L’edilizia per tamponare la crisi – Rossano Pazzagli: “una logica miope”
Troppe licenze lungo la costa: ci sono buone leggi ma la politica è condizionata da interessi particolari. E si distrugge l’ambiente
«Ci sono buone leggi, ma è mancata una buona politica». Rossano Pazzagli, docente universitario, direttore dell’istituto di ricerca su territorio e ambiente «Leonardo», nonché ex sindaco di Suvereto, spiega così l’esplosione di seconde case in Toscana e l’implosione del mercato immobiliare.
Si stima che le seconde case in Toscana siano oltre 270mila. Si è superato il livello di guardia?
«Storicamente, la Toscana è sempre stata una regione fortemente urbanizzata, con un patrimonio immobiliare consistente. In questo quadro si è inserito, negli ultimi anni, un forte aumento delle concessioni edilizie, soprattutto nelle aree costiere. Un aumento che si è verificato proprio quando la popolazione aveva smesso di crescere e iniziava a calare. Si sono fatte più case quando ce n’era meno bisogno».
Si è usato l’edilizia in chiave anticongiunturale per sostenere l’economia.
«E’ una logica miope costruire case per tamponare la crisi, perché così si favorisce la rendita e non i redditi. Trasformare un terreno da agricolo in residenziale significa sottrarre risorse che danno reddito e lavoro».
Chi comprerà tutte queste seconde case?
«Questo succede quando le case non si costruiscono perché siano abitate, ma per far aumentare il valore fondiario dei terreni».
Com’è stato possibile?
«La politica è sempre di più condizionata dalla pressione di interessi particolari, dalle richieste della rendita».
Di chi è la responsabilità?
«Ci sono buone leggi, ma non c’è una buona politica. Si media l’attuazione delle leggi con gli interessi dei gruppi di potere. Questo è uno degli effetti della crisi della rappresentanza dei partiti che cercano saldature con gruppi di pressione. Le ferite del paesaggio in Toscana sono legate anche alla crisi del sistema politico. La legge 1 sull’urbanistica prevede che prima di usare nuovo suolo si debba recuperare il patrimonio esistente. Trovo incomprensibile che si sia permesso di eludere così una legge regionale senza che nessuno abbia protestato».
Carlo Bartoli
3 settembre 2009
Il Tirreno