Rimigliano, parla Berrighi (La Nazione)
Ora che è stato raggiunto l’accordo su Rimigliano grazie alla mediazioone della Conferenza Paritetica Interistituzionale della Regione Toscana, abbiamo voluto sentire il parere dell’imprenditore Maurizio Berrighi, della «Rimigliano srl» proprietaria della ex tenuta di Calisto Tanzi (Parmalat). In pratica, la Regione, ha emanato alcune «raccomandazioni» e, sostanzialmente, ha precisato che nei 16.608,89 mq di terreno edificabile sono inseriti i 3.417,60 metri quadrato destinati ad uso agricolo e quindi «…chiede che le schede allegate alla variante siano allineate a questo dato» poi, lo ricordiamo, raccomanda di rivedere l’articolazione degli interventi sui poderi Fossa Calda, Uguccione e Sveva Manfredi e inserire l’intera area nell’Anpil Rimigliano. Una revisione che limita un po’ la parte edificabile, ma nche non stravolge il progetto. L’imprenditore Maurizio Berrighi dopo otto anni dall’«operazione Parmalat», può, finalmente, dare il via in maniera concreta, al piano.
«Rimigliano è uno di quei casi che occorre seguire nei dettagli altrimenti si corre il rischio di vedere l’insuccesso dell’operazione e, se la Poggettino Srl, ha saputo, con pazienza, attendere un così lungo tempo —dice Berrighi — lo si deve ai soci della società (Antinori, Pecci, Falk) che mi hanno dato la forza, in ogni momento della travagliata vicenda, di andare avanti con serenità, senza stimolare polemiche, in quanto, mi dicevano, gli atti alla fine ci daranno ragione; atti che potevano fin dall’inizio essere evitati se avessimo portato avanti il progetto Parmalat già in essere. Abbiamo acconsentito di seguire le linee dettate dall’Amministrazione Comunale con la variante al Regolamento Urbanistico.
Sono un imprenditore che orbita da sempre in questa zona alla quale e mi sento profondamente legato ed anche per questo, posso assicurare, che opereremo per lo sviluppo di questa nostra terra. Non credo — dice Berrighi — che Rimigliano si possa tutelare con i metri quadri (in più o in meno) di area fabbricabile, credo invece che la sua valorizzazione dipenda da molti altri fattori come l’indivisibilità dell’area, della tutela ambientale, del ripristino dell’agricoltura ed il tutto lasciando l’ambiente al suo habitat naturale; partiremo con un progetto che sarà sotto gli occhi di tutti in quanto non abbiamo niente da nascondere.
Comunque, – prosegue l’imprenditore- Rimigliano, gli appartamenti non saranno di soli 90 mq, ma cercheremo di farli di 120 mq. L’albergo darà vita all’intera area per tutto l’anno con 60 dipendenti e l’azienda agricola con 15 dipendenti (attualmente sono solo tre) che dovranno curare anche i viali, giardini, ecc. Insomma, il tutto non sarà un ambiente per «ricconi». 560 ettari, sette nuclei poderali, un progetto teso a produrre reddito non certo rendita in una realtà difficile come l’attuale dove occorrono, per operare, le imprese ricche con gli azionisti poveri.
E’ necessario che i soggetti interessati pensino al proprio legittimo interesse ma anche e soprattutto nel ridistribuire sul territorio quanto questo ha saputo dare ed offrire e, la realizzazione del progetto vedrà coinvolgere le aziende del territorio. Lavoro ed investimenti proprio per produrre lavoro. Gli architetti, da domani inizieranno a fare il loro mestiere ed il primo intervento sarà sul podere «La Chiusaccia» che, mi auguro, di iniziare quanto prima. Comunque —spiega Berrighi — se oggi possiamo disporre di un così pregiato territorio, dobbiamo ringraziare la lungimiranze delle pubbliche amministrazioni che ci hanno preceduto, oggi occorre elevare il livello di qualità che la Val di Cornia è in grado di poter offrire nel rispetto del paesaggio e dell’ambiente che va salvaguardato».
Una sola domanda: Cosa si sente di dire all’opposizione politica ed ai comitati che hanno fatto sentire la loro voce?
«L’opposizione è stata forte, ha egregiamente svolto democraticamente il proprio importante ruolo, devo dare atto al Forum di Centrosinistra che, nella legittimità, ci ha sempre stimolato come ugualmente legittima è stata la nostra non sempre condivisione… però, se mi è permesso, -dice Berrighi- ho letto commenti sul blog del Comitato di Campiglia che mi hanno fatto veramente male a livello personale affermazioni ed allusioni che investivano anche la mia famiglia e, di questo ne sono fortemente rammaricato; a San Vincenzo, un grosso rispetto per Nicola Bertini che ha guidato la battaglia, ma sempre nel rispetto delle altrui opinioni. Mi auguro che questo rispetto possa continuare».
Piero Bientinesi – La Nazione 29.4.2012
Rimigliano, via ai progetti e poi sei anni di lavori
Berrighi: «La Regione ha riconosciuto la bontà del piano, ok le raccomandazioni intendiamo fare un intervento che abbia grande rispetto del luogo»
Sono sostanzialmente tre le raccomandazioni con le quali la conferenza paritetica interistituzionale ha accompagnato il suo via libera alla variante urbanistica per la Tenuta di Rimigliano. L’atto, già approvato dal consiglio comunale sanvincenzino nell’ottobre scorso, era stato rinviato all’esame della conferenza dalla giunta regionale, che ipotizzava incoerenze fra la variante e il Pit (Piano d’indirizzo territoriale).
A garanzia di tale coerenza, come verbalizza la conferenza paritetica e come ha spiegato ieri il sindaco Michele Biagi in consiglio, il Comune dovrà adeguare le schede allegate alla variante urbanistica sull’affermazione che i circa 16mila metri quadrati di volumi abitativi previsti a Rimigliano comprendono anche i 3.417 mq. destinati all’uso agricolo.
Seconda raccomandazione: assicurare che le caratteristiche paesaggistiche di tre dei sette poderi della tenuta non vengano travisate dagli interventi di recupero e di ampliamento. Infine, che il Comune inserisca l’intera Tenuta di Rimigliano in una zona Anpil di tutela ambientale.
«È evidente che la Regione ha riconosciuto la bontà del lavoro fatto», commenta Maurizio Berrighi, socio con Gioia Falk, Piero Antinori ed Enrico Pecci della “Rimigliano srl”; la società che ha acquistato la tenuta nel 2004 all’asta fallimentare Tanzi-Parmalat per circa 30 milioni e che intende realizzare 120 appartamenti nei sette nuclei poderali, oltre a un hotel da 6.000 metri quadrati e 75 camere. «Noi, da quanto ci dicevano i nostri legali – prosegue Berrighi – eravamo sicuri che il piano andava bene, ci sono voluti altri due mesi per il passaggio in Regione, ben venga anche questo: i suggerimenti della conferenza paritetica – prosegue l’imprenditore – mi sembrano validi e da seguire per migliorare ancora il piano. Perché è certo – dice ancora Berrighi – che noi vogliamo fare un progetto che abbia grande rispetto del luogo, altrimenti significherebbe fallire l’obiettivo prima ancora di iniziare.
Siamo stati presi a schiaffi da tutte le parti – prosegue il costruttore venturinese – e nessuno ha mai voluto mettere in rilievo come è il nostro piano rispetto a cosa prevedeva quello a suo tempo approvato alla Parmalat. Adesso, dopo otto anni durante i quali abbiamo rischiato il fallimento, si può partire e inizieremo subito con la progettazione del primo nucleo poderale, rispettosi delle raccomandazioni della conferenza paritetica».
Prima di mettere mano al cemento, però, la società Rimigliano, come spiega ancora Berrighi, intende proseguire e accelerare le operazioni di piantumazione e di ripristino ambientale di vaste zone della tenuta, in modo che la vegetazione sia già cresciuta e pronta quando saranno completate le case. La realizzazione degli appartamenti e dell’hotel è stata al momento pianificata su sei anni, riducibili a quattro se l’economia generale dovesse risvegliarsi. «No, gli appartamenti non sono ancora in vendita – risponde Berrighi a una domanda – Ora facciamo i progetti esecutivi, poi vogliamo fare anche un plastico e un film con la simulazione di come verrà l’intera area. Vogliamo che tutti vedano e si rendano davvero conto di cosa sarà Rimigliano, così come intendiamo lasciare aperta la tenuta in modo che tutti la possano vedere»
Il Tirreno 28.4.2012