Maxi sacchi di sabbia contro il mare per proteggere la costa a San Cerbone
Sono iniziati in questi giorni, ma subito si sono interrotti, i lavori di riempimento e di posizionamento dei grandi sacchi di sabbia a protezione di quel poco che resta della spiaggia davanti alla chiesetta di San Cerbone, a Baratti.
Lunghi circa sei metri e larghi quattro, per un metro e mezzo di altezza, questi grossi contenitori in geotessuto, che una volta riempiti arrivano a pesare 40 tonnellate, sono frutto di uno studio condotto dal Comune e dai suoi tecnici la scorsa primavera, che ha portato successivamente alla definizione del progetto e all’affidamento dei lavori all’associazione temporanea d’imprese formata dalle ditte Geosystem di Parma, Ge.Co e Medita, di Cagliari, con subappalto all’impresa Benassi di Piombino.
La posa di queste protezioni richiede un lungo lavoro preliminare: il livellamento del terreno – che si è svolto il mese scorso alla presenza di un archeologo – e la preparazione dei tubi, da riempire di sabbia e acqua per poi ricompattare la costiera erosa per una lunghezza di 270 metri tra San Cerbone nuovo e la Fonte. Proprio questa è l’operazione che l’altra mattina i tecnici e gli operai hanno compiuto su due moduli, che nel primo pomeriggio sono stati posti a ridosso del muro della chiesina.
«Siamo molto soddisfatti di come i lavori sono stati condotti – spiega Federica Maggiani, che segue i lavori per conto della Ge.Co – L’obiettivo era quello di mettere in sicurezza la chiesina e ci siamo riusciti. Adesso faremo una pausa fino a dopo Natale durante la quale cercheremo di porre rimedio agli inevitabili piccoli problemi che si sono presentati in corso d’opera».
La sequenza delle operazioni prevede che una pompa prelevi acqua dal mare per trasportarla in una benna dove viene mescolata alla sabbia, per poi pompare a sua volta il composto all’interno dei sacchi: un procedimento che però ha portato alla rottura di un terzo sacco, che dunque non è stato possibile utilizzare. «Premesso che si trattava di un’operazione di prova – chiarisce Maggiani – è impossibile pensare che imprevisti del genere non si verifichino durante lavori di questo tipo: altrimenti non sarebbe un cantiere. Adesso, durante la pausa, appronteremo delle migliorie alle procedure: dopodiché il lavoro definitivo non si protrarrà per più di un mese, massimo un mese e mezzo».
«Il progetto paga lo scotto dei pionieri – commenta l’assessore all’ambiente Marco Chiarei – Si tratta di una procedura nuova e sperimentale che è stato anche molto interessante vedere attuata, ma che necessita di continue modifiche: tante ne abbiamo già viste nei giorni precedenti, quando i lavori erano in fase di preparazione, mentre le prossime saranno rivolte per lo più alle caratteristiche dei sacchi». Il progetto prevede che in tutto debbano esserne collocati circa quaranta: «La priorità – sottolinea Chiarei – era la messa in sicurezza della chiesina di San Cerbone e quello è un passo ormai fatto. Quando verranno messe in chiaro le modifiche da apportare ai sacchi non ci saranno più problemi di alcun tipo e il lavoro procederà spedito. Salvo restando, ovviamente, le condizioni meteo e soprattutto del mare».
I lavori di reintegro della costa di San Cerbone costeranno al Comune 227mila euro, compresi gli oneri previsti per i piani di sicurezza, oltre le spese e l’Iva; a questa cifra si aggiungono 68mila euro per il subappalto alla ditta Benassi. La cifra complessiva, di poco inferiore a 300mila euro, sarà comunque reintegrata per l’80% dalla Regione, che, considerate le condizioni di emergenza dell’area, metterà a disposizione parte dei fondi già stanziati per il ripascimento e la tutela della costa di Baratti.
M. MASSEI AUTUNNALI – Il Tirreno 20.11.2011