Cemento in spiaggia: alberghi e bagni possono ampliarsi
Dalla Versilia all’Argentario, la parola d’ordine è la stessa: gli alberghi si possono ampliare. Gli edifici “diroccati” possono cambiare destinazione d’uso, gli stabilimenti balneari, i ristoranti e le strutture di servizio possono essere anche demolite e ricostruite. Sul mare sono ammessi nuovi interventi, a patto che siano «coerenti con il contesto paesaggistico, con la rimovibilità dell’installazione e il mantenimento dei varchi e visuali da e verso il mare».
Nuovi contrasti
Scoppia un’altra baruffa in commissione Ambiente e Territorio. Mentre il governatore Enrico Rossi ordina al Pd di non cementificare la costa, il partito presenta un (altro) emendamento «già protocollato il 4 marzo» per consentire di «migliorare le strutture turistiche del litorale toscano», dicono i consiglieri Matteo Tortolini e Ardelio Pellegrinotti.
Nessuna disobbedienza alla linea dettata dal Rossi, dunque. Solo un lavoro per non ingessare la costa. Guai, però, a parlare di «cemento sul mare o sulle dune: tutte falsità», tuonano i due consiglieri. Ricordando che entro 300 metri dalla linea di costa, anche per i vincoli della legge Galasso, non si può intervenire. A meno che la Sovrintendenza non autorizzi. O che gli edifici già non esistano e che, quindi, si possano ampliare, modificare, recuperare. E anche cambiare di destinazione d’uso «sempre che gli strumenti urbanistici dei Comuni lo consentano».
I Comuni pro ampliamenti
I Comuni contrari non lo sono di certo. Proprio ieri, i sindaci della Val di Cornia, si sono schierati con Tortolini. Il quale, con Pellegrinotti, fa approvare in commissione questo emendamento per tutta la costa toscana (eccetto il Parco dell’Uccellina): «Ferma rimanendo la possibilità di interventi di adeguamento funzionale delle strutture esistenti, sono consentiti ampliamenti, adeguamenti, compresi interventi di recupero con cambio di destinazione d’uso previsti dagli strumenti urbanistici dei comuni e comunque finalizzati al potenziamento delle attività turistiche e ricreative esistenti attraverso il miglioramento della compatibilità paesaggistica delle stesse anche attraverso la riqualificazione, sostituzione o rimozione degli elemdamenti incongrui».
Basta continuare a vedere il mare
Per la spiaggia, il Pd prevede di «limitare la realizzazione di strutture e manufatti legati al turismo balneare consentendo nuovi interventi eventuali solo con progettazioni coerenti con il contesto paesaggistico, la rimovibilità dell’installazione e il mantenimento dei varchi e visuali da e verso il mare». Questo sarebbe il punto di incontro concordato in mattinata con il governatore Rossi e con l’assessore all’urbanistica Anna Marson. Che, però, alla fine della commissione non sembrava contenta delle modifiche apportate al suo (ex) piano del paesaggio.
L’attacco di Italia nostra
Di sicuro non lo è Italia Nostra: «Giorno dopo giorno – dice il presidente Marco Parini – assistiamo increduli a un inarrestabile stravolgimento del piano paesaggistico della Toscana, svuotato dai propri contenuti originari che ne facevano un testo modello per l’Italia e il primo caso di piano copianificato con il ministero dei Beni culturali. La notizia dell’approvazione in commissione di un emendamento che consente nuovi interventi, ampliamenti e cambio di destinazioni d’uso, a soli 300 metri dalla battigia, è una sorta di via libera alla cementificazione di dune, coste e arenili».
Nuovi parcheggi
Tortolini si ribella. «Non è cementificare la spiaggia consentire a un campeggio di ingrandirsi o a un villaggio turistico di realizzare un ristorante, una reception per i clienti». Non lo è neppure – aggiunge Pellegrinotti – «realizzare un nuovo parcheggio se non si impermeabilizza in modo permanente il suolo. Abbiamo previsto pure la possibilità di ampliare parcheggi in cemento o mattonelle autobloccanti solo fino a un massimo del 5% della loro superficie». Riguardo ai campeggi e agli alberghi Pellegrinotti ritiene «normale che si possano ampliare e adeguarsi». Invece, per Monica Sgherri, capogruppo di Rc in questi interventi votati dal Pd e da Fi di «normale c’è poco. Infatti in aula proporremo emendamenti per cancellare le possibilità di intervenire in modo così massiccio a ridosso della costa, consentendo perfino cambi di destinazione d’uso».
Ilaria Bonuccelli- Il Tirreno 13.3.2015