«Il cemento non è il futuro ma neppure le passeggiate» Campiglia: l’assessore Bertocchi replica ai Comitati

Ruolo della politica, liste civiche, futuro della Val di Cornia. L’assessore Jacopo Bertocchi fa un quadro della situazione partendo dalla replica del Comitato per Campiglia al neo segretario Pd Valerio Fabiani.

«Conosco Valerio e ritengo che non abbia bisogno della mia difesa, tantomento che ce ne sia bisogno. Ritengo utile intervenire, sia per contribuire al dibattito, che per chiarire alcuni aspetti che Massimo Cionini (CxC), un amico, ha trattato in merito alle dichiarazioni del neo segretario del Pd. Penso che oggi sia molto più facile “aderire” alle liste civiche, alle crociate del no, piuttosto che impegnarsi e mettere la faccia e il proprio tempo in un progetto politico nuovo e rischioso che stenta a decollare e a trovare consensi “allargati”. Questa però è un’opinione personale (risaputa) e non è argomento di dialettica. Le resistenze che si incontrano “facendo” politica in un luogo come il nostro, hanno poco e niente di costruttivo e di sano, se non per chi tenta di fare incetta di consensi e ribaltare un potere che si crede detenuto da chi non è all’altezza. Se da un lato si alimenta la fame di opposizione che abbiamo perso e si rafforza la partecipazione, dall’altro si acuisce lo scontro fratricida, l’odio nei confronti di chi può davvero qualcosa. Secondo questa ottica, chi fa il proprio dovere (seppur sbagliando), chi resta fedele ad un corredo di valori e che qualche frutto ha portato viene additato, definito millantatore, traditore e prono agli “interessi dei privati”.

SPESSO ci si nasconde dietro un dito, sbandierando parole altisonanti come partecipazione e democrazia popolare, tenendo bene in evidenza che l’azione che si fa non è politica ma anzi, antipolitica. Quale ingrediente segreto manca nei barattoli del Pd che invece abbonda in quelli delle liste civiche? Quale potere effettivo ha una lista civica? Quale capacità di azione politica e dove questa si esaurisce? Un conto è l’essere in disaccordo su una linea di sviluppo (lecito e politicamente condivisibile), altro conto è accusare continuamente chi compie delle scelte. Il nostro territorio è caro a voi come a noi e ci è stato consegnato così oggi, perchè ieri è stato sacrificato altrove.

Il nostro futuro economico non è la siderurgia, non è il cemento, ma nemmeno le passeggiate a cavallo e le immersioni, almeno non nel breve periodo. Ciò che si può fare è creare i presupposti affinchè ciò possa essere incoraggiato ma ne siamo più che consapevoli. Trovare il colpevole è fisiologico in un paese ipocrita e forcaiolo come il nostro ma un conto è sputare veleno senza porsi nuovi interrogativi sui limiti e sulle potenzialità e sentirsi tutti esperti di pianificazione territoriale, un altro è fare della politica una ragione di vita, oneri e onori in un momento storico in cui la vera sfida è la lotta per la sopravvivenza (in senso ovviamente figurato). Dove sono gli interessi privati, il marcio della Val di Cornia, il “magna-magna” generale? Fateli presenti nelle procure, nei tribunali e anche nelle piazze, vogliamo sapere, vogliamo vederli anche noi del Pd».

La Nazione 23.11.2010

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