Nuovo scempio a Baratti

Nuovo scempio a Baratti

Al porticciolo di Baratti è in corso la realizzazione di nuove rimesse per attività di nautica da diporto.

Tutto ciò risale al caso del Piano Particolareggiato di Baratti e Populonia che il Comune fece redigere nel tra il 2010 e il 2011 e che sollevò l’indignazione di miglia di cittadini della Toscana, dell’Italia e del mondo e la formazione del Comitato “Giù le mani da Baratti”.

Partita come protesta per le previsioni di chiusura al traffico di Baratti, la reazione generale fu ancora più dura quando ci si rese conto che Baratti, luogo mitico della cultura e del paesaggio, era stato trattato nel progetto come un qualunque pezzo di spiaggia per turisti balneari.

Persa completamente la percezione di lavorare su un importantissimo sito archeologico, si permetteva la realizzazione di una spiaggia privata per la RTA di Poggio all’Agnello (water front), la ristrutturazione e ampliamento del complesso del Ristorante Canessa, l’ampliamento delle aree marine da destinare a permanenza di natanti (Campo boe), la realizzazione di rimesse di supporto a questi (strutture per il diportismo nautico), la trasformazione in albergo del “Casone”, la realizzazione di un edificio in muratura per la scuola vela nella pineta (centro velico), una amplissima area di sosta e servizi su via delle Caldanelle con parcheggi, sosta camper, negozi (Porta al Parco): un vero e proprio attacco vandalico al patrimonio archeologico, paesaggistico e storico.

Il Comune, di fronte alle proteste anche internazionali, attivò nel 2011 un percorso partecipativo gestito dal Responsabile Regionale alla Comunicazione prof. Massimo Morisi, che portò a incontri, tavoli di partecipazione, interventi di esperti in archeologia, botanica, e alla fine alla modifica del Piano.

Il nuovo Piano Particolareggiato su alcuni aspetti accolse le proposte dei cittadini e così annullò la previsione del Water front privato, la realizzazione di un edificio in muratura destinato a centro velico nella pineta (spostandolo dall’altra parte della strada), la riduzione della Porta al Parco. Purtroppo il Piano definitivo approvato mantenne, anche se con moltissime limitazioni dettate dalla Soprintendenza, la previsione ricettiva al “Casone”, mantenne la possibilità di ristrutturare il complesso di Canessa e infine ammise, come se le aree marine non fossero significative dal punto di vista archeologico e naturalistico, l’ampliamento delle aree marine da destinare alla sosta dei natanti e la relativa realizzazione di rimesse a terra.

Quello che sta avvenendo oggi a distanza di otto anni da allora, è il risultato, già allora poco soddisfacente, del percorso partecipativo e delle proteste di tantissimi.

Si può allora affermare che l’attenzione dei cittadini responsabili non deve diminuire nel tempo perché dopo anni si dimentica facilmente, ma nella perdita di memoria e nella mancanza di informazione da parte delle amministrazioni le scelte sbagliate ma remunerative vanno avanti e i cittadini si trovano di fronte ai fatti compiuti.

Quello che è certo che questa opera in corso a Baratti farà sparire una vista sul mare e modificherà lo skyline del golfo con buona pace della tutela del paesaggio.

Campiglia Marittima 10-12-2019

Comitato per Campiglia
Alberto Primi

 

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