L’appello di Nicola Bertini
L’assemblea di venerdì 30 settembre sulla Variante al Regolamento Urbanistico di Rimigliano è estremamente importante e invito tutti coloro che leggono a parteciparvi.
Non è importante per la discussione che potrà svolgersi, ammesso e non concesso che dopo la truppa cammellata ci sia posto per dire due parole in croce. Non è importante per la partecipazione della cittadinanza, perché non potrà essere cambiato nulla, ma proprio nulla, di un piano già confezionato e blindato. Non è importante neppure per i soliti, bolsi, banali, esausti e surreali discorsi di politici e tecnici che annasperanno in un mare di contraddizioni pur di dimostrare un interesse pubblico lontano anni luce dal piano che il 3 ottobre sarà approvato da un consiglio popolato da obbedienti ratificatori di pensieri altrui.
L’assemblea del 30 settembre è importante per dimostrare una volta di più l’insostenibile arroganza di una classe di potere che determina, nel segreto delle stanze, ogni decisione importante e pretende d’avere passerelle pubbliche con spettatori acclamanti, per verniciare un metodo da loggia con i colori della democrazia.
L’assemblea del 30 è uno scherno disgustoso per chi, come me, per anni e anni ha combattuto con coerenza riconosciuta da tutti una lotta impari contro interessi cementizi e cementati con moltissime rappresentanze politiche locali e alcune regionali. È una farsa beffarda per chi, senza alcun interesse economico, ha sacrificato tempo e energie per affermare che Rimigliano avrebbe potuto essere una opportunità per cambiare il modello di economia e di futuro del nostro territorio. Rimigliano avrebbe potuto offrire diversificazione grazie ad un rilancio agricolo, ad un modello agrituristico diffuso, ad un impulso per la trasformazione dei prodotti alimentari.
L’assemblea del 30, messa in piedi il giorno lavorativo precedente all’approvazione definitiva del piano da parte del Consiglio Comunale, offende il buonsenso e l’intelligenza di chi ne ha organizzate decine per proporre alternative possibili per quel 20% di territorio comunale, quello più pregiato. Quello che permetterà dopo il 3 ottobre, ai soliti noti un guadagno di parecchie decine di milioni di euro, e che toglierà a tutti noi, tutto Rimigliano a monte e a valle della Principessa.
Finché accetteremo che queste speculazioni che impoveriscono tutti per arricchire un paio di persone, vengano attuate e pubblicizzate con tale arroganza, non c’è alcuna speranza di risollevarsi da una crisi che, ancor prima che economica, si dimostra politica e culturale.
Nicola Bertini
Forum del centrosinistra per San Vincenzo
Pubblicato su
La Nazione 29.9.2011
Corriere Etrusco 29.9.2011
Stasera l’assemblea, infuria la polemica
Manifesto a lutto del Cdc, duro attacco di Sel alla giunta
Stasera alle 21 è in programma l’annunciata assemblea indetta dall’amministrazione comunale per presentare ai cittadini la variante al regolamento urbanistico relativa alla tenuta di Rimigliano; variante modificata in queste ultime settimane per accogliere alcune delle numerose osservazioni presentate dalla Regione. L’assemblea precede di poche ore il passaggio del piano per Rimigliano in consiglio comunale, lunedì prossimo, per l’approvazione definitiva. Ma se il percorso pluriennale del piano sembra arrivato all’atto finale, non si placano le polemiche e le contestazioni, che anzi sembrano riprendere forza.
Se nei giorni scorsi il gruppo consiliare di opposizione del Forum aveva bollato l’assemblea di stasera come una farsa, perché il piano non potrà più essere modificato, ieri anche il Comitato per Campiglia ha manifestato, in modo colorito, il proprio disappunto sull’esito della lunga battaglia su Rimigliano. Sul sito del Comitato è stato inserito un manifesto a lutto in cui si annuncia appunto la dipartita di Rimigliano e si fissano le esequie a lunedì 3 ottobre in consiglio comunale.
Da registrare, ancora, una durissima presa di posizione contro l’amministrazione comunale sanvincenzina da parte del circolo “Cento passi” di Sel, a firma del coordinatore di zona Ilio Benifei.
«La giunta di San Vincenzo – si legge nella nota di Sel – promuove, prima del consiglio comunale, un’assemblea pubblica sul piano di Rimigliano. Potrebbe sembrare una apertura verso tutti quei cittadini, forze politiche, Regione, associazioni che hanno manifestato dissenso e contrarietà ad un piano profondamente errato e ad oggi anche fatto male. In realtà – prosegue la nota – sarà riconfermato, quindi senza possibilità di cambiare le scelte, un piano che allo stato dei fatti è in contrasto con il decantato sviluppo sostenibile, in contrasto con le scelte dei Parchi della Val di Cornia, in contrasto con le linee programmatiche della Provincia e della Regione».
Secondo Sel, «alla base della perseveranza della giunta nel procedere sul piano, non vi è una idea di sviluppo e l’interesse della collettività, ma dare seguito a un impegno politico preso con chi ha interesse a speculare per ricavarne il massimo del profitto». La nota di Benifei rimarca poi il metodo col quale sono state conteggiate le superfici edificate nella tenuta e ammesse al riuso per nuove costruzioni. Secondo Sel, bisogna «rivedere le previsioni, riaprire una discussione, riadottare un nuovo piano». Dal punto di vista politico, infine, Sel è decisa: «se confermato, questo piano di Rimigliano allontana una ricomposizione del centrosinistra a San Vincenzo».
Il Tirreno 30.9.2011
la natura si vendicherà. Il diavolo esiste, e forse anche dio.
La battaglia per Rimigliano è più che giusta e c’è da dolersi che le poche forze imprenditoriali fiorentine attacchino quel territorio preservato dai loro padri. Ma qui voglio congratularmi con Nicola Bertini per lo splendido articolo apparso sul Corriere fiorentino del 12 ottobre. Acuto nella sostanza, misurato nei toni, coglie il nocciolo del problema e ne mostra le conseguenze pratiche e possibili: un’economia della sostenibilità che custodica quel patrimonio paesaggistico che ancora possediamo, una politica che una sinistra intelligente dovrebbe fare propria. Ma qui sta il dramma: il dramma è la mancanza di una cultura in grado di comprendere e decifrare le direzioni e i significati dell’economia e della società nei tempi attuali e nei futuri possibili, alcuni dei quali sono pessimi. Politici e sindacalisti cercano di andare avanti ma guardano indietro, in ciò non dissimili dall’attuale governo; puntano ancora sul consumo di suolo sull’edilizia, sul turismo consumatore di risorse, si propongono, perché ‘ignoranti’, di bruciare quello che dovremmo consegnare alle future generazione.
Paolo Baldeschi