Paradù, nuove limitazioni al numero delle case mobili

La proprietà contesta e si oppone: «Parere tardivo della Soprintendenza». Tante prescrizioni per il villaggio, si complica l’iter per l’autorizzazione.
Non trova pace il villaggio turistico Paradù, nemmeno con l’apertura della stagione estiva. E’ infatti del 14 maggio scorso il parere inviato dalla Soprintendenza di Pisa al comune e all’ufficio tecnico di Castagneto e alla Procura della Repubblica di Livorno. Un parere tanto atteso soprattutto dalla proprietà visto che il Ministero aveva annullato, in autotutela (lo scorso febbraio), il permesso rilasciato per la costruzione del resort risalente al gennaio 2013. E si rimescolano le carte e la faccenda si complica.
Quello che si dice, chiaramente oggi, dopo due anni e vari ricorsi, è che non si procede all’annullamento né si convalida il precedente parere, in virtù anche delle modifiche sostanziali intercorse, alla luce dell’istanza del Tribunale del Riesame e con la presentazione della documentazione aggiuntiva e la diminuzione delle strutture rispetto al progetto iniziale.
Un nuovo parere limitante
Un nuovo parere quindi, favorevole, ma con alcune prescrizioni con le quali dovranno fare i conti l’amministrazione comunale e la proprietà MeDonoratico capitanata dall’imprenditore Riccardo Mariotti. Lo stesso infatti chiede l’accesso agli atti per eventuali osservazioni e soprattutto dichiara che il parere è pervenuto oltre i termini previsti dalla legge e quindi “da considerarsi privo di valore giuridico”. Questo perché, a quanto si legge, la Soprintendenza, tra le altre cose, limiterebbe ancora il numero di costruzioni. Una bella gatta da pelare insomma.
Nuove indicazioni che vanno contro il progetto, già ridotto (che ne prevede 393), ma soprattutto contro il regolamento urbanistico, stilato anni fa per mano dell’architetto Mario Bartolommei e già scaduto, per cui la scheda interessata prevede che in quella zona ci sia esclusivamente un villaggio turistico (come in passato ai tempi del Club Med). Un villaggio che però con quei numeri non può essere considerato tale secondo la legge regionale.
Le prescrizioni
Riguardo alle strutture mobili già insediate, 193, si chiede di incrementare l’assetto vegetazionale dell’area con specie cespugliose autoctone che mirino anche al miglioramento della privacy tra di loro. E’ da considerarsi legittimo l’aumento delle costruzioni fino a raggiungere il numero di unità già presenti prima dell’intervento di demolizione, con funzionale aumento di dimensioni. Inoltre le unità a completamento devono essere circoscritte come prescritto nella carta ‘di “Rilievo• Aerofotogrammetrico della Provincia di Livorno” alla data del 1993, evitando ulteriori ampliamenti in aree mai interessate, con particolare evidenza alla zona dunale fronte mare. Dovrà inoltre essere aumentata la distanza tra le unità. Non ci deve essere aumento innaturale di superfici con verande o altro per favorire la ricrescita della vegetazione.
La proprieta’
“Anche la Soprintendenza dice che il realizzato va bene – spiega Mariotti – il problema resta sull’operazione che dovremo concludere (con il sopraggiungimento di 393 case mobili rispetto alle 654 iniziali). Ad ogni modo il parere è tardivo e non rispetta le norme. Doveva arrivare entro 45 giorni per essere vincolante e così non è stato. Il comune sta collaborando per concludere il percorso con i vari attori coinvolti. Attendiamo quindi l’autorizzazione finale, che auspichiamo. In altra maniera, se si volesse seguire le indicazioni della Soprintendenza, sarebbe necessaria una modifica alla scheda dello strumento urbanistico”
L’amministrazione comunale
“L’amministrazione comunale e gli uffici di riferimento – conclude il sindaco Sandra Scarpellini – stanno effettuando i passaggi necessari con Soprintendenza e Regione per chiarire innanzitutto aspetti normativi che attengono ad ambiti differenti e non di semplicissima combinazione, come la regolamentazione dei villaggi turistici e gli elementi strettamente paesaggistici, che devono necessariamente incrociarsi per la definizione dell ‘assetto del Paradù. Siamo in questa fase, delicata e necessaria per poter conseguentemente assumere ogni decisione che sia di competenza del Comune in modo trasparente e inequivocabile, a garanzia della legittimità dell’operato dell’amministrazione e del rispetto dei diritti dei privati”.
Divina Vitale – Il Tirreno 7.6.2015
L’ex Club Med, oggi Paradù, è stato inaugurato nel giugno 2014. A dicembre l’ordinanza di sequestro preventivo disposto dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Livorno. A tre mesi di distanza, i primi di marzo 2015, viene riconosciuto il dissequestro parziale: ovvero sulle strutture già realizzate circa 200 e gli spazi pubblici, mentre resta sotto sequestro la parte ancora in costruzione del resort. Questo a seguito della sentenza del Tribunale del Riesame e del nuovo parere espresso, dopo la valutazione delle integrazioni proposte dalla proprietà (con una sensibile riduzione del numero o di strutture mobili, dalle previste 654 a 393); oltre al deposito all’ufficio del Genio civile della documentazione necessaria per la valutazione anche dell’aspetto sismico e idrogeologico. Poi arriva la Soprintendenza. Che, nel frattempo, ha compiuto qualche cambio al vertice. E si riparte da capo. Prima si annuncia la sospensione delle autorizzazioni rilasciate nel 2013 in autotutela e poi si giunge ad un nuovo pronunciamento circa 15 giorni fa. Previsto infine per i primi di luglio l’incidente probatorio disposto dalla Procura. (d.v)