Baratti, contro l’erosione fermi 2,5 milioni dal 2001
Considerato fra i 15 piani di intervento del litorale livornese, nell’ambito del programma deliberato dalla Regione il 5 novembre 2001, sulla gestione integrata della costa ai fini del riassetto idrogeologico, il progetto di sistemazione di Baratti sembra essere arrivato finalmente ai nastri di partenza. Dopo la pronuncia regionale di compatibilità del 15 maggio 2010 e conclusa la Conferenza dei servizi dello scorso 22 febbraio sul progetto definitivo, nelle prossime settimane dovrebbero prendere il via le prescrizioni di chiusura del piano e passare così alla redazione e all’approvazione dell’esecutivo, per consentire di arrivare bando dei lavori dopo la stagione estiva e all’appalto entro l’anno. Il progetto è finanziato dalla Regione per un valore complessivo di oltre 2,5 milioni.
Quella curva verde, compiuta in un bordo di sabbia, dall’alto è un abbraccio che trattiene un bacino d’acqua confuso in delicate variazioni cromatiche. Baratti rappresenta uno degli angoli più belli d’Italia, conosciuto e ammirato ben oltre i confini territoriali; eppure anche il suggestivo golfo piombinese è minacciato dal fenomeno erosivo del mare. Non da ora, ma da parecchi anni. Un arretramento arrivato a coinvolgere almeno 10 metri di costa. Un intervento di sistemazione morfologica sul litorale comunque esiste e dovrebbe partire nei prossimi mesi. Sarebbe da dire, finalmente.
La necessità di un piano sul golfo lascia traccia scritta infatti già nel 2001, data alla quale risale la delibera della Regione sul “Progetto di Piano Regionale di gestione integrata della costa ai fini del riassetto idrogeologico”. Baratti rientra nella lista dei provvedimenti previsti. Il costo dell’operazione, finanziata dalla Regione, e affidata nella realizzazione alla Provincia, è di oltre 2,5 milioni di euro, con 186.166 euro di spese per studi, indagini e ricerche. Il piano di intervento risale al 2007. Al momento la situazione è ancora di stallo, ma si fa adesso concreta la possibilità di una messa in opera effettiva: il percorso dovrebbe riprendere a febbraio con le prescrizioni per chiudere il progetto definitivo, passando alla redazione dell’esecutivo e alla relativa conseguente approvazione. Il tutto prevedendo l’appalto dei lavori entro la fine dell’anno, con il bando dopo la stagione turistica.
Sembra arrivare quindi la luce su un tema che si trascina da anni, e che non coinvolge solo Baratti, ma l’intera costa toscana, messa costantemente in pericolo dall’azione erosiva del mare. Sul caso specifico del golfo piombinese il fenomeno di riduzione del litorale, secondo le stime dell’indagine realizzata nell’ambito del progetto, sembrerebbe di «modesta entità». Il vero problema pare essere il basso apporto del bacino idrografico, «esaltato localmente dalla presenza di strutture riflettenti che hanno favorito l’allontanamento dei sedimenti dalla spiaggia», come si legge nella relazione del piano. Il risultato, indipendentemente dai motivi, corrisponde a un orientamento che mette a rischio la fruibilità dell’arenile, minacciando le infrastrutture e il cordone dunale. Senza dimenticare la portata del flusso turistico che contribuisce a creare un’incognita sulla sostenibilità della zona.
Il progetto previsto dallo studio della Provincia ha l’obiettivo di arginare il fenomeno erosivo su una striscia di sabbia della larghezza media di 20 metri, in graduale calo nella direzione verso la chiesetta di San Cerbone, dove risulta ormai inesistente. Dal progetto preliminare si è arrivati a quello definitivo attraverso esami rivolti alla fattibilità delle ipotesi di intervento, tra i quali la mappatura del fondale, l’indagine stratigrafica, l’esecuzione di carotaggi per il prelievo di campioni. Rispetto al disegno iniziale che considerava un importante ripascimento, il progetto definitivo, constatata l’assenza di cave sottomarine sfruttabili e le peculiarità del materiale sabbioso disponibile a terra, elimina al momento questo aspetto, prevedendo il versamento di 10.000 metri cubi provenienti da cave terrestri e la realizzazione di due coppie di diaframmi in massi naturali a chiusura parziale dei due solchi sottomarini per limitare le fuga di materiale. Il tutto da monitorare nei tre anni successivi all’intervento per capire l’evoluzione della spiaggia.
Francesca Lenzi – Il Tirreno 26.1.2012
Avviato il risanamento della chiesina di San Cerbone
La chiesetta è circondata sui quattro lati dai ponteggi. File di tavole accostate servono agli operai per muoversi e lavorare. A terra decine di sacchi contenenti calcinacci. La pieve di San Cerbone è in fase di restauro. Un rifacimento completo, messo in atto dalla Curia, proprietaria della preziosa chiesa settecentesca, che prevede il ripristino totale della facciata, delle mura esterne e del tetto. Le operazioni di risanamento sono ricominciate in modo deciso poco più di una settimana fa, e dovrebbero concludersi, almeno secondo la volontà dei responsabili, per il prossimo giugno. Chissà che l’arrivo della bella stagione non coincida con l’immagine rinnovata della chiesina in linea con l’antico splendore. Intanto stanno per riprendere anche i lavori destinati alla lotta contro l’erosione, che minaccia non solo la costa ma anche la chiesetta di San Cerbone e gli scavi archeologici. In attesa che finalmente si realizzi il progetto di 2,5 milioni finanziato dalla Regione, prosegue l’intervento di “somma urgenza”, messo in piedi dal Comune di Piombino, in accordo con la stessa Regione, come soluzione tampone a difesa delle mura della chiesa. A dicembre è stata posizionata una prima fila di sacchi di geotessuto, a protezione specifica della chiesina. Il piano, per 237mila euro, per l’80% da stornare dal progetto più ampio della Regione, prevede l’installazione complessiva di 40 bisacce, riempite di sabbia, pesanti circa quaranta tonnellate l’uno, alti un metro e mezzo e lunghi sei. Entro i primi di febbraio riprenderà il posizionamento degli altri sacchi, per un cordone lungo circa 270 metri.(f.l.)