M5S Campiglia: “Mappate gli immobili sfitti!”

Negli ultimi 30 anni abbiamo cementificato un quinto dell’Italia, circa 6 milioni di ettari.In Italia ci sono 10 milioni circa di case vuote, eppure si continua a costruire.E’ la precisa proposta di un metodo di pianificazione, che andrebbe adottato con immediatezza per scongiurare ciò che sta purtroppo accadendo, ovvero che i piani urbanistici siano realizzati lontano dai bisogni effettivi delle comunità locali e prevedano nuovo consumo di suolo nonostante l’ampia disponibilità edilizia già esistente.
La priorità di intervento sarebbe la riqualificazione delle aree dismesse o inutilizzate, che stanno concorrendo al degrado di parti centrali e consistenti del nostro Comune, a danno di tutta la comunità, favorendo la riqualificazione di tutto ciò che è abbandonato.
Oltre a salvaguardare il nostro paese, a fronte di una emergenza abitativa sempre più drammatica, l’amministrazione per governare seriamente un territorio, è fondamentale che lo conosca nel profondo e lo analizzi nelle sue criticità; solo così è possibile prevedere le ricadute di certe scelte politiche e dare risposte di ampio respiro a chi disperato è alla ricerca di un alloggio.
Notizia di questi giorni, la storia drammatica di Elena; madre che rischia di perdere l’affidamento della figlia per una brutta situazione economica, sempre più frequente negli ultimi tempi. La casa non è solo un insieme di mattoni e oggetti, la casa è emozioni, sentimenti, certezza, lacrime e gioia. La casa è una vita.
Avere una mappatura concreta degli immobili sfitti, potrebbe apportare anche un flebile segnale di ripresa al mercato immobiliare. Senza questi presupposti, non esiste a parer nostro, un buon modo di amministrare, ma solo il goffo tentativo di nascondere la polvere sotto il tappeto, illudendo la cittadinanza che vada tutto bene.
MOVIMENTO5STELLE CAMPIGLIA
Concordo in pieno con questo articolo. Sono un agente immobiliare, titolare di un’agenzia, e sono convinto che il settore sia in crisi anche per il surplus di offerta di nuove costruzioni, spesso situate in aree deturpate dalla cementificazione e prive di servizi e collegamenti.
È ora di passare alla riqualificazione dell’esistente, soprattutto con criteri di antisismicità e sostenibilità energetica. Ed è anche il caso di perseguire penalmente quelle amministrazioni locali e quei signorotti che da anni spadroneggiano e consumano territorio grazie al ricatto dei posti di lavoro nell’edilizia.