Baratti, sacconi ok e nuove indicazioni contro l’erosione

L’intervento di protezione funziona e la spiaggia cresce adesso la situazione più critica è nella zona del Casone.
Potrebbe nascere dai “sacconi” lo spunto per un complessivo intervento anti-erosione sulla spiaggia di Baratti. «Il posizionamento dei geosacchi – spiega l’assessore all’ambiente Marco Chiarei – era esclusivamente a scopo difensivo: e cioè aveva la finalità di evitare che la chiesina di San Cerbone e il pezzo di strada circostante franassero sulla spiaggia. Passati alcuni mesi, però, abbiamo potuto notare effetti positivi anche sul piano della qualità dell’arenile, che in certi punti, in alcuni momenti, è cresciuto addirittura di quattro metri».
L’intervento in quella fascia di diverse centinaia di metri in prossimità della chiesina, si è dunque chiuso, e positivamente, ma l’area è attualmente sottoposta a un’azione di monitoraggio: il proposito è quello di studiare gli effetti del posizionamento dei sacconi, effetti che potrebbero offrire degli elementi preziosi per capire verso quale direzione indirizzare il percorso anti-erosione sulla restante fascia della spiaggia.
Nelle prossime settimane (e comunque entro la fine del mese) il Comune, spiega Chiarei, si incontrerà con Regione e Provincia per un primo punto sulla situazione: «L’area attorno al Casone – puntualizza l’assessore – è molto preoccupante e c’è da capire se, e come, sarà necessario intervenire anche in quella zona».
L’intera spiaggia di Baratti è uno degli obiettivi del progetto di sistemazione morfologica redatto dalla Provincia in forma definitiva ormai diversi anni fa (ottobre 2007), ma già parzialmente attivato in occasione del posizionamento dei sacchi in geotessuto nel primo semestre del 2012: secondo questo studio, negli ultimi decenni il golfo di Baratti è stato sottoposto a un costante processo erosivo, ritenuto in realtà «di modesta entità», ma reso particolarmente evidente dagli scarsissimi apporti del bacino idrogeografico e messo in risalto dalla presenza di strutture riflettenti che, specie nella zona di San Cerbone, hanno favorito l’allontanamento dei sedimenti della spiaggia e hanno finito col compromettere la fruibilità turistica della zona.
Soluzione: il ripascimento, da attuarsi secondo una serie di soluzioni più volte messe in discussione nelle varie fasi della stesura del progetto, e probabilmente destinate a essere rielaborate e compensate dallo studio sugli effetti dei sacchi in geotessuto. L’assessore Chiarei, a questo proposito, ha già avuto la possibilità di confrontarsi con Paolo Pacini, assessore provinciale di riferimento: l’incontro delle prossime settimane dovrebbe aggiungere ulteriori spunti alla riflessione.
Diverso il discorso per quanto riguarda la permanenza dell’archeologo Matteo Milletti, il cui incarico relativo all’area di San Cerbone è stato rinnovato di recente: lo scopo, la supervisione di una tomba – attualmente lasciata aperta – posta a metà tra la chiesina e il Casone: anche a questo proposito una decisione definitiva verrà presa nelle prossime settimane.
Melisanda A. Massei – Il Tirreno 4.1.2013