«Il centro storico di Campiglia Marittima: un paese in agonia»
La lettera di Simona Lecchini Giovannoni (CxC) su «Il Comune»
Sul periodico comunale di gennaio-febbraio 2011, il gruppo consigliare «Comune dei Cittadini» apre lo spazio che gli è dedicato alla sig.ra Lecchini Giovannoni, residente nel centro storico di Campiglia:
“Speriamo venga presto la primavera, così dalle finestre si vedrà un po’ di luce invece di questi muri grigi con le finestre tutte spente”, così dice una residente del rione la Rocca. Buio anche in Poggiame, dove nome fu mai più appropriato della “piazzetta del silenzio” !
I fatti della vita, come una morte, un coniuge che si separa e se ne va, una malattia o gli acciacchi dell’età che ti tengono in casa, uno sfratto, un trasferimento, nel centro storico di Campiglia sono ferite incurabili perché nessuno viene a sostituire chi parte. Allora anche chi potrebbe uscire di casa non lo fa perché non c’è nessuno da incontrare, e così, soprattutto nel pomeriggio, la desolazione è totale.
Situazione che sarebbe chiara anche agli amministratori se ci vivessero o frequentassero di più il borgo: si accorgerebbero così che a Campiglia non c’è più niente che possa attrarre, un motivo
particolare per venirci e tanto meno per viverci.
La situazione è ancora più grave per i giovani : la sera quelli che hanno la macchina vanno a Venturina, gli altri dopo la chiusura del bar al Piazzone tirano tardi sulle panchine .
Nelle vacanze di Natale la situazione non è migliorata: ci sono state presenze dal 30 al 2, proprietari di seconde case e ospiti nelle strutture che in paese affittano camere. Era bello, ma è durato poco, la domenica sera i parcheggi erano di nuovo vuoti!
Stando così le cose, non si può pensare che la vita e l’economia del paese si regga sul turismo di due mesi l’anno, perché di questo passo quando arriveranno i turisti o i proprietari delle seconde case il paese sarà un bel contenitore vuoto e privo di servizi. E’ un problema troppo grande per risolto dall’Ente Valorizzazione.
Deve essere l’Amministrazione a impegnarsi a riportare gente e vita nel paese.
Le proposte su cosa fare non mancano. Le hanno fatte Comitati e gruppi consiliari. Chiedono al Comune di recuperare alloggi da destinare all’edilizia sociale per i residenti, di realizzare un albergo diffuso nel centro storico e non di fare altre costruzioni fuori che diventeranno seconde case, di realizzare un asilo nido per favorire il ritorno delle giovani coppie, ecc.
Io aggiungo altre cose semplici da fare.
All’ex cinema Mannelli, coinvolgendo i campigliesi della zona nuova, ma anche i giovani di Venturina, si potrebbe pensare ad uno spazio cinema, ad una sala registrazioni concerti o magari solo di lettura.
Alla Rocca si potrebbe proporre un punto ristoro-aperitivo gestito da giovani.
Il mercato potrebbe essere più grande al Piazzone, lasciando libero il parcheggio.
Piccole cose che potrebbero però segnare un’inversione di tendenza e una speranza per coloro che non rinunciano a vivere nel centro storico.
Simona Lecchini Giovannoni