Quattro Comuni alleati contro l’impianto eolico
Le osservazioni di Campiglia, San Vincenzo, Piombino e Sassetta in Regione: «Sarebbe un danno all’ambiente di tutta la zona e al parco archeologico»
«Il posizionamento di due generatori eolici di significative dimensioni sul crinale della collina di Monte Calvi e gli interventi connessi alla cantierizzazione dell’opera si ritengono incompatibili con gli indirizzi generali di queste amministrazioni». È la premessa delle osservazioni congiunte che i Comuni di Campiglia Marittima, Piombino, San Vincenzo e Sassetta hanno condiviso lo scorso 12 marzo presso l’ufficio unico di pianificazione d’area.
Il coordinamento politico esprime così la contrarietà al progetto presentato dalla società Cave Spa, per motivi che hanno a che fare con l’impatto paesaggistico, e la presenza di emergenze archeologiche di notevole importanza. Come la Rocca di San Silvestro, riconosciuta, da Regione e Comunità europea, meritevole di finanziamenti per il suo eccezionale recupero.
«L’impianto eolico – si legge nel documento riportato dalla delibera 33 della giunta campigliese – si colloca in un contesto già fortemente antropizzato per la presenza dell’omonima cava di versante che determina, già di per sé, un forte impatto visivo. Considerato che l’installazione dei generatori non avviene propriamente all’interno del sito estrattivo, per ovvie ragioni di ventosità, bensì sulla sommità del crinale (tra la sella orografica che collega Scala Santa a Monte Calvi), è del tutto evidente che le opere in progetto determinano un significativo effetto cumulativo con il versante di cava fortemente compromesso, innalzandone il livello di intervisibilità da tutta la fascia costiera e la pianura della Val di Cornia e appesantendone quindi l’impatto paesaggistico».
Inaccettabile poi, secondo quanto scrivono i sindaci firmatari, il fatto che le opere interesserebbero un’area della cava di calcare già morfologicamente ripristinata e che, dalla cantierizzazione dell’impianto, verrebbe certamente compromessa l’opera di ripristino ambientale, già faticosamente conclusa.
A questo si aggiunge che l’impianto si colloca in un’area di interesse archeologico per la presenza di una cinta muraria di epoca protostorica; area rispetto alla quale il Piano paesaggistico vieta l’installazione di impianti eolici superiori ai 60 Kw.
«A fronte della significativa estensione territoriale dell’intervisibilità degli aerogeneratori che comprometterebbe il paesaggio sia dei comuni costieri e dell’entroterra che insulari – prosegue il documento -, pur nella consapevolezza dell’importanza della produzione di “energia pulita”, riteniamo che l’installazione di un ulteriore impianto eolico, con nessun ritorno positivo diretto per la comunità che potrebbe, in qualche modo, giustificare una perequazione tra interessi privati e pubblici parimenti rilevanti, non corrisponda agli interessi generali del territorio che si rappresenta».
Un altro parco eolico “Foce del Cornia”, precisano, è già stato autorizzato (nel 2014 alla società Fera srl) a ridosso del comparto siderurgico, e comprende sei aerogeneratori per una potenza complessiva di 18 Mw.
«Esprimiamo pertanto contrarietà al progetto – concludono i Comuni della Val di Cornia -, auspicando la condivisione da parte della Regione degli indirizzi espressi dalle amministrazioni scriventi». Sono i territori comunali di Campiglia Marittima (per le consistenti opere di cantierizzazione) e San Vincenzo (all’interno del quale i due generatori eolici sono posizionati), quelli interessati dal progetto, che inoltrano – con l’appoggio dell’amministrazione comunale di Piombino e Sassetta – l’osservazione alla Regione, corredata dai contributi e dalle considerazioni tecniche formulate dagli uffici di entrambe le amministrazioni. La linea del resto in Val di Cornia sembra tracciata: tutela dell’ambiente e ripristino dei danni fatti fino ad ora.
Annalisa Mastellone – Il Tirreno 24.3.2018