Ora si restaura la Rocca danneggiata dal fulmine
La giunta campigliese ha approvato il progetto esecutivo per il ripristino. Si prevede una spesa pari a 160mila euro (compresa la messa in sicurezza).
E’ del 15 novembre scorso la delibera con cui la giunta campigliese ha approvato il progetto esecutivo per ripristino, consolidamento e restauro della parte della Rocca di Campiglia colpita dal fulmine nell’estate del 2016.
Dopo un violento temporale, una saetta provocò il distaccamento di pietre e materiale di riempimento dal pennone, la parte più alta del monumento. I detriti crollarono sulla copertura in ferro e vetro dell’antica cisterna e sulla passerella metallica per i visitatori che collega il cassero alle mura, il tutto su proprietà comunale, e in parte su un giardino privato sottostante danneggiandone un pergolato di filagne in legno e aste metalliche.
Un evento straordinario che impose una rapida presa in carico del danno da parte dell’amministrazione comunale. Prima la recinzione dell’area, poi un primo intervento di messa in sicurezza (approvato con determina dirigenziale numero 576 del 31 ottobre 2016) iniziato sul finire dello scorso anno, e che con un impegno di spesa di 60mila euro prevedeva la realizzazione di un ponteggio di sicurezza per il pennone della Rocca (per permettere anche una prima pulizia del paramento murario).
I lavori di montaggio, per opera della ditta Tirrenia edile (di Colle Val d’Elsa) si sono conclusi il 10 febbraio di quest’anno. Successivamente, a giugno è stato affidato all’architetto Lucia Bracci, con studio a Porto Santo Stefano, l’incarico professionale per la redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica e del progetto esecutivo per il restauro, per l’importo di 29.909,36 euro (compresa cassa di previdenza al 4% ed escluso Iva).
Il progetto esecutivo è stato quindi appena approvato dal governo cittadino e prevede una spesa pari a 160mila euro, comprensivo degli oneri dei primi interventi di messa in sicurezza già impegnati precedentemente. Ed è stato inoltre depositato (il 19 settembre scorso) presso la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno per l’autorizzazione di competenza. Come precisato alla fine dell’atto, la necessità è di appaltare quanto prima l’opera pubblica, il cui finanziamento è garantito dal bilancio 2017.
Annalisa Mastellone – Il Tirreno 30.11.2017