La popolazione non cresce più e il capoluogo è in crisi nera
Il borgo di Campiglia ha perso 650 residenti in vent’anni, male anche Venturina.
La popolazione cala, Campiglia si spopola e invecchia, le frazioni di Venturina e Cafaggio tengono, ma il capoluogo in venti anni ha perso 650 residenti, più o meno un terzo degli attuali abitanti. Nel Comune si nasce poco e si muore di più e non danno una mano gli immigrati il cui numero è più o meno pari a quello dei nuovi arrivati.
I dati emergono da una dettagliata analisi che è stata compiuta nel Comune di Campiglia Marittima dal responsabile dei sistemi informatici, Andrea Raspolli (foto). Una elaborazione preziosa e ben organizzata di quelle che raramente si osservano nei portali Internet degli enti locali.
Al 31 dicembre del 2015 la popolazione del Comune si è fermata a 13.203 residenti, 136 in meno rispetto al picco massimo registrato nel 2010.
Ma quel che preoccupa di più è l’inversione di tendenza rispetto a ciò che è accaduto dal 2002 fino al 2010, periodo di continui aumenti. E come detto il decremento riguarda soprattutto Campiglia capoluogo che inesorabilmente si spopola anno dopo anno fin dal 1995 (2.301 abitanti quando oggi sono appena 1.639). Venturina e Cafaggio, dove si è assistito per anni ad una modesta, ma costante crescita, da sei anni a questa parte segnano il passo con una più accentuata tendenza al ribasso dal 2014 al 2015 (-55 residenti).
La motivazione della caduta nella popolazione nasce dalla combinazione di una serie di dati. In primo luogo la consistente diminuzione delle nascite scese nel 2015 al limite minimo di 71 unità quando in anni passati si è agevolmente superato il centinaio.
Fa riscontro a questo dato l’incremento del numero dei morti che, con variazioni minime, non si allontana molto dai 150 (157 nel 2015). Se negli anni 2006-2010 erano stati gli immigrati a sostenere i numeri della popolazione (picco di 36,52 per mille residenti nel 2008), oggi invece anche gli arrivi sono scesi toccando i livelli di 15 anni fa (23,1 per mille abitanti nel 2015).
Per contro si mantiene da tempo pressoché costante il dato sugli emigrati (intorno al 22-25 per mille residenti) con la conseguenza che nello scorso anno sono state più le partenze che gli arrivi.
La combinazione di quest’insieme di fattori genera un Comune in cui dal 38 per cento dei residenti sotto 25 anni nel 1951 si è arrivati al meno del 20 per cento di oggi. Parallelamente gli ultra sessantacinquenni sono passati da meno del 10 per cento a quasi il 30. Il grosso dei residenti ha oggi, come 60 anni fa, un’età tra i 25 e i 65 anni (oltre il 50 per cento).
F.B. La Nazione 8.5.2016