Levata di scudi contro la baracca del polpo a Baratti

Levata di scudi contro la baracca del polpo a Baratti

È Andrea Camerini che lancia l’allarme sul gruppo Facebook “Giù le mani da Baratti”:

Amici! 
Tutti voi che hanno a cuore la bellezza di Baratti; a voi mi rivolgo e vi chiedo: ma voi lo sapete che stanno costruendo un baracchino del polpo lesso nella piazza dei Villini? Proprio davanti ai pini che da sempre sono una delle più belle immagini da cartolina del territorio?! No vero? Chissà come mai… E vi sembra una cosa sensata?! Ma vi rendete conto? IL POLPO LESSOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!  
Baratti baracca polpo2Della serie; altro che cultura! Una bella granfia fumante e via! Come è possibile?! Merito della precedente amministrazione comunale che ha approvato con troppa leggerezza una SCHIFEZZA del genere. Mi piacerebbe sentire le loro ragioni, di coloro che come per X-Factor, hanno detto: sì! Magari ce le spiegheranno (perché noi siamo duri); poi però dico: qualsiasi siano le motivazioni, poco hanno a che fare col territorio delicato e meraviglioso che abbiamo ereditato.

Aiutatemi a difendere il territorio. Protestate! Fate sentire la vostra voce! Tutti hanno diritto al bello; a godere di questi meravigliosi scorci! Questa piazza è suolo pubblico e quindi è anche VOSTRA! Difendetela! 

Con tutte le cose belle che si potevano fare nella zona e di cui la zona ha davvero bisogno, si è pensato solo ed esclusivamente al tornaconto di un singolo. Sconcertati? Basiti? Contenti? Succede ora, fatevi un giro! 

Nel frattempo…andate a farvi delle belle foto in questo punto panoramico; approfittate ora, perché fra poco una cosa orribile e ai limiti del Kitsch ve lo impedirà (per 12 mesi all’anno per 12 anni).

Ps siamo ancora in tempo per far sì che questa (nuova) amministrazione prenda una posizione e metta la faccia per fermare questo SFREGIO al panorama; sta anche a noi; a tutti noi; a ognuno di noi che ha a cuore questo angolo di paradiso. Io ci sono e farò tutto il possibile; non lasciatemi solo.

In seguito a tantissimi commenti (li puoi leggere qui), la notizia appare su Il Tirreno:

Baratti, il chioschetto della discordia

Iniziati i lavori dopo un iter contorto. Proteste per l’impatto ambientale, al via una petizione e in arrivo un’interrogazione

di Alessandro De Gregorio

Un chioschetto per il polpo lesso ha scatenato una vera e propria guerra sul web. C’è chi ha promosso una petizione online che in un giorno ha superato le 150 firme digitali; chi ha parlato di scempio ambientale; chi ha tracciato un parallelo con le palazzine di via della Pace. E chi (tanti) ha visto in quel chiosco una specie di cavallo di Troia, preconizzando una cementificazione di un gioiello archeologico, ambientale e turistico di tutta la zona: il parco di Baratti.

Perché è qui che il vincitore di un bando pubblico ha appena cominciato a costruire il chiosco in questione. Una vicenda contorta, per molti versi assurda, ereditata dalla precedente amministrazione comunale ma che coinvolge anche quella attuale.

Il bando.
Il bando in questione risale al gennaio dello scorso anno. Riguardava la “realizzazione di un nuovo chiosco per la vendita a carattere stagionale di polpo lesso e altri prodotti ittici a Baratti, in località Villini. In pubblicazione da lunedì 13 gennaio, il bando rimarrà aperto fino a martedì 11 febbraio 2014 ore 12, termine ultimo per la presentazione delle domande. Previsto dal nuovo piano comunale per l’esercizio del commercio sulle aree pubblicate approvato nel luglio 2012 dal consiglio comunale, il chiosco dovrà essere ubicato in prossimità dell’intersezione con la strada principale di accesso alla piazza a Baratti, dovrà avere una superficie massima coperta di 10 mq al netto di ulteriori occupazioni di suolo pubblico esterne come ombrelloni, tavoli, sede, pedane ecc. con possibilità di allaccio di rete elettrica idrica e fognaria». Il bando dava anche disposizioni sui materiali ammessi per la realizzazione del chiosco: legno, rame, metallo brunito o verniciato, ferro, ghisa e vetro. Poi la durata della concessione: dodici anni “in considerazione anche delle spese che dovranno essere sostenute dal soggetto aggiudicatario per la realizzazione del chiosco. I costi per la progettazione e la realizzazione del chiosco, compresi gli allacci alle reti tecnologiche e alla sistemazione dell’area, sono a totale carico del soggetto aggiudicatario e il chiosco dovrà osservare un’apertura giornaliera». Tra i requisiti, infine, anche la “qualità della proposta progettuale nel contesto ambientale e paesaggistico in cui si colloca, grado di efficienza energetica e di sostenibilità ambientale”. Il bando, a quanto sappiamo, se lo era aggiudicato Tito Verrocchi. E i problemi sono cominciati subito a proposito della collocazione del chiosco.

La prima collocazione.
Inizialmente si era pensato allo spiazzo sul pratone, dove tanti anni fa c’era già un bar e dove è rimasta la vecchia gettata di cemento a terra. Ma lì, lo si è “scoperto” dopo, non era permesso dai vincoli del piano particolareggiato di Baratti e Populonia del 2013, che vieta qualsiasi intervento edilizio all’interno del parco e localizza i chioschi per la somministrazione di alimenti al di fuori di quel perimetro.

La seconda ipotesi.
Quindi si era pensato alla rotonda della piazzetta, quella dove c’è il punto di informazioni turistiche. Ma lì la scorsa estate era prevista anche la presenza di una carrozza a cavalli per i turisti (che poi è slittata) e non sarebbe stato igienico affiancarvi un chiosco di alimenti. Il muretto dei motorini. Così nel bando si era indicato il muretto dove ci sono gli stalli per gli scooter. Ma quel muretto cinge un’abitazione privata. E difatti i proprietari hanno fatto scrivere una lettera da un avvocato ricordando al Comune, tra le altre cose, i cinque metri di distanza che qualsiasi manufatto avrebbe dovuto rispettare in base al codice civile.

Il muretto sul pratone.
Da un muretto all’altro si è passati a sinistra (guardando il mare), tra i parcheggi e il prato. A ridosso di un’altra proprietà privata, però. Quindi altro avvocato, altra lettera, altro giro. Nel parcheggio: e cinque. Il punto è stato spostato a cinque metri da quest’altra proprietà e in ogni caso fuori dal prato.

Quindi tra i parcheggi delle auto.
Andrea-CameriniVia ai lavori e alle proteste. E siamo a oggi. Alcuni giorni fa è arrivata una ruspa che ha delimitato l’area dei lavori, sono iniziati gli scavi per gli allacci alla rete elettrica e a quella idrica. Ed è scoppiato il caso. A capeggiare la protesta è stato Andrea Camerini, il regista e disegnatore del Vernacoliere, visceralmente legato a Baratti e non solo per il ristorante di famiglia, Demos.

Camerini su Facebook ha usato parole forti, accusando «la precedente amministrazione comunale che ha approvato con troppa leggerezza una schifezza del genere». E ha chiesto di sostenerlo in modo che «la nuova amministrazione prenda una posizione e metta la faccia per fermare questo sfregio al panorama». Contemporaneamente, ha avviato una petizione online. Sono fioccati i “mi piace” e i commenti, tantissimi. Sia sul proprio profilo che nei gruppi sui quali il post è stato pubblicato. In particolare sul gruppo “Piccoli e grandi problemi @ Piombino”.

Caso politico.
Fra i commentatori è apparso anche il sindaco Massimo Giuliani. Sollecitato da Massimiliano Santini, consigliere del M5s che ha preannunciato un’interrogazione, Giuliani prima ha detto che «una delibera dello scorso anno, della precedente amministrazione, viene impugnata e criticata a pochi giorni dall’apertura. Io penso che per il prossimo anno, se il proprietario collaborerà, potremo trovare anche valide alternative con il contributo di tutti. Ovviamente è fatto obbligo di conoscere il piano particolareggiato di Baratti e il regolamento del commercio vigenti, altrimenti quelle che a tutti noi possono sembrare localizzazioni efficaci e plausibili non sono ammesse. Nei prossimi giorni il vicesindaco Stefano Ferrini incontrerà abitanti e operatori interessati a proporre alternative, spiegando ovviamente le motivazioni della attuale». A chi gli ha fatto notare che Giuliani faceva parte anche della precedente giunta, il sindaco ha tagliato corto: «L’amministrazione attuale non ha commesso errori. Ha applicato una delibera travagliata ma regolare».

 

 

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3 pensieri su “Levata di scudi contro la baracca del polpo a Baratti

  1. Poche parole ma per chi le capisce sono molte-Purtroppo Baratti ha avuto la sfortuna di trovarsi nel comune sbagliato,in qualsiasi altro posto civile del MONDO avrebbero saputo tutelare L’UNICO INSEDIAMENTO ETRUSCO SUL MARE e tutelare non vuol dire non fare turismo o non incrementare il lavoro,anzi.Comunque per chi pensa di dare lavoro con le baracchine del polpo lesso secondo me non c’è speranza.

  2. Non vivo in Italia, ma spesso ho fatto vacanze a Baratti. E’ difficile per me per scrivere in italiano quindi lasciero’ mio commento in inglese. Credo e’ importante anche far sapere alle gente di altre paese che nel futuro, fare vacanza a Baratti non sara’ piu’ lo stesso se non facciamo qualcosa adesso per fermare queste stupidi sviluppi.

    Baratti, the Pearl of the Tyrrhenian Sea is now being pimped out to a vendor who wants to construct a tacky food stall.

    Baratti is a beautiful area, undeserving of the gaping maws of bulldozers and capitalistic modifications.
    Ridiculous politicians and vendors are taking a true beauty, slathering her face with the garish makeup
    of a clown, and ordering her to “perform” for the crowd; this is no way to encourage tourism!

    Speaking as a tourist, I can say this will only anger and repel us; there will be no reason to vacation
    in Baratti when so many other untouched areas of natural beauty in this world remain vigorously protected.
    Our children and their children will not have a chance to build up a nostalgia for this jewel of Tuscany,
    as families will simply go elsewhere. How did the politicians suddenly become so stupid to not perceive
    the consequences? Perhaps they are too busy following trails of money only they can see. Instead
    of allowing such detrimental development, they must enact stringent preservation laws to prevent dilution
    of Baratti‘s natural assets.

    I cannot express my anger and disgust strongly enough. We are being robbed of our precious memories of
    this incredible area. It may be better to no longer look at Baratti, to completely avoid going there (thus
    depriving the vendor of his anticipated revenue) than to suffer looking at the detritus of a crushed pearl. I will fight first though before conceding defeat. It is time to name and shame all those involved in destroying the area.

    It is sickening and heart-wrenching to see Baratti being bulldozed and sold for 30 pieces of silver. There won’t be much inclination to photograph those lovely seaside trees when a damn kiosk stands in the way; and once you permit development of a kiosk, you establish a slippery-slope effect that attracts future deleterious constructions (most likely replacing grass with cement and cutting down “inconvenient” trees).

    User reviews on travel sites like Trip Advisor will not speak of natural Tuscan beauty, but cheap edifices
    erected over a ravaged land, at the hands of money-grubbing vendors and silly politicos who lack class.

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