Il «Percorso partecipativo» per Baratti e Populonia: le proposte della società «Parchi Val di Cornia»

POTENZIAMENTO DEI PARCHEGGI ALLE CALDANELLE E MENO AUTO NELL’AREA

Le idee della società Parchi Val di Cornia per Baratti e Populonia presentate al percorso partecipato. Si parte con la «riduzione della pressione antropica e dei veicoli privati creando una graduale limitazione della sosta all’interno del golfo in particolari periodi dell’anno attraverso il potenziamento del parcheggio delle Caldanelle e l’incentivazione di una mobilità sostenibile con una contestuale riduzione dei parcheggi all’interno del golfo. L’infrastrutturazione di Caldanelle dovrà prevedere solo ed esclusivamente i servizi minimi indispensabili — si legge nella guida al percorso — recupero e sistemazione del sistema dunale con la riduzione degli accessi spontanei alla spiaggia e contestuale realizzazione di percorsi attrezzati per l’accesso al mare e di fruizione della pineta. Eliminazione delle strutture centro velico e spostamento delle attività in luogo più idoneo. Realizzazione di un progetto che tuteli e valorizzi le emergenze archeologiche e culturali e le risorse naturali anche al di fuori dell’area del Parco Archeologico in senso stretto».

«L’OBIETTIVO — si legge ancora — è quello di far emergere la valenza strategica dell’area che si basa sulla archeologia e l’identità paesaggistica, attraverso un’unica area a parco che comprenda l’intero golfo e promontorio. Creazione di percorsi naturalistici e di interesse archeologico che possano permettere di collegare l’intero fronte mare fino a Populonia. Fruizione dell’intera area attraverso mobilità sostenibile e mezzi pubblici – e ancora – contrazione delle superfici delle concessioni a mare nel campo boe per ridurne la pressione antropica e l’impatto visivo. Rimodulazione di parte delle concessioni ad uso “pubblico” (ad esempio taxi boat) e come possibile area di accesso al Parco. Contrazione del parcheggio di Populonia. Creazione di interrelazioni funzionali tra il Parco archeologico e le strutture private esistenti per le quali si intende avviare una diversa destinazione urbanistica».

La Nazione 16.11.2010

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