Abusiva la strada del Monte Coronato. Dovrà essere ripristinata
La proprietà ha 90 giorni per cancellare sul Monte Coronato le ferite dei lavori. È il termine dato dal Comune, altrimenti il tracciato diventerà patrimonio dell’ente.
Novanta giorni. È il termine per ripristinare lo stato dei luoghi dato dal Comune di Castagneto Carducci ad Alessio Cristini. Si tratta di mettere mano alla strada nel bosco realizzata nella zona del Monte Coronato, sulle colline al confine con San Vincenzo.
L’ordinanza del 26 ottobre arriva a distanza di più di un anno dai campanelli di allarme fatti suonare per quanto stava accadendo in quello spicchio di verde da Legambiente Costa Etrusca dove il sentiero storico, che conduceva ai ruderi di un eremo del 1300, per più di un chilometro è stato rimpiazzato da una strada.
L’intervento autorizzato dall’Unione dei Comuni della Colline metallifere, prevedeva la realizzazione di un anello tutto intorno a Monte Coronato, lungo circa 2,3 chilometri. Ci si è fermati a 1,3 chilometri. Ma sono servite le proteste. Una marcia sul posto alla vigilia di Ferragosto dello scorso anno – a cui prese parte anche il professor Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte italiano, già direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa – e l’intervento dei Carabinieri forestali della stazione di Cecina.
Il caso è stato segnalato a novembre 2017 dai Carabinieri forestali anche alla Procura della Repubblica di Livorno. L’ordinanza prende a riferimento le misure della strada che si ritrovano già nella Relazione tecnica presentata dalla proprietà sulla base della quale l’Unione dei Comuni delle Collime Metallifere ha dato il via libera ai lavori.
“Allargamento della sede stradale esistente da circa 2,25 metri di larghezza media a circa tre”, si legge nell’ordinanza. Dati che stando alle verifiche di Legambiente non trovano riscontro oltre che nella realtà anche nelle carte ufficiali della Regione Toscana.
L’ordinanza sottolinea che quanto fatto nel bosco è stato eseguito senza il permesso di costruire previsto invece dalla legge regionale 65 del 2014 e senza l’autorizzazione paesaggistica, considerato che l’intervento ha comportato “l’alterazione permanente dello stato dei luoghi”, si legge nel documento. Si prevede comunque l’obbligo di ripristino dello stato dei luoghi e in caso di inottemperanza, decorsi i 90 giorni dalla notifica, la strada e l’area interessata dall’abuso saranno acquisite di diritto gratuitamente al patrimonio del Comune.
E, poiché l’area risulterebbe interclusa all’interno della proprietà, dal Comune si avverte della necessità di istituire “un diritto di passo adeguato per l’accesso”, istituendo una servitù. Inoltre, scatterà una sanzione amministrativa da 2.000 a un massimo di 20.000 euro. La verifica di quanto disposto è affidata alla Polizia municipale.
Tuttavia, Cristini potrebbe scegliere la via del ricorso amministrativo al Tar della Toscana o in via straordinaria al Capo dello Stato. Insomma, i tempi per rimediare all’abuso si preannunciano comunque lunghi e oltre quei 90 giorni indicati nell’ordinanza.
Manolo Morandi – Il Tirreno 31.10.2018