Il Piano Paesaggistico è a rischio, caccia all’ultimo voto

Il Piano Paesaggistico è a rischio, caccia all’ultimo voto

Si annunciano giorni di fuoco: il “pericolo” sono i dissidenti.

Caccia all’ultimo voto per far passare il piano del paesaggio. Mercoledì si vota e da oggi il presidente della giunta regionale Enrico Rossi cercherà di convincere il drappello di consiglieri del Pd che hanno presentato gli emendamenti contro il testo presentato dall’assessore all’urbanistica Anna Marson.

Se tutti i 55 consiglieri regionali saranno presenti in aula, per farlo passare occorre una maggioranza di 28 voti. Il centrosinistra può raggiungerla con i 25 consiglieri del Pd e i 6 del Popolo toscano. E, se verrà presentato un piano in linea con quello voluto dalla Marson, anche i tre consiglieri della sinistra radicale (Mauro Romanelli di Sel e Paolo Marini e Monica Sgherri di Rifondazione-Comunisti italiani) hanno fatto sapere di essere disposti a votarlo.

«Mercoledì avremo il nuovo piano del paesaggio», assicura Ivan Ferrucci, capogruppo Pd in consiglio regionale. Come dire che il gruppo sarà unito, sì ci saranno discussioni, ma alla fine disco verde al piano.

La Toscana non è la Puglia
Lo stesso Rossi fa trapelare un certo ottimismo. «Non penso ci siano ostacoli. Il testo è stato migliorato ed è chiaro», fa sapere. Di più non dice: «Io ora devo tacere», sottolinea. A conferma che il guado è delicato, incerto. E, conversando con alcuni collaboratori, Rossi ha espresso la sua preoccupazione: «La Toscana è una regione famosa in tutto il mondo per il suo paesaggio. Avremo gli occhi puntati addosso. Non si può sbagliare. Dobbiamo riflettere».

Insomma la Toscana non è la Puglia, dove il piano è stato già approvato (anche se solo dalla giunta). Il suo richiamo e appeal è di gran lunga superiore. Al via dei lavori tra Regione e Mibact, il ministro Dario Franceschini ha scherzato con la Marson: «Assessore, è riuscita a mettere d’accordo Corriere, Repubblica, Settis e Carandini, a questo punto io alzo le mani».

Sul piano paesaggistico della Regione ci sono i flash dei media, gli articoli degli intellettuali e l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale. Rossi sa di giocare forse la partita finale della sua legislatura. Non può permettersi che la Toscana passi, a torto o a ragione, come la regione dove si può costruire in riva al mare o scavare marmo senza regole e rispetto per le Apuane. Anche per questo è voluto uscire dalle secche delle esigenze campanilistiche, pretendendo l’intesa con il Mibact, il ministero delle attività culturali e turistiche, guidato, appunto, da Franceschini.

Le modifiche del ministero
E il ministero ha rimesso mano al piano così come uscito dalla commissione ambiente e urbanistica, presieduta dal pistoiese Gianfranco Venturi, che aveva recepito l’emendamento proposto da Ardelio Pellegrinotti e Matteo Tortolini. Lo ha rivisto in molti punti, ma due sono quelli più importanti.

gazebo cava

Primo: no a costruzioni collocate nella fascia a 300 metri dal mare, salvo strutture, gazebo e piscine rimovibili, da installare cioè a inizio della stagione turistica e da rimuovere alla fine. «Il principio può essere giusto per le nuove costruzioni, ma se un albergatore che ha un albergo da 300 metri dal mare con tanto di piscina non può intervenire, fare ristrutturazioni? Mi sembra assurdo. No al nuovo, ma sì agli interventi sul vecchio», commenta Venturi.

Secondo: no all’ampliamento e all’apertura di nuove cave sopra i 1.200 metri di altitudine. E no anche alla riapertura di quelle dismesse. Unica eccezione per tre bacini marmiferi: a Minucciano, in Garfagnana, sul monte Corchia, sopra Levigliani, in Alta Versilia. «Sono paesini che se gli tolgono le cave gli abitanti di cosa vivono? Possono cambiare paese», osserva ancora Venturi.

La palla al Pd
Queste modifiche sono contenute in un documento di poche pagine – frutto dei quattro giorni di lavoro romano – che sabato la Regione ha rimandato all’approvazione del Mibact. Il testo dovrebbe essere rimandato oggi a Firenze. «Spero che il ministero non abbia fatto danni», scherza Pellegrinotti. Che aggiunge: «Aspetto di leggere le modifiche e poi valuterò la posizione da prendere«. Anche Venturi fa sapere che «l’intesa con il Mibact è importante, ma non può essere un prendere o lasciare».

Si annunciano giorni di fuoco
Battaglie politiche. «Se per caso il piano non deve passare sarebbe un contraccolpo politico per la giunta e per Rossi. Per questo io penso che alla fine prevarrà il buon senso. Anche se nel Pd ci sono molti che ancora non si sono pronunciati. La palla è ora al Pd», commenta Marco Manneschi.

Mario Lancisi – Il Tirreno 23.3.2015

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