Il futuro nel sacco

Il futuro nel sacco

CAPITOLO 1
– LE COLLINE –


Scrive Nicola Bertini

Non ci sono più scorribande o ordalie che si abbattono sui paesi depredandoli, uccidendo, devastando, ma mai come oggi il territorio è sottoposto ad un saccheggio sistematico e dalle conseguenze irreversibili.

Le colline a est di San Carlo non erano mai state oggetto di un attacco così violento ed insensato. I Comuni di Campiglia e San Vincenzo, in perfetto accordo con la Regione (che ha individuato questo territorio come “distretto regionale delle cave”) hanno deciso che le nostre colline sono interessanti ed hanno un valore per un motivo: si possono distruggere.

Una visione che è rimasta quella dell’inizio del Novecento quando la Solvay individuò in quelle stesse colline una fonte di ricchezza per l’industria chimica. All’epoca c’erano altri presupposti e diverse erano le ricadute occupazionali e sociali dell’attività estrattiva. Oggi sempre più è evidente come quella visione non regga il confronto coi tempi ed altri valori, anche economicamente più convenienti, si impongono nelle scelte delle Amministrazioni pubbliche che abbiano a cuore le prospettive economiche di un territorio.

Sono la conservazione e valorizzazione dei luoghi identitari, la tutela delle risorse esauribili e non rinnovabili come perno per la costruzione di una nuova economia, a garantire un futuro alle comunità locali.

Eppure gli attacchi al territorio, alla nostra ricchezza, sono stati così violenti a San Vincenzo e dintorni da poter parlare di una depredazione, non selvaggia e “barbara”, ma sistematica, calcolata, scientifica. Le Amministrazioni in carica non hanno nemmeno pensato al concetto di “interesse pubblico”, è faticoso, inutile e rischia di scontentare alcuni amici di lunga data.

Così per quali motivi si è parlato delle nostre colline?

Per la riapertura della cava del Broccatello sulle colline tra San Carlo e Castagneto, con i suoi chilometri e chilometri di nuova camionabile nella Valle delle Rozze. Una scelta rimbalzata in modo comico tra San Vincenzo e Castagneto con documenti dirigenziali di San Vincenzo che ammettono la riapertura e il transito dei camion all’Acquaviva e pantomime dell’Amministrazione sulla contrarietà annunciata e smentita da documenti tecnici.

Cava del Broccatello

Poi l’attenzione sulle colline s’è accesa per la “camionabile” aperta senza autorizzazioni sul monte Coronato, un episodio gravissimo per cui si dovrà provvedere, chissà come, alla remissione in pristino dei luoghi.

Monte Coronato

Infine il rinnovo (smisurato in ordine a scadenze e volumi estraibili) delle concessioni delle cave del Comune di Campiglia, e, ora, l’ampliamento più consistente di aree escavabili mai sperimentato che comporterà la creazione di una delle cave più estese dell’intera Regione.

Le colline sono lontane e non interessano a nessuno, non hanno nulla da offrire finché non vengono disboscate e distrutte. Il territorio, l’elemento alla base dell’identità di una comunità, è un disvalore e la sua trasformazione irreversibile un fenomeno inevitabile, accettabile, persino augurabile. È una concezione predatoria, povera e svilente, che non ha futuro e non lascia futuro.

→ Tratto dal profilo Facebook di Nicola Bertini

→ Leggi anche “Allucinante…” di Nicola Bertini – 3.11.2018

→ Ampliamento cave: è il nuovo modello di sviluppo (Stile  Libero)

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Un pensiero su “Il futuro nel sacco

  1. Errare umano est diabolico è perseverare. Nei tempi del boom economico una parte del nostro comprensorio scelse la monocultura e la monoeconomia: tutto industrie … non pensando che se queste avessero un problema non vi sarebbero state alternative; così infatti vi è stato ma non è ancora stato capito l’errore che l’economia va diversificata a 360°. Fare questo vuol dire garantire lavoro economia risorse in una parola: futuro.
    Le cave: ci avevano detto che servivano prevalentemente 90% per il calcare per le acciaierie che se chiudevano sarebbe stato disastroso anche per lo stabilimento di Piombino quindi per i posti di lavoro. Bene ! l’acciaierie sono chiuse non colano non gli occorre il calcare … se … ripartiranno lo faranno con nuovi forni elettrici che hanno bisogno di ben poco calcare perchè i sistemi sono differenti e le correzioni del carbonio idem. Allora perchè ampliare le cave ? a cosa servono ? a CHI servono ?
    Venturina da una parte si propone come paese termale quindi incline al turismo … complimenti ! deturpare il territorio certamente porterà turismo è risaputa che la gente va dove il panorama è brutto … peraltro ci sono rischi reali di deviazione dei corsi di acqua termale … questo non lo hanno preso in considerazione ? infine il cambiamento del microclima peraltro già avvenuto in alcune zone del campigliese (vedi zona Tuttiventi).
    Forse in comune abbiamo meno bisogno di avvocati dottori architetti ma un po di più di tecnici e ingegneri con gli attributi gente con meno estetica ma più etica e praticità.

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