Conferenza dei servizi per il vincolo paesaggistico di Baratti, atto dovuto
“In riferimento a quanto apparso nei giorni scorsi sulla stampa locale in merito al piano particolareggiato di Baratti, riteniamo doveroso precisare che il procedimento sin qui seguito risulta dovuto in base alla normativa vigente, e non si pone in alcun modo in contrasto con il processo partecipativo che ha accompagnato la formazione del piano particolareggiato di Baratti”. Lo affermano l’assessore regionale al governo del territorio Anna Marson e il garante della comunicazione Massimo Morisi.
Come prescritto dalla legge, il Comune di Piombino era tenuto a sottoporre a Conferenza di servizi – in base all’art. 36 del Piano di indirizzo territoriale della Regione Toscana (Pit) – la parte di piano relativa a beni paesaggistici oggetto di specifici vincoli, prima di qualunque determinazione conclusiva del Consiglio comunale. Nel caso in questione, il vincolo in vigore tutela la fascia costiera compresa tra il Golfo di Baratti e il Golfo di Salivoli, in quanto costituisce un “quadro naturale di non comune bellezza panoramica e di notevole valore estetico e tradizionale”.
Compito della Conferenza di servizi – nei quali la Regione era rappresentata da funzionari del settore Pianificazione – non era l’approvazione del piano, bensì la verifica della sua conformità alle norme del Pit riferite alla tutela paesaggistica dell’area di Baratti e Populonia contenute nella scheda di paesaggio dell’ambito Val di Cornia, e la formulazione di eventuali prescrizioni.
Tra le diverse prescrizioni formulate c’è “l’obbligo di restauro di tipo conservativo per i complessi architettonici del Casone e per la Torre di Baratti”, cui è stato aggiunto che “in particolare per il complesso del Casone occorre prevedere interventi di alta qualità alberghiera, che assicurino il mantenimento e la riqualificazione di tutte le aree verdi esterne, con mantenimento dell’area ortiva anche come giardino botanico”.
“La prescrizione di “alta qualità alberghiera” per il Casone – precisa l’assessore Marson – è senza dubbio un’espressione poco felice piuttosto che una smentita delle conclusioni del processo partecipativo che auspicava, come è noto, ‘la creazione di una struttura ricettiva non di lusso ovvero alla realizzazione di una struttura di accoglienza a prezzi contenuti che possa ospitare giovani, studenti, archeologi, turisti orientati all’esplorazione della natura (per esempio ciclo-turisti) o turismo culturale’. Il contesto in cui essa è stata espressa richiama infatti la volontà di tutelare il contesto paesaggistico, anziché di individuare la tipologia di gestione dell’immobile, aspetto estraneo alla competenza della Conferenza dei servizi in questione”.
“Non abbiamo peraltro motivo di dubitare – concludono Marson e Morisi – che il Comune di Piombino, che finora ha sempre voluto e sostenuto il percorso partecipativo su Baratti, saprà dare attuazione coerente alle conclusioni di questo percorso”.
Lorenza Pampaloni