Cari turisti, benvenuti nella savana di Baratti

Soldi finiti, servizio scaduto, da marzo nessuno taglia l’erba del pratone. Fanno discutere anche il costo dei parcheggi e i gabinetti a intermittenza:
C’è chi ci aveva scherzato su qualche giorno fa su un gruppo locale di Facebook, rispondendo con l’ironia a un post che criticava lo stato del prato di Baratti. «L’erba è alta un metro e mezzo», il commento di protesta; «Erba alta un metro e mezzo? Cala cala, o i bimbi sennò ce li perdete», la replica sarcastica di un altro cittadino.
Fatto sta che la verità, come spesso e volentieri accade, sta nel mezzo. Ed ecco allora il famoso pratone di Baratti assomigliare in più punti a una savana, con tratti invasi da arbusti e cespugli voluminosi che addirittura evocano un’ambientazione tropicale.
Guardando da lontano chi si avventura in mezzo alle aree più “selvagge”, i fili d’erba gialla raggiungono con facilità i fianchi dei visitatori, che siano piombinesi desiderosi di un pomeriggio a due passi da casa o turisti alla ricerca dell’emozione naturale che il meraviglioso golfo regala. E la natura in effetti non manca a Baratti. Natura purtroppo a oggi lasciata allo stato brado tanto da suscitare un triste senso d’abbandono.
Erba alta.
L’ultimo taglio dell’erba a Baratti risale a fine marzo. Poi basta. E oggi, in piena stagione, lo versione savana del golfo fa storcere la bocca. «Ad aprile è scaduto l’affidamento del servizio alla ditta che se ne occupava – la spiegazione di Claudio Capuano, assessore ai lavori pubblici – Perché non è stata aperta subito la nuova gara? Dovevamo reperire fondi. A ogni modo le buste verranno aperte oggi (ieri per chi legge) e nei prossimi giorni partirà il taglio dell’erba.
Già da un po’ riceviamo segnalazioni, giuste tra l’altro, su Baratti e, vuoi la gara da rifare, vuoi un clima che favorisce la crescita dell’erba, la situazione è quella che è, ma finalmente a breve provvederemo». C’è da dire che la scadenza dell’affidamento del servizio è stata quanto mai intempestiva, così come la mancanza di fondi per attivare nell’immediato un nuovo bando. In ogni caso c’è solo da prenderne atto, consapevoli della percezione di trascuratezza offerta non solo a noi stessi ma anche a tutti quei turisti che al contrario dovremmo, se non inseguire, quantomeno coltivare. «Cercheremo nel possibile di semplificare le cose, ad esempio facendo una gara unica per il taglio dell’erba – afferma Capuano – In quel caso potremmo intervenire subito dove necessario invece di verificare i vari capitolati».
Parcheggi e bagni pubblici.
I problemi di Baratti non sembrano tuttavia fermarsi all’erba alta. «Baratti dovrebbe essere il cavallo di battaglia di Piombino, curato e tenuto in ordine, ma probabilmente mancano i soldi – il commento di Mauro Bertini, titolare dello stabilimento balneare Bagno Baratti – Sono qui dal 1990, faccio un respirone e vado avanti. In che senso? Beh, i problemi c’erano già trent’anni fa e non sono cambiati. Ogni giorno la gente che viene al mare fa notare disagi che noi ascoltiamo con imbarazzo. Quali? Soprattutto i parcheggi e i bagni pubblici».
Sui parcheggi a non andare giù è prima di tutto il costo di 1,80 euro all’ora, per arrivare a circa 15 euro per una giornata in spiaggia, oltre alla mancanza di una macchinetta cambiamonete. Per i gabinetti invece le critiche vanno a un servizio intermittente. Per capirsi, se al momento i bagni sono aperti dalle 9,30 alle 20 (ma qualcuno vorrebbe poterli utilizzare anche prima), a giugno è capitato di poterne usufruire solo nel fine settimana.
Problemi e obiettivi.
«Dopo la morte del dipendente che se ne è sempre occupato, i bagni sono in gestione attualmente alla Parchi Val di Cornia – afferma l’assessore Capuano – In generale ogni giorno scopro situazioni che occorre focalizzare; Baratti è una di queste. Se per il momento molte le vivo come eredità, da settembre inizieremo a lavorarci a tempo pieno con un pacchetto di proposte. Intanto voglio parlare di un paio di obiettivi: dare più forza ai quartieri, primo punto di riferimento per i cittadini, e rispondere in maniera più unitaria, cercando di eliminare una frammentazione che disperde le energie. Il tutto procedendo spediti e razionalizzando i costi».
Francesca Lenzi – Il Tirreno 15.7.2014