Parco di Rimigliano nella ex proprietà dei Gherardesca ex Tanzi, grazie ai buoni uffici di ex…..ora presidenti .
Berrighi, che a marzo 2011 inaugurerà la “fattoria di Poggio all’Agnello“, che avrà bisogno di una spiaggia dove mandare i propri clienti e (1200 persone in quel fazzoletto ??? bho!!!) che avrà bisogno di ambienti a servizio della spiaggia, che potrebbero essere forniti da Gasparri, insomma una mano lava l’altra e tutte e due lavano il viso. Sono curioso della fine che farà la cabina dell’Enel che è lì nell’attuale parcheggio di Canessa, che l’Enel stessa affitta ai propri dipendenti.
Ora però per realizzare tutti questi progetti è necessario che qualcuno li assecondi e li approvi, bene, chiedo che questo qualcuno vigili e che non si pieghi agli interessi economici, pensi al bene della comunità che lo ha eletto. Che Baratti abbia bisogno di un “ restyling “ sono d’accordo in modo che diventi il salotto buono di Piombino e immagine simbolo della Val di Cornia, perciò interventi minimi, funzionali ai visitatori e alla comunità … e basta !!!!
Ciò significa aver fiducia ancora nei nostri amministratori, che per inciso noi abbiamo eletto, ma che non ci esime da criticare e correggere se pensiamo che stiano commettendo un errore. In passato ne sono stati commessi di errori, basti pensare alla asfaltatura di tutte le strade del centro storico di Piombino, voluta dall’assessore Caramassi oggi presidente della Revet, la maggiore azienda di riciclaggio dei rifiuti della Toscana, oppure, questo tanti non se lo ricordano, la discarica dei rifiuti di Piombino nel pieno del Promontorio, più in là di Calamoresca verso Spiaggia Lunga, nella cava che c’è poco più in là della cabina, fatiscente, dell’Enel.
Per chiudere, voglio fare una considerazione, una struttura come la fattoria di Poggio all’Agnello per 1200 posti letto per funzionare e creare reddito deve funzionare a regime per buona parte dell’anno, ce la farà ? Ho i miei dubbi, non vorrei che tra pochi anni si assista all’ennesima richiesta di conversione d’uso da turistico a residenziale, i costruttori edili non hanno pazienza, vogliono il rientro del capitale investito il prima possibile, con buona pace per la perdita dei posti di lavoro .
P.S : quello che mi incuriosisce è che, quando si muovono potentati economici, le conversioni d’uso a Baratti vengono concesse celermente, quando è il singolo …ahi ahi….. son dolori, uno che partecipa al forum ne sa qualcosa.
20 Settembre 2010 12:02 Nome: massimo
Forse Gasparri è la mano invisibile della populonia Italica .. non mi pare affatto che sia defunta. Il passaggio di proprietà tra Populonia Italica e Gasparri degli immobili e dei terreni del porto di Baratti avvenuto nel 2001 è molto molto nebuloso.
infatti c’è stata una causa in tribunale