Caso cave – Il Comitato per Campiglia risponde ai sindacati

La nota dei sindacalisti di CGIL, CISL e UIL contiene un’accusa preventiva al Comitato per Campiglia: quella di occuparsi del paesaggio, ossia di un patrimonio protetto dalla Costituzione e di cui sarebbe opportuno che, oltre ai comitati, si occupassero anche i partiti e le organizzazioni sindacali.

Con grande amarezza registriamo, invece, una feroce avversità verso chi si propone di tutelare le colline, le campagne, i centri storici e il patrimonio culturale di questa zona. Forse che questo straordinario patrimonio  non è una ricchezza per l’economia? Forse che non genera anch’esso lavoro e sviluppo duraturo?

Nessuno immagina un territorio mummificato, ne una monocultura dell’ambiente. Auspichiamo semplicemente scelte oculate, anche per le cave.

Ci siamo occupati della cava di Monte Calvi a partire dai suoi impatti sul paesaggio e sul parco. Abbiamo messo in evidenza le scelte contraddittorie del Comune in contrasto con altre decisioni, sottoscritte con la Regione, per il contenimento delle escavazioni nelle colline e per il recupero dei rifiuti industriali di Piombino. Abbiamo visto come una cava nata per le esigenze dell’industria sia stata trasformata in una grande cava per il mercato del calcare, con volumi doppi rispetto a quelli inizialmente autorizzati. Di fronte alle autorizzazioni comunali che fissano al 2018 il termine della cava e alle posizioni assunte da partiti e istituzioni per il suo tassativo rispetto, abbiamo invitato impresa, sindacati e autorità di governo a preoccuparsi sin da ora del destino dei lavoratori. E’ insopportabile che si chieda questo? Se è così significa che qualcuno dice una cosa e ne pensa un’altra. Questo è insopportabile!

Ci è stato chiesto, dai cittadini, perché non ci occupavamo anche della cava di Monte Valerio. Lo stiamo facendo non per chiederne la chiusura, come fanno intendere i sindacalisti, ma bensì per verificare se nello scempio ambientale che sta producendo (e che chiunque può vedere) non ci siano responsabilità dell’impresa o del Comune, visto che non è stato ripristinato neppure un metro quadrato di terreno e la cava appare oggi come un paesaggio lunare.

Facciamo male ad occuparci di questo? A verificare se non si possa condurre meglio quella cava? Se non si possa offrire, anche per chi ci lavora, una migliore condizione ambientale? A verificare se non sia possibile chiedere all’impresa di gestire meglio gli impianti e di fare investimenti per il ripristino? Il Sindaco ha sempre parlato di piani che prevedono contestualmente la coltivazione ed il ripristino. La gente si chiede perché il ripristino non si vede e qualcuno dovrà dare delle risposte.

Di questo si sta occupando il Comitato, non di altro. Ci sembrano temi che dovrebbero essere cari anche ai sindacati. Noi, nonostante le accuse, continuiamo a sperarci.

Comitato per Campiglia

31.07.2008

 

(Pubblicato su Il Tirreno del 04.08.2008)

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