Baratti, che ci importa degli Etruschi? Scrive Marilena D’Asdia (Archeologiainrovina Blog)

I Parchi della Val di Cornia, come dice il sito internet che li descrive nel dettaglio,  offrono ai turisti la possibilità di conoscere “archeologia e natura sulla Costa degli Etruschi”.

Peccato però che il Piano particolareggiato del Parco archeologico di Baratti e Populonia, presentato dal Comune di Piombino il 3 agosto scorso preveda, alla faccia della natura e della storia, la realizzazione di parcheggi, la costruzione di edifici per servizi, informazioni e commercio per una superficie di più di 2000 mq, la realizzazione di un edificio di 250 mq dedicato alle attività veliche, la trasformazione del Podere Casone in albergo, la realizzazione di un nuovo stabilimento balneare, l’aumento dei posti barca e dei punti per la ristorazione; praticamente uno scempio, con la sola miope prospettiva di far fruttare sempre di più il turismo balneare, concentrando masse di turisti sempre meno soddisfatti in un ridotto periodo dell’anno su spiagge già congestionate. Un colpo di genio se si considera che quel parco comprende diversi settori dell’antica città etrusca di Populonia, le  sue necropoli, le cave di calcarenite e un’area naturale protetta.

Se poi si pensa che il Comune di Piombino ha proposto di inserire Baratti e Populonia nelle liste di siti Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco allora cadono proprio le braccia. Il Comitato per Campiglia e su Facebook il gruppo Giù le mani da Baratti raccolgono firme per fermare il progetto e fanno interessanti proposte alternative per la valorizzazione del Parco, più concrete e lungimiranti di quelle del Sindaco Gianni Anselmi.

Tratto da Archeologiainrovina Blog

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