Bocciate le cave di marmo dal Pd di Castagneto

Bocciate le cave di marmo dal Pd di Castagneto

L’argine è politico. E prova ad alzarlo il Pd di Castagneto che fa quadrato attorno al sindaco Sandra Scarpellini e alla sua giunta. All’ordine del giorno dell’assemblea del partito di maggioranza c’è il progetto della Marmi di Maremma: un fronte di cava di 12 ettari all’interno di una proprietà di 106, dentro i confini amministrativi di Castagneto, ma con inevitabili riflessi su San Vincenzo.

E l’assemblea all’unanimità approva la linea dell’amministrazione: «È un’attività invasiva e non peculiare del nostro territorio, vocato al turismo». Tradotto: provare a negare l’autorizzazione alla coltivazione nei limiti degli spazi offerti dalla normativa. Il tutto a partire da un dato: quel sito è inserito nel Piano delle attività estrattive della Provincia di Livorno (Paerp).

«Seguiremo quanto prevede la legge, anche a tutela degli interessi dell’impresa, ma faremo anche ogni possibile passaggio perché non sia lasciato niente che non sia chiaro», dice il sindaco Scarpellini. E che la strada per il progetto cava non sia spianata lo si capisce dalla sintesi che dell’assemblea fa il segretario del Pd di Castagneto Simone Tinagli. «Tutti gli interventi, nessuno escluso, hanno manifestato piena sintonia con quanto esposto dal sindaco, pertanto l’assemblea ha deliberato all’unanimità il proprio appoggio a tale indirizzo politico, manifestando sin d’ora la disponibilità del partito a supportare l’operato della giunta anche nell’ambito di eventuali iniziative pubbliche che gli amministratori intendono promuovere per allargare il dibattito su questo specifico tema anche alla cittadinanza tutta».

San Carlo e dintorniL’assemblea dei democratici si è riunita lo scorso 9 ottobre presso il salone riunioni di via Mazzini a Donoratico. E si è aperta con l’intervento del geologo Antonio Muti che ha illustrato il posizionamento del giacimento di marmo e la geologia dell’area interessata. A cui è seguito l’intervento dell’assessore all’Urbanistica Giorgio Badalassi sugli aspetti amministrativi. Ha illustrato la richiesta di permesso presentata in comune il 27 dicembre del 2013, quindi con mesi di anticipo rispetto all’approvazione del Paerp, le caratteristiche dell’attività di coltivazione che verrebbe realizzata dalla Marmi di Maremma e lo stato della procedura. L’assessore ha sottolineato che si tratta di stabilire se e in che misura il Comune è tenuto ad adeguare i propri strumenti urbanistici per consentire l’apertura della cava. Ma anche che è in corso di approvazione il Piano di indirizzo territoriale della Regione Toscana di cui devono essere valutati i riflessi sulla pratica Marmi di Maremma.

Sul piano politico è stato il sindaco Scarpellini a dare la linea della sua giunta: non concedere il permesso di coltivazione. Ma l’indirizzo politico e amministrativo deve fare i conti con il quadro normativo e al momento non è affatto certo prevedere se e in che misura sarà possibile impedire l’attività estrattiva. A non convincere è anche il bilanciamento tra il “consumo” di territorio, che per il Pd «espone a ricadute negative in termini d’immagine sotto l’aspetto turistico, senza che tutto ciò risulti adeguatamente giustificato o comunque contemperato da un consistente piano occupazionale». Tra gli interventi in linea con l’indirizzo della giunta oltre a quello del vicesindaco Miriano Corsini, quelli degli ex sindaci Fabio Tinti e Roberto Tinagli.

Manolo Morandini – Il Tirreno 15.10.2014

Leggi anche: Una cava di marmo tra Castagneto e San Carlo? 14.9.2014

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