Rimigliano, nel parco cola cemento. Settis: “Il sindaco ci ripensi” (La Repubblica)

La giunta di San Vincenzo vuol costruire un hotel e 180 ville per vip
Variante al piano regolatore in arrivo per i 560 ettari di natura incontaminata

I vecchi casali, le stalle, le pinete, i fossi, le strade sterrate costeggiate da verde e bellezza. E´ un miracolo della natura, il parco di Rimigliano a San Vincenzo. Sono 560 ettari di costa ancora incontaminata a ridosso della Principessa, la litoranea per Piombino. Sono così da decenni, ormai, ma fra poco il volto di questo gioiello del Tirreno potrebbe cambiare irrimediabilmente.

L’amministrazione di centrosinistra a settembre porterà in consiglio comunale la variante al regolamento urbanistico che darà il via al piano di costruzione sulla tenuta. «Abbiamo perso troppo tempo, è il momento di fare le cose», dice il sindaco Michele Biagi (Pd). Comprati a Tanzi per 30 milioni di euro in un´asta fallimentare, i sogni di sviluppo su questa fetta di macchia mediterranea adesso sono della Rimigliano srl, una società capitanata da Maurizio Berrighi, costruttore locale, a cui partecipano anche per un 20% i fiorentini Marchi-Falk e per un 60% gli Antinori e i pratesi Pecci.

L´idea è quella di far sorgere nella tenuta una zona per vacanzieri vip e danarosi residenti. Per i comitati locali, che speravano di veder andare in fumo i progetti dell´allora cavalier Calisto approvati nel vecchio piano strutturale del 1998, quella variante sancirà un colpo mortale a uno dei parchi più belli della Toscana. Addio paesaggio e addio vocazione agricola.

Certo, nelle previsioni non c´è più l´albergone da 15.000 mq né il centro congressi da 3.000 mq, «ma questo diventerà comunque un altro esempio della cementificazione selvaggia che ha contraddistinto la politica del Comune», dice Massimo Zucconi, ex presidente dell´ente Parchi della Val di Cornia e ora membro di uno dei comitati locali più agguerriti contro le scelte della giunta. L´albergo si farà da 6.000 mq e in più a Rimigliano cresceranno 180 ville e residenze turistiche spalmate su 17.000 mq.

«Non potevamo fare di meglio, il nostro intervento ha stravolto il piano originario. Prima i Tanzi avrebbero potuto costruire su venti ettari di aree agricole, adesso i poderi dovranno essere recuperati, non si potrà spargere cemento a casaccio, non potranno essere costruite nuove strade né cambiate quelle che ci sono», dice Biagi, «di più non potevamo fare, eravamo di fronte a un diritto che la proprietà aveva acquisito con i vecchi strumenti urbanistici. Se potessi ripartire da zero, farei altre scelte, ma non posso, rischiamo di ritrovarci in tribunale con una causa milionaria».

Nel vecchio piano, però, i recuperi sui poderi erano previsti per 12.500 mq e non per 17.000, nessuna convenzione era stata firmata con i privati e non era stato rilasciato nessun permesso edilizio. Difformità su cui ha chiesto di fare chiarezza anche Anna Marson. L´assessore regionale al territorio ha invitato Biagi ad avviare un percorso partecipativo su Rimigliano e ha chiesto al Comune di San Vincenzo di avere carte e documenti dettagliati. «Abbiamo inviato tutto», ribatte il sindaco, anche se proprio due giorni fa la direzione regionale reclamava ancora la Vas (valutazione ambientale strategica) sul progetto. E sul tavolo dell´assessore devono ancora arrivare le mappe catastali e i rilevi fotografici della tenuta.

«La variante è stata approvata senza che nessuno sapesse con certezza quale fosse il patrimonio immobiliare», dice Nicola Bertini, capogruppo della lista civica di sinistra Forum di San Vincenzo, «e la Vas certifica residenze per 6.900 mq. E´ chiaro, hanno gonfiato le volumetrie mettendo nel conto anche le tettoie, le baracche, i pollai, i porcili, i vecchi castri, le conigliere e le stalle. Perché i poderi da recuperare sono pochi, il resto potrà essere demolito e ricostruito in un altro posto». E delle coltivazioni cosa resta? «Praticamente le briciole – spiega Zucconi – perché per l´azienda agricola si prevedono 650 mq di costruzioni. Non basterebbero neanche per due trattori. Come pensano di mandare avanti 560 ettari?».

Secondo ambientalisti e cittadini, inoltre, una volta dato il via alla speculazione, gli appetiti su Rimigliano non si fermeranno. Anche perché nessuno in Toscana ha saputo fare meglio di San Vincenzo. Le villette, i villaggi turistici, gli hotel spuntati sulle dune e sulle colline negli ultimi dieci anni si sono moltiplicati. Ultimo l´abuso dell´albergo Lecci, per cui scatterà la demolizione. Il consumo di suolo dal 2000 è aumentato del 70%, la corsa al mattone non ha conosciuto crisi. Tanto che ci sono più case (7.856) che abitanti (7.002). «Il cemento è il dio di questa terra – sospira Zucconi – un demonio che sta ingoiando tutto».

MARIO NERI
Domenica, 14 agosto 2011 LA REPUBBLICA – FIRENZE

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Rimigliano a rischio cemento Settis: “Il sindaco ci ripensi”

«Con il cemento non si torna mai indietro. Quando si deturpa e si distrugge, la ferita inferta al paesaggio non si rimargina. A San Vincenzo siamo ancora in tempo, il sindaco ci ripensi». Salvatore Settis, ex direttore della Normale di Pisa, conosce bene i progetti sul parco di Rimigliano.
Settis si è occupato di San Vincenzo anche in Paesaggio, Costituzione, cemento, un saggio uscito per Einaudi nel 2010.

Professore, il sindaco Biagi si dice pronto a portare in consiglio comunale la variante al regolamento urbanistico che darà il via al progetto dei privati.
«Spero che non lo faccia e che dia ascolto all´assessore Marson, che ha suggerito di aprire il confronto con i cittadini, i comitati e le associazioni ambientaliste. Quel progetto non ha nulla a che vedere con quello che mi prospettò mesi fa, quando mi fece visitare la tenuta. Così come è, la variante rischia di rovinare un parco naturale meraviglioso, dove ancora resistono la macchia mediterranea e specie faunistiche da salvaguardare».

Il sindaco dice di aver ridotto di molto le ambizioni dei costruttori rispetto ai programmi di Tanzi.
«Non è un argomento valido. Se dicessi che ho intenzione di uccidere 25 persone e poi ne ammazzassi solo 15, nulla ridurrebbe la mia colpa. Durante quella visita, un anno fa, il sindaco mi parlò del pieno recupero della case poderali, senza un aumento di cubature e nel rispetto delle caratteristiche architettoniche. Poi ho appreso dai giornali dell´albergo da 6.000 metri quadrati e che le residenze si costruiranno considerando addirittura le volumetrie di vecchi pollai e tettoie».

Da dove ripartire, allora?
«Dalla salvaguardia e quindi da un recupero vero che prediliga la vocazione agricola. Non un metro cubo in più deve essere costruito rispetto a ciò che esiste. Si dice di voler promuovere un turismo di alta qualità. Bene, l´alta qualità non si ottiene con le strutture ricettive, villaggi per ricchi e uno sviluppo che prelude ad altro consumo di suolo».

Che intende?
«I confini della tenuta di Rimigliano sono a meno di 300 metri dal mare. Se penso agli ultimi anni di urbanistica a San Vincenzo, non faccio fatica ad immaginare altro cemento e altro business alimentato dal mattone. San Vincenzo è già martoriato. Le amministrazioni, spiace dirlo, tutte di sinistra, hanno gettato colate su colate rendendolo uno dei Comuni meno virtuosi in fatto di consumo del territorio. In Toscana la media è del 4%, qui siamo al 17%. Qui sono riusciti perfino a ricoprire di calcestruzzo 700 metri di spiagge per fare un porto».

Del resto, gli oneri di urbanizzazione e l´Ici sulle seconde case fanno gola?
«Questo è l´effetto perverso della legge Bassanini, che consente di utilizzare gli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente. In Italia ormai il territorio è diventato la mucca da mungere per risolvere qualsiasi cosa. Così, in nome delle difficoltà economiche, ci si lancia in un´aggressione al paesaggio scellerata. La regola è: consumare fino all´ultimo centimetro. Invece, oltre una certa soglia, uno dovrebbe riflettere e dire: fermiamoci. E´ arrivato il momento che lo faccia anche Biagi».

Il sindaco sostiene di non poter negare un «diritto sacrosanto» che la proprietà ha acquisito 13 anni fa.
«Per me sacrosanta è solo la Costituzione, e all´articolo 9 proclama la priorità del bene comune sul profitto privato. Ma spesso l´unica moralità espressa dalla politica in Italia è quella di un asservimento totale al denaro e a intrecci vischiosi che hanno consegnato il paesaggio nelle mani sbagliate».
(m.n.)

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Variante di Rimigliano verso l’ok. Comitati sul piede di guerra (l’Unità 13.8.2011)

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